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Automobilisti in autostrada: vizi e cattive abitudini

Uso non corretto del cellulare, mancato utilizzo delle cinture e delle “frecce”: ecco la fotografia scattata su un campione di conducenti monitorati lungo la A4 e la A31.

Continuano ad essere troppi gli automobilisti che hanno il brutto vizio di distrarsi con il cellulare in mano, mentre sono alla guida. Analogamente: per molti altri, l’utilizzo delle “frecce” continua ad essere un argomento ininfluente. Quanto all’utilizzo delle cinture di sicurezza, se è vero che la grande maggioranza dei conducenti e dei passeggeri seduti sui posti anteriori le allaccia, lo stesso non si può dire per quelli seduti dietro.

Il sondaggio

È quanto rende noto A4 Holding, società che fa capo al Gruppo Albertis per la gestione delle tratte autostradali A4 Brescia-Padova ed A31 della Valdastico (che collega Rovigo a Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza): due scenari che misurano rispettivamente 146 km e poco meno di 89 km, e che – cifre alla mano – contano in tempi normali decine di migliaia di veicoli che vi circolano ogni giorno, tanto da essere annoverate fra le tratte più trafficate d’Italia. Per questo, la raccolta statistica – effettuata dallo Studio Righetti & Monte Associati per conto dell’Osservatorio “Stili di Guida” di A4 Holding, sul monitoraggio (effettuato con postazioni mobili) di oltre 1.330 veicoli (39% veicoli leggeri; 61% automezzi pesanti) in transito – offre una serie di dati da non sottovalutare.

Smartphone: il 12% è multabile

Nel dettaglio, il rapporto mette in evidenza, innanzitutto, ciò che per molte persone risulta essere sempre lo “sport nazionale”: l’utilizzo del telefono cellulare. Non ci sarebbe nulla di male se lo si usa in maniera accorta e corretta; tuttavia, è vizio sempre radicato l’uso improprio dello smartphone mentre ci si trova alla guida di un veicolo. I dati parlano chiaro: il 12% del totale dei conducenti monitorati guidava utilizzando il cellulare in maniera non corretta. Di più: se si tiene in considerazione la tipologia del veicolo, l’11% riguardava conducenti di veicoli leggeri, e il 13% conducenti di veicoli pesanti.

Cosa dice il Codice della Strada a riguardo

Ricordiamo che la disciplina dell’utilizzo del cellulare alla guida si rifà all’art. 173 del Codice della Strada, dove nel comma 2 si legge che “È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani)”.

Le sanzioni

Il legislatore ha, del resto, previsto sanzioni di notevole importanza per i trasgressori: secondo lo stesso art. 173 (comma 3bis), infatti, “Chiunque viola le disposizioni di cui al comma 2 è soggetto alla sanzione amministrativa da pagamento di una somma da euro 165 a euro 660. Si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un’ulteriore violazione nel corso di un biennio”.

Anche le “frecce” non sono utilizzate da tutti

Un’altra questione che riguarda i corretti comportamenti delle persone mentre sono ai comandi di un veicolo è quella relativa all’utilizzo degli indicatori di direzione, che è obbligatorio azionare ogni qual volta si intende o si debba cambiare la propria corsia di marcia, proprio perché si tratta di una questione essenziale per la sicurezza propria e, soprattutto, altrui. Ebbene: sono sempre molti, anche in questo caso, i conducenti che non ne tengono conto: nel 2020, rileva A4 Holding, sulla A4 e sulla A31 il 57% dei veicoli monitorati cambiava corsia senza prima avvisare gli altri con la “freccia”, ed il 70% non ne faceva uso per avvertire della propria manovra di rientro dopo un sorpasso. Si tratta di più di un utente su due, anche se si è evidenziato un certo miglioramento rispetto al passato: nel 2019, a non usare la “freccia” era stato il 67% dei conducenti, con il 74% che non segnalava il rientro in corsia.

La norma del Codice della Strada

L’utilizzo degli indicatori di direzione viene disciplinato dall’art. 154 del Codice della Strada. Nello specifico, il comma 1 indica che “I conducenti che intendono eseguire una manovra per immettersi nel flusso della circolazione, per cambiare direzione o corsia, per invertire il senso di marcia, per fare retromarcia, per voltare a destra o a sinistra, per impegnare un’altra strada, o per immettersi in un luogo non soggetto a pubblico passaggio, ovvero per fermarsi, devono assicurarsi di poter effettuare la manovra senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada, tenendo conto della posizione, distanza, direzione di essi; e segnalare con sufficiente anticipo la loro intenzione”. Le stesse segnalazioni “Devono continuare per tutta la durata della manovra e devono cessare allorché essa è stata completata”.

Quali sanzioni si rischiano

Chi non ottempera al corretto utilizzo degli indicatori di direzione, prescrive il comma 8 dell’art. 154 CdS, è soggetto ad una sanzione amministrativa che va da un minimo di 42 euro fino a 173 euro.

