La gemella "americana" della Tonale stoppa la produzione a Pomigliano
Il futuro della Dodge Hornet è in bilico: Stellantis rinvia il restyling 2026 a causa dei dazi USA e delle vendite in calo. Rischio cancellazione
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Il futuro della Dodge Hornet negli Stati Uniti si fa sempre più incerto, stretto tra la morsa dei nuovi dazi imposti dal governo americano e una drastica flessione delle vendite auto USA. Nei primi mesi del 2024, il SUV compatto ha totalizzato appena 5.600 unità vendute, un dato che, se confrontato con le oltre 20.000 consegne registrate nel 2023, mette in luce un crollo del 72%. Questo calo repentino non solo evidenzia la crisi del modello, ma ha anche costretto il gruppo Stellantis a rivedere le proprie strategie, congelando il progetto di restyling originariamente previsto per il 2026.
Assemblata in Italia
La Dodge Hornet, assemblata nello stabilimento italiano di Pomigliano d’Arco sulla stessa piattaforma dell’Alfa Romeo Tonale, si trova ora in una posizione delicata. Nonostante il lancio avvenuto solo nel 2023 avesse lasciato intravedere prospettive positive, l’interesse dei consumatori statunitensi si è affievolito molto rapidamente, lasciando il SUV in balia di un mercato sempre più competitivo e selettivo.
A complicare ulteriormente il quadro è arrivata la decisione degli Stati Uniti di applicare nuovi dazi sulle vetture importate dall’Europa. Questa misura protezionistica ha avuto un impatto diretto su modelli come la Dodge Hornet, che viene prodotta interamente in Italia e quindi risente pienamente dell’aumento dei costi di importazione. Di fronte a questa nuova realtà, Stellantis ha scelto di mettere in stand-by il restyling di metà carriera, preferendo attendere l’evoluzione delle tariffe prima di impegnarsi in ulteriori investimenti.
Rischio cancellazione
Se per l’Alfa Romeo Tonale il restyling è stato confermato tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, per la sua gemella americana la situazione appare ben più complessa. Il rischio concreto è che il rinvio possa trasformarsi in una cancellazione definitiva, segnando una fine prematura per la carriera commerciale della Dodge Hornet negli Stati Uniti.
Le difficoltà del SUV compatto americano non si spiegano solo con le questioni legate ai dazi. Il segmento dei SUV compatti negli Stati Uniti è uno dei più affollati e competitivi, dominato da marchi giapponesi e coreani che godono di una reputazione consolidata e di una vasta rete di assistenza. In questo contesto, la Dodge Hornet non è riuscita a imporsi, nonostante proponga motorizzazioni moderne – tra cui versioni ibride plug-in – e una dotazione tecnologica di alto livello.
Un progetto fuori target
Un altro elemento che ha giocato a sfavore del SUV di Stellantis è la percezione del marchio Dodge sul mercato americano. Storicamente, Dodge è sinonimo di muscle car e di SUV di grandi dimensioni, mentre la Dodge Hornet rappresenta un’offerta più compatta e orientata alla tecnologia, caratteristiche che non hanno trovato il favore di un pubblico abituato a ben altro tipo di prodotto.
Ora, il gruppo Stellantis si trova di fronte a un bivio strategico. Da una parte c’è la possibilità di attendere eventuali cambiamenti sul fronte delle tariffe doganali, nella speranza di poter rilanciare il modello e riconquistare una quota di mercato. Dall’altra, si fa strada l’ipotesi di abbandonare definitivamente il progetto Dodge Hornet per concentrare risorse e investimenti su modelli che presentano prospettive di crescita più solide e sostenibili.
Quello che è certo è che il futuro della Dodge Hornet negli Stati Uniti resta sospeso, stretto tra le dinamiche di un mercato in continua evoluzione e le incertezze legate alle politiche commerciali internazionali. Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi da Stellantis saranno cruciali non solo per il destino di questo modello, ma anche per la strategia globale del gruppo nel segmento dei SUV compatti, un terreno di sfida sempre più complesso e competitivo.
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