Regione Piemonte, stop ai diesel Euro 5: quando scatta il fermo
Dal 1° ottobre 2025 il Piemonte blocca i diesel Euro 5 nei Comuni con oltre 30.000 abitanti. Rischi e piani per la transizione ecologica
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Confusione, ritardi e una carente informazione accompagnano il conto alla rovescia verso il divieto definitivo per 250.000 veicoli diesel Euro 5 in Piemonte, previsto a partire dal 1° ottobre 2025. La misura, che interesserà i principali centri urbani come Torino, Novara, Alessandria e Asti, rappresenta un passaggio cruciale nella lotta all’inquinamento atmosferico, ma la sua attuazione solleva numerosi interrogativi.
Decreto ministeriale di due anni fa
La decisione, stabilita da un decreto ministeriale firmato due anni fa da Gilberto Pichetto, si pone come un tassello fondamentale per migliorare la qualità dell’aria. Tuttavia, a poco più di un anno dalla scadenza, la giunta regionale guidata da Alberto Cirio non ha ancora messo in campo una campagna informativa adeguata per preparare i cittadini al cambiamento. La situazione attuale richiama alla mente quanto accaduto nel 2023, quando un analogo provvedimento per i comuni con più di 10.000 abitanti venne rinviato all’ultimo momento, generando incertezza e disorientamento tra i proprietari di veicoli.
Ad oggi, l’unica misura concreta annunciata è il sistema Move-In, una soluzione che consente ai veicoli soggetti al divieto di circolare fino a un massimo di 9.000 chilometri all’anno. Sebbene rappresenti un’opzione temporanea, questa misura non affronta il problema dell’inquinamento alla radice, lasciando aperti numerosi interrogativi sulla reale efficacia delle politiche regionali.
L’evoluzione
L’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati, ha dichiarato che dal 1° giugno sarà operativa una struttura regionale dedicata allo sviluppo di strategie innovative per ridurre le emissioni del 30-40%. Tuttavia, queste dichiarazioni non si sono ancora tradotte in un piano qualità aria dettagliato, lasciando spazio a critiche e preoccupazioni da parte delle opposizioni.
Tra i più critici vi è Alice Ravinale, esponente di Alleanza Verdi Sinistra, che accusa la giunta regionale di immobilismo e di mancanza di interventi strutturali. Secondo Ravinale, senza un adeguato potenziamento del trasporto pubblico e misure concrete, la transizione ecologica rischia di essere percepita dai cittadini come una semplice imposizione punitiva, anziché come un’opportunità per migliorare la qualità della vita.
Come agisce la Regione Piemonte
In risposta alle critiche, la Regione Piemonte ha approvato un nuovo piano qualità aria per il periodo 2024-2030, stanziando 4 miliardi di euro. Di questi, 2,9 miliardi saranno destinati alla mobilità sostenibile, con interventi che includono la sostituzione dei mezzi pubblici inquinanti, progetti di forestazione urbana e incentivi per l’utilizzo di biocarburanti. Nonostante queste iniziative, rimane il dubbio se tali misure saranno sufficienti per affrontare le sfide della transizione ecologica.
Con il termine ultimo del blocco auto che si avvicina rapidamente, resta da vedere se il Piemonte sarà in grado di gestire questa trasformazione in modo equo ed efficace. L’ombra di un possibile rinvio dell’ultimo minuto aleggia ancora, alimentando i timori delle opposizioni che temono di assistere a un ennesimo fallimento. In un contesto di crescente pressione per affrontare l’emergenza climatica, il successo o l’insuccesso di queste politiche rappresenterà un banco di prova cruciale per la credibilità della Regione.
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