Guida autonoma Tesla: vinta la causa per pubblicità ingannevole
Marc Dobin vince contro Tesla in arbitrato: rimborsato il pacchetto Full Self-Driving. Problemi tecnologici e fiducia dei clienti in bilico.
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/04/wp_drafter_385242-scaled.jpg)
“Abbiamo creduto in una tecnologia che semplicemente non esisteva”. Con queste parole, Marc Dobin, avvocato di Washington, ha espresso il sentimento condiviso da migliaia di clienti che hanno investito nel pacchetto Full Self-Driving di Tesla, una promessa di guida autonoma mai completamente realizzata dall’azienda guidata da Elon Musk.
La vicenda di Dobin rappresenta un caso emblematico e un precedente significativo nel confronto tra consumatori e il colosso dell’auto elettrica. Dopo un lungo e complesso processo di arbitrato, l’avvocato è riuscito a ottenere il rimborso completo dei 10.000 dollari spesi per il sistema FSD acquistato nel 2021 insieme alla sua Model Y. L’obiettivo iniziale era quello di garantire maggiore indipendenza alla moglie, affetta da problemi di mobilità. Tuttavia, la realtà si è dimostrata ben diversa dalle aspettative.
Dal 2016, Tesla ha promesso veicoli dotati dell’hardware necessario per la guida autonoma completa. Queste promesse sono state ribadite con l’introduzione delle versioni hardware HW3 e, più recentemente, HW4, montato sui modelli più moderni. Tuttavia, a quasi un decennio di distanza, l’azienda ha ammesso che neppure i sistemi precedenti sono sufficienti a garantire l’autonomia totale, spingendo molti consumatori a sentirsi traditi.
Il caso giudiziario ha evidenziato una serie di criticità che hanno scosso la fiducia dei clienti. Tra queste, l’accesso alla versione Beta del sistema FSD vincolato a un punteggio di sicurezza non dichiarato al momento dell’acquisto, la necessità di una supervisione costante del conducente, in contraddizione con le pubblicità iniziali, e l’assenza di un piano chiaro per aggiornare l’hardware dei veicoli già venduti. Tali aspetti hanno contribuito a rendere la battaglia legale di Dobin un simbolo delle difficoltà incontrate dai consumatori.
Guida autonoma Tesla, la conclusione della vicenda
Durante il processo di arbitrato, obbligatorio secondo i termini contrattuali imposti da Tesla, l’azienda ha adottato una strategia difensiva debole. Ha presentato un solo testimone tecnico, il quale si è dimostrato poco preparato sia sugli aspetti contrattuali che sulle specifiche tecniche dell’hardware. Questa carenza ha giocato un ruolo chiave nella decisione finale dell’arbitro, che ha dato ragione a Dobin. La sentenza ha imposto a Tesla non solo il rimborso dei 10.000 dollari, ma anche il pagamento delle spese legali dell’avvocato, ammontanti a circa 8.000 dollari.
Questa decisione potrebbe rappresentare l’inizio di una serie di casi simili, aprendo la strada a richieste collettive di risarcimento da parte di milioni di clienti. Con un numero crescente di veicoli che potrebbero necessitare di aggiornamenti hardware sostanziali, il colosso dell’auto elettrica si trova ad affrontare una sfida di proporzioni enormi. Sarà fondamentale per Tesla adottare soluzioni trasparenti e concrete per riconquistare la fiducia dei consumatori, molti dei quali si sentono traditi dopo anni di attese e promesse non mantenute.
La vicenda di Marc Dobin e il successo del suo ricorso legale segnano un momento di svolta nel dibattito sull’effettiva affidabilità delle tecnologie di guida autonoma. Con il futuro dell’innovazione automobilistica sempre più legato alla fiducia dei consumatori, il caso rappresenta un campanello d’allarme per tutte le aziende che puntano a rivoluzionare il settore senza fornire garanzie concrete.
Ultime notizie
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/07/Auto-elettriche-in-Norvegia-scaled.jpg)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/07/Polestar-4-EuroNCAP-scaled.jpg)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_390285.jpg)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_390285.jpg)