Marelli non è in salute, la paura dei sindacati

Sindacati italiani in allarme per il futuro di Marelli Holdings. Debiti, acquisizione e incertezze minacciano 6.000 lavoratori e impianti italiani

Di Giulia Darante
Pubblicato il 10 giu 2025
Marelli non è in salute, la paura dei sindacati

La crisi di Marelli Holdings continua a destare preoccupazione, con oltre 10.000 posti di lavoro a rischio in Italia. Con un organico di più di 6.000 dipendenti distribuiti su dieci stabilimenti nazionali, l’azienda si trova a fronteggiare un debito di 4,2 miliardi di dollari e una potenziale acquisizione da 700 milioni di dollari. Questa situazione riflette la complessità della sfida finanziaria e strategica che il colosso della componentistica automobilistica deve affrontare.

Acquistata pochi anni fa

Acquistata nel 2019 dal fondo americano KKR per 6,2 miliardi di dollari, Marelli sta esplorando diverse opzioni per garantire la propria sopravvivenza. Tra queste, si discute della possibilità di dichiarare fallimento negli Stati Uniti, una mossa strategica per preservare la continuità operativa. Tuttavia, al centro delle trattative vi è anche una possibile acquisizione Motherson, un gruppo indiano interessato a rilevare l’azienda.

Il piano di Motherson prevederebbe l’acquisizione a costo zero delle azioni di Marelli, accompagnata da un’iniezione di capitali freschi per 700 milioni di dollari e dal pagamento del 20% dei debiti Marelli. Tuttavia, l’accordo necessita dell’approvazione dei creditori e lascia aperti interrogativi sulla sostenibilità economica e sulle implicazioni per gli impianti italiani.

Preoccupano alcuni impianti

In particolare, gli stabilimenti di Melfi, Sulmona e Caivano sono al centro delle preoccupazioni. Questi siti, fortemente dipendenti dalle commesse di Stellantis, stanno già subendo gli effetti di un calo degli ordini. I rappresentanti sindacali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr hanno denunciato un deterioramento progressivo della situazione produttiva, sottolineando la necessità di interventi immediati.

Nonostante un piano di ristrutturazione avviato nel 2022 abbia portato a un miglioramento parziale dei conti aziendali, KKR sembra determinata a vendere. L’offerta di Motherson include anche la restituzione di alcune divisioni a Nissan, ma le incertezze rimangono, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione e il futuro degli stabilimenti italiani.

L’intervento dei sindacati

Il ruolo dei sindacati è cruciale in questa vicenda. Essi hanno sollecitato un intervento deciso da parte del governo e delle amministrazioni regionali per salvaguardare i posti di lavoro e il patrimonio industriale del Paese. Questa crisi si inserisce in un contesto più ampio di sfide per l’industria automobilistica italiana, tra cui i costi energetici elevati, la crescente competizione globale e la transizione verso la mobilità elettrica.

In conclusione, il futuro di Marelli Holdings resta incerto. Le trattative in corso potrebbero ridisegnare il panorama della componentistica automobilistica, con impatti significativi sull’economia e sull’occupazione. Tuttavia, la necessità di un piano sostenibile e di una strategia condivisa tra tutti gli attori coinvolti è più urgente che mai.

Ultime notizie