Home Notizie Accise carburanti: la nostra lettera aperta al premier e al ministro delle Finanze

Accise carburanti: la nostra lettera aperta al premier e al ministro delle Finanze

Benzina e gasolio mai così cari: ormai, usate l’auto è diventato un lusso; è opportuno che l’esecutivo provveda al più presto con (almeno) una diminuzione delle accise e dell’IVA.

Un concreto, strutturale (si spera) e quanto più tempestivo provvedimento che riesca a mettere un freno alla folle cosa dei prezzi dei carburanti è essenziale. Le Associazioni di categoria dell’autotrasporto sono da giorni sul piede di guerra, ed un “fermo” nazionale, che sarebbe dovuto scattare oggi (lunedì 14 marzo) è stato bloccato in extremis dalla Commissione di garanzia, nella mattinata di sabato 12, per “Mancato rispetto del preavviso di 25 giorni”; i pescherecci avevano spento i motori già all’inizio della scorsa settimana. Le Associazioni di consumatori si sgolano da giorni nel chiedere il taglio alle accise (quando non addirittura l’eliminazione) e la sterilizzazione dell’IVA sulle stesse.

tabelle aumento carburanti

Spese fisse sempre più elevate

Al coro di proteste che si leva da ogni parte d’Italia (Livigno è forse esclusa: nel “piccolo Tibet”, beati loro, godono del regime di “zona franca”) si è aggiunta la dichiarazione del ministro della Transizione Ecologica. Ai microfoni di Sky TG24, Roberto Cingolani ha commentato i continui rialzi del prezzo dei carburanti come “Immotivato”, una “Spirale speculativa sulla quale guadagnano in pochi, una colossale truffa” che tuttavia va a pesare sulle tasche di centinaia di migliaia di imprese e decine di milioni di cittadini. I quali, dal canto loro, oltre a dovere far fronte al caro-carburanti, devono provvedere (perché non possono farne a meno) a tutte le spese correlate alla gestione di un’autovettura, per quanto piccola ed economia sia. Le elenchiamo al volo:

  • Bollo auto (obbligatorio anche se il veicolo sta fermo: dal 1982 la “tassa di circolazione” si è trasformata in “tassa di proprietà” tout court);
  • Rc Auto (ci mancherebbe: è una spesa doverosa come tutela al risarcimento di chi subisce un incidente senza colpa; per quanto ci sarebbe da discutere sulla recente indicazione della Commissione Europea che intende rendere la Rc Auto obbligatoria anche se il veicolo non circola ed è ricoverato in area privata);
  • Revisioni, che dal 1 novembre 2021 sono aumentate;
  • Manutenzione ordinaria e straordinaria.

Caro carburanti e accise: il Governo intervenga, la nostra lettera aperta al premier Draghi e al ministro delle Finanze

Gettito sugli energetici: è il quarto più elevato

Buttiamo lì una provocazione, pensando tuttavia di non essere troppo lontani dal vero: sembra quasi che il possesso di un’auto sia considerato come “un lusso”. In effetti, cifre alla mano è stato di recente calcolato che un’autovettura di proprietà incide in Italia sul 20% del reddito.

È in effetti innegabile – e lo dicono le cifre – che le accise sui carburanti (fra l’altro rese strutturali dal 2013: incidono per 728,40 euro ogni 1.000 litri sulla benzina; 617,40 euro sul gasolio; 147,27 euro sul GPL) garantiscono allo Stato entrate per svariati miliardi di euro: nel 2021, ad esempio, il gettito dalle accise sui prodotti di energia ha generato 24 miliardi di euro. È stata, questa, la quarta fonte di entrate più corposa, dopo Irpef, IVA e IRES, che hanno generato rispettivamente 198 miliardi, 148 miliardi e 31,8 miliardi di euro.

I Consumatori chiedono misure immediate su IVA e accise

Il Codacons, riferisce un comunicato ufficiale, ha presentato “Una diffida urgente indirizzata al Premier Draghi, al Ministro dell’economia Daniele Franco, e a quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani, in cui si chiede di intervenire immediatamente su Iva e accise che pesano sui carburanti. Le accise sui carburanti incidono attualmente per circa due terzi del valore del prodotto che acquistiamo (0,728 euro al litro sulla benzina, 0,617 euro sul gasolio). Il prezzo così calcolato è sottoposto anche all’Iva, dunque in sostanza paghiamo un’imposta sull’imposta, perché la base per applicare l’Iva è il prezzo già comprensivo di accisa. Ne consegue che il carburante, se non ci fosse questa “componente fiscale” di accise ed Iva, costerebbe un terzo rispetto a quanto lo paghiamo effettivamente. Inoltre è evidente che lo Stato sta realizzando un extra gettito Iva che, per il solo mese di marzo, è pari a circa 200 milioni di euro. Sarebbe possibile riversare l’extra gettito Iva per la riduzione delle accise con un calo nell’ordine di 15 centesimi al litro sulla benzina e 20 sul gasolio“.

