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DeLorean: si prevede una causa per Ritorno al Futuro

Secondo la società del Texas, in possesso del Marchio DeLorean, la Universal non avrebbe corrisposto i diritti per l’auto. Gli attuali proprietari del Brand hanno richiesto alla Casa cinematografica di ricalcolare gli utili dal lontano 1985. Svanisce dunque, al cospetto del vile denaro, tutta la poesia cinematografica incarnata dalla DeLorean DMC12?

La notizia è di quelle che portano a scattare in piedi sia gli appassionati della mitica DeLorean che i cinefili perdutamente innamorati di Ritorno al Futuro. Perché, a quanto pare, la società che ha rilevato il Marchio DeLorean avrebbe chiesto alla Universal di quantificare i diritti per l’uso della coupé argentata non corrisposti.

La società proprietaria del Marchio DeLorean avrebbe chiesto gli utili dal 1985 alla Universal

Secondo quanto riportato dal Los Angeles Times, la Universal non avrebbe, il condizionale è d’obbligo, reso giustizia agli accordi presi con DeLorean Motor Corporation al momento del film. Di conseguenza, gli attuali proprietari del Brand hanno richiesto alla casa cinematografica di ricalcolare gli utili dal lontano 1985. A quanto pare, non ci sarebbe stata collaborazione in tal senso. Per cui, si prevede una causa milionaria che potrebbe portare ad un risarcimento decisamente ingente.

DeLorean DMC12: con la causa svanisce la poesia cinematografica

Svanisce dunque, al cospetto del vile denaro, tutta la poesia cinematografica incarnata dalla DeLorean DMC12. L’auto volante, con il flusso catalizzatore, capace di viaggiare nel tempo, è diventata oggetto di contesa. Adesso, è balzata agli onori della cronaca per faccende decisamente meno legate all’immaginazione, al futuro, ma semplicemente riguardanti soldi, tanti soldi.

Nella realtà la vettura fu meno avvincente di quella del film

L’auto che tanto ha fatto sognare, quella DeLoren vista nel film Ritorno al Futuro, nella realtà ovviamente non esiste, se non a livello di forme. La vettura della pellicola infatti era elettrica, mentre quella stradale era spinta da un V6 da poco più di 130 CV alloggiato dietro i sedili. Un motore non particolarmente entusiasmante e abbinato ad un cambio manuale a 5 marce o ad una trasmissione automatica a 3 rapporti. Inoltre, aveva una carrozzeria in acciaio non verniciata che risultava particolarmente ostica da riparare. Non fu un successo, anche perché l’affidabilità lasciava a desiderare, ma le sue forme ormai sono un classico intramontabile.

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