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Dieselgate Volkswagen: come chiedere il rimborso

Sono circa 63.000 i clienti VW che avevano aderito alla Class action di Altroconsumo e che, secondo la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Venezia, dovranno essere risarciti per 3.300 euro: la Casa costruttrice, tuttavia, fa sapere che farà ricorso.

L’ultimo atto in ordine di tempo dell’annosa querelle legata al Dieselgate ha avuto anche in Italia un primo importante risultato, attraverso la sentenza di primo grado del Tribunale di Venezia che di fatto concede alle decine di migliaia di consumatori (più di 63.000 persone, sulle 70.000 che avevano aderito) che avevano preso parte alla class action promossa da Altroconsumo, di ottenere un risarcimento, deciso nella misura di 3.300 euro per ciascuno, più ovviamente gli interessi. Nel complessivo, Volkswagen dovrà versare una cifra nell’ordine di 200 milioni di euro.

Volkswagen: “Nessun danno economico, Class action inammissibile, ricorreremo in Appello”

La sentenza, è considerare, è di primo grado. Vale a dire che Volkswagen può dal canto suo decidere di opporsi alla decisione dei giudici. Come sembra intenzionata a fare: secondo una news pubblicata da Il Corriere della Sera, in effetti, i vertici di Wolfsburg (rappresentati, in Italia, dalla filiale nazionale che ha sede a Verona) hanno fatto sapere che ricorreranno in appello. Ecco la motivazione, che riportiamo testualmente dalla notizia del “Corriere”:

Riteniamo la class action promossa da Altroconsumo inammissibile e le relative argomentazioni infondate. I clienti non hanno subìto alcun danno economico riconducibile alla tematica delle emissioni NOx, dal momento che tutti i veicoli sono tecnicamente sicuri e adatti alla circolazione su strada, né c’è stata alcuna perdita di valore commerciale nel mercato italiano. Il Gruppo Volkswagen intraprenderà il secondo grado di giudizio presso la Corte d’Appello di Venezia.

Altroconsumo: “Vediamo come VW adempierà alla sentenza”

Sembra, quindi, che l’”affaire” proseguirà. E bisogna vedere se Volkswagen scelga di accettare la sentenza, oppure farà opposizione come annunciato. Le redini, in questa delicata fase, sono peraltro in mano alla stessa VW, come del resto osserva Altroconsumo. Fa sapere Federico Cavallo, responsabile delle Relazioni esterne dell’Associazione di difesa dei consumatori che nel 2017 aveva avviato una Class action nazionale, insieme a Test-Achats (Belgio), OCU (Spagna) DECO Proteste (Portogallo), gruppi riuniti nel network Euroconsumers:

Nei prossimi giorni, contatteremo Volkswagen per capire se intende adempiere alla sentenza. Dopo i consumatori americani, tedeschi e spagnoli, e dopo 5 anni di attesa, finalmente è giunto il momento anche per gli italiani di ottenere giustizia. Senza dimenticarci dell’oltre mezzo milione di persone che non hanno preso parte alla class action ma che sono in condizioni oggettive analoghe, verso le quali ci impegneremo da subito a trovare il modo di garantire per loro un risultato in linea con la sentenza.

Se Volkswagen farà ricorso, cosa succede?

C’è tuttavia, come rimarcato dal quotidiano milanese, il rischio che Volkswagen si rifiuti di ottemperare alla sentenza del Tribunale di Venezia. In questo caso, ed in relazione alla Class action, l’esecuzione della decisione dei giudici. Il funzionario di Altroconsumo ai taccuini del “Corsera“ha dichiarato:

Sarebbe sospesa per sei mesi. Tuttavia auspichiamo che i tempi possano essere contenuti al massimo, visto che secondo noi ci sono le condizioni per chiudere questa vicenda nell’interesse di tutti: consumatori e azienda. Noi faremo di tutto per renderlo possibile.

Le modalità di rimborso in caso di accordo

Se si giungerà ad un accordo, le modalità per l’ottenimento dei rimborsi saranno studiate da Altroconsumo insieme a Volkswagen, come parte di quanto i dirigenti dell’Associazione chiederanno alla Casa costruttrice. Lo step successivo, vale a dire le informazioni relative, sarà a cura di Altroconsumo. Indica Cavallo al Corriere della Sera:

[Bisogna capire] come e in quali tempi avverrà il trasferimento, caso per caso e sulla base della singola situazione.

Perché proprio 3.300 euro

Ecco come è stato calcolato l’ammontare del risarcimento ingiunto a Volkswagen nei confronti dei suoi clienti che avevano aderito alla Class action:

Una percentuale del 15% sul valore medio dei veicoli coinvolti, cioè 20.000 euro, come avevamo richiesto. Più 300 euro per danno non patrimoniale che deriva dalla frode. Il Tribunale è andato oltre a quanto chiedevamo, a riprova della nettezza della sentenza. La nostra Class action è stata avviata insieme al network di Associazioni europeo, e simili azioni sono state eseguite nel resto d’Europa. In Germania, però, l’azienda ha deciso di comportarsi in maniera diversa, ed era chiaro subito che c’era una sorta di disparità: a nostro avviso, questa sentenza riequilibra la situazione.

E chi non ha aderito alla Class action perde il diritto al rimborso?

Su questo si vedrà, fa sapere Altroconsumo: è chiaro che i primi ad essere risarciti saranno i consumatori che avevano deciso di partecipare alla causa collettiva, e – ribadisce Federico Cavallo di Altroconsumo – ciò avverrà “Non appena dall’azienda sarà chiarito come si può procedere”. Bisogna poi capire (e, viene assicurato l’Associazione ci sta già pensando) se sia possibile ampliare il rimborso, in relazione alla sentenza di primo grado, anche a beneficio di quanti non abbiano aderito alla Class action.

Sarà tuttavia essenziale, prima, avere un cenno da parte di Volkswagen:

Sulla base di questo proseguiremo con gli altri per capire come estendere anche alle altre persone il rimborso. Se l’azienda adempie, possiamo essere molto rapidi, perché abbiamo l’esperienza e la struttura per rendere più facile e veloce la trafila per i consumatori.

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