L’Unione Nazionale Consumatori, attraverso il presidente Massimiliano Dona, rende noto di avere presentato “Un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, chiedendo che il ministro Cingolani venga sentito come persona informata sui fatti, così da poter spiegare ai magistrati il contenuto delle sue importanti dichiarazioni e delle accuse che ha fatto”. “Abbiamo già chiesto all’Authority di accertare, avvalendosi dell’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza e delle comunicazioni ufficiali dei distributori al ministero dello Sviluppo Economico, quando e con che tempistica sono iniziati gli aumenti e chi si è approfittato di questa emergenza e dei timori per gli effetti della guerra per praticare ricarichi eccessivi e prezzi elevati, condizionando così indebitamente il comportamento economico dei consumatori, verificando se vi fossero intese restrittive della concorrenza o reati e, in tal caso, chiedendo di segnalarli alle Procure territorialmente competenti”.

Un intervento del Governo è possibile?

Il Decreto Bollette ha portato ad un primo intervento del Governo per far fronte ai rincari di luce e gas (nello stesso provvedimento rientrerebbe anche la nuova “tornata” di incentivi per l’acquisto di nuove auto a basse, o del tutto assenti, emissioni di CO2 allo scarico).

Il Governo non può intervenire sul costo del barile, tuttavia ha la facoltà di prendere provvedimenti su accise e imposte (l’IVA, nella fattispecie): si tratterebbe di azzerarle oppure (almeno) di ridurle. Come, per restare in Europa, è avvenuto in Irlanda (il Governo di Dublino ha “tagliato” 20 centesimi al litro per la benzina e 15 centesimi al litro per il gasolio) e in Francia (15 centesimi in meno per tre mesi).

Fra le ipotesi che l’esecutivo ha sul tavolo, c’è la riduzione temporanea dell’IVA al 5% sui carburanti, oppure l’introduzione della “accisa mobile” (come richiesto dalle Associazioni che rappresentano i gestori delle stazioni di servizio) che compenserebbe, attraverso una riduzione delle aliquote sulle accise – le entrate di IVA in più generate dalle fluttuazioni del greggio su scala internazionale.

Cosa chiediamo al premier Draghi e al ministro Franco

Alla luce di tutte queste constatazioni e prese di posizione, riteniamo opportuno inviare una lettera aperta all’indirizzo del Presidente del Consiglio, on. Mario Draghi, ed al Ministro dell’Economia e delle Finanze, on. Daniele Franco.

Egregio Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,

Egregio Signor Ministro dell’Economia e delle Finanze,

Non è mai semplice rivolgersi alle più alte autorità di Governo per fare il punto su questioni che interessano settori specifici. Tuttavia, come operatori della comunicazione – ma soprattutto come utenti – non possiamo rimanere insensibili di fronte alle numerose proteste che da diversi giorni vengono avanzate da Associazioni di categoria e di Consumatori.

La situazione è sotto gli occhi di chiunque: il livello dei prezzi dei carburanti ha raggiunto livelli inauditi, e siamo certi che Voi ne siate a conoscenza.

Ci si trova a dovere far fronte a prezzi al consumo elevatissimi: se si considera la modalità self service, e contando solamente benzina e gasolio, la media nazionale è di rispettivamente 2,214 euro al litro e 2,218 euro al litro.

È una vera e propria emergenza, che può collegarsi soprattutto alle attuali tensioni politiche internazionali. Ci rendiamo conto che lo scenario sociopolitico mondiale richiede la Vostra massima attenzione, e che il Vostro operato è in questi giorni delicatissimo.

Viene tuttavia da pensare che ci sia di più, se è vero – come si legge da un “lancio” Adnkronos pubblicato online alle 12,38 di lunedì 14 marzo 2022 – che, in seguito ai continui aumenti dei prezzi di gas, energia elettrica e carburanti, la Procura di Roma ha aperto un procedimento, finora senza indagati né ipotesi di reato. L’obiettivo è verificare le ragioni di tali rialzi e portare alla luce eventuali responsabilità.

Per tutto questo, Vi chiediamo se sia possibile che il Governo attui al più presto un intervento significativo per contenere gli effetti collegati ai continui rialzi dei carburanti. Nella fattispecie, ci si riferisce ad una misura sul fronte fiscale, con una temporanea tuttavia sostanziosa diminuzione delle accise che gravano su benzina e gasolio.

Questa misura costituirebbe una notevole boccata d’ossigeno per imprese e consumatori.

Confidiamo nell’attenzione che Voi vorrete prestare a queste nostre righe, e restiamo pienamente pronti a rendere nota una Vostra cortese risposta.

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