Cinture di sicurezza: a che punto siamo

L’argomento è più complesso. Dal rapporto di A4 Holding risulta che la cintura è risultata correttamente utilizzata dall’87% del totale dei conducenti monitorati (percentuale che, a sua volta, si scinde in un 93% dei conducenti di veicoli leggeri e 83% dei conducenti di automezzi pesanti). Tutto bene, o quasi? Non proprio: chi è seduto dietro, molto spesso non allaccia la cintura. Nello specifico, appena il 39% dei passeggeri accomodati sui sedili posteriori risultava, dalle rilevazioni, opportunamente protetto dalla cintura di sicurezza.

La Cassazione: il conducente deve verificare che tutti i passeggeri siano “in ordine”

A questo proposito, è bene tenere presente che, secondo quanto stabilito di recente dalla Cassazione (sentenza 2531/19), il conducente ha l’obbligo, prima di mettersi in viaggio, di controllare che tutte le condizioni del veicolo, e delle persone trasportate, siano conformi alla prudenza ed aa quanto stabilito dal Codice della Strada; quindi, chi guida può pretendere che tutti i passeggeri abbiano la cintura indossata.

Il Codice della Strada

La disciplina sull’uso delle cinture fa riferimento all’art. 172 CdS. Nella fattispecie, il comma 10 indica che per chi viene “pizzicato” senza la cintura correttamente allacciata, la sanzione amministrativa varia fra 83 euro e 333 euro, con in più la decurtazione di 5 punti dalla patente di guida. Attenzione, poi, alla recidiva: se la stessa infrazione viene rilevata per almeno due volte in due anni, c’è anche la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi.

L’impatto della pandemia sui comportamenti alla guida

Il delicatissimo contesto nel quale è stato effettuato il campionamento, ovvero nel 2020 dell’emergenza da Covid – osserva A4 Holding – ha apportato un significativo cambiamento nella tipologia di utenti che hanno in prevalenza circolato sulle tratte autostradali di competenza. In altri termini: il rapporto fra mezzi leggeri e mezzi pesanti si è invertito rispetto agli anni precedenti, con più camion e TIR in circolazione rispetto ai veicoli leggeri (rapporto 60 a 40). Fra questi ultimi, molti erano veicoli commerciali leggeri, ovvero furgoni: per questo, è stata rilevata una diminuzione del numero di passeggeri a bordo, scesa dal 40% del 2019 al 30% del 2020, calo dovuto in massima parte alle misure restrittive e all’assenza di spostamenti per svago. In materia di cinture di sicurezza, dal monitoraggio è emerso un minore uso da parte dei conducenti di veicoli leggeri, scesa dal 97% del 2019 al 93% del 2020: tale diminuzione è dovuta alla minore presenza di autoveicoli leggeri per trasporto persone rispetto ai furgoni, “I cui conducenti sono meno propensi all’uso delle cinture di sicurezza”. Buone notizie riguardo al corretto impiego delle “frecce” in caso di sorpasso: la percentuale di conducenti “virtuosi” è salita dal 33% del 2019 al 50% del 2020 (anche qui c’è un motivo: il maggiore utilizzo da parte dei mezzi pesanti delle frecce per il cambio di corsia).

“Strumento essenziale per lo studio di nuove iniziative di sicurezza ad hoc”

L’Osservatorio sugli stili di guida si è dimostrato uno strumento molto efficace per supportare l’impegno della società nei progetti e nelle opere di sicurezza stradale  – commenta Gonzalo Alcalde Rodríguez, presidente di A4 Holding – Lo riteniamo fondamentale per continuare a ottimizzare il processo di analisi dei comportamenti a rischio in autostrada, così da monitorare l’evoluzione dei risultati nel tempo e attivare iniziative e campagne di sensibilizzazione ‘tailor-made’ che aiutino le persone a comprendere i rischi e assumere comportamenti per preservare la propria sicurezza e quella degli altri viaggiatori. Il nostro impegno ha contribuito a produrre risultati importanti che riscontriamo anno dopo anno. Nel quinquennio 2016-2020 si sono ridotti del 12% gli incidenti in A4 Brescia-Padova e A31 Valdastico, e questo è stato reso possibile anche grazie agli investimenti effettuati da A4 Holding, che destina mediamente in spese per ordinaria manutenzione 51 milioni di euro all’anno e altri 15 in tecnologie a monitoraggio, supporto e gestione del traffico e degli incidenti sull’intera tratta autostradale di 235 km in concessione”. “L’Osservatorio – conclude Alcalde Rodríguez – è un elemento centrale della nostra strategia e tornerà con una nuova rilevazione prevista per l’estate 2021, affiancandosi a una serie di iniziative dedicate alla sicurezza che come A4 Holding stiamo programmando, coinvolgendo le scuole e i giovani dei territori che le nostre tratte autostradali attraversano, a conferma che l’impegno per la sicurezza sulle strade è il primo dei nostri obiettivi.”

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