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F1: Alonso parla della Ferrari, tra passato e presente

Fernando Alonso torna a parlare della Ferrari, del suo passato in Rosso e del presente della Scuderia di Maranello.

Fernando Alonso ha chiuso il personale rapporto con la Ferrari al termine della travagliata stagione 2014, quando – agli albori dell’era ibrida – la F-14 T aveva tormentato lo spagnolo, che comunque era riuscito a ottenere il massimo da una delle vetture meno brillanti della storia del Cavallino.

L’asturiano è tornato recentemente a parlare del suo passato agli ordini della Scuderia di Maranello, quando ci fu un amore intenso e passionale, ma chiuso nel peggiore dei modi, con un rancore tipico di chi ha amato troppo ma è rimasto scottato. Alonso nel 2010 e nel 2012 aveva solamente sfiorato il titolo piloti, toccandolo addirittura con mano, ma perdendolo in entrambe le occasioni con Sebastian Vettel, un altro che ha avuto un destino simile a quello dell’attuale pilota dell’Alpine.

Destino simile a Vettel

Secondo Alonso, la Ferrari al tempo in cui era il capitano della Scuderia, aveva ambizioni da titolo ma non era pronta a portare a casa la posta più alta. L’asturiano pensa che la stessa situazione si sia verificata anche quando Vettel ha preso il suo posto agli ordini di Maranello. Ha spiegato Alonso intervistato dai colleghi di F1-insider:

Ai miei tempi, ma anche all’epoca in cui c’era Sebastian in Ferrari semplicemente non erano pronti per vincere il Mondiale. Entrambi ci abbiamo provato, entrambi siamo arrivati a sfiorare il titolo, ma alla fine non ce l’abbiamo fatta.

Da queste parole emerge un pizzico di rammarico per il buon lavoro svolto, ma che non è servito per raccogliere i frutti sperati.

Cambio di rotta

Secondo il due volte campione del mondo, alla Ferrari le cose sono attualmente cambiate, lo dimostra il fatto che le vetture sono state affidate a due piloti di talento, ma giovani. L’ambizione di tornare a vincere non è più da consumare nel breve periodo, ma nel lungo.

Adesso, credo che abbiano modificato il programma e le aspettative non sono più così alte come in passato. Lo si può vedere anche dalla scelta dei piloti, che sono molto giovani. Immagino che il ragionamento sia più sul lungo termine che non sul breve periodo, visto che stanno costruendo basandosi anche sulla crescita dei piloti.

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