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Il carpooling: cos’è e come funziona il servizio di condivisione dell’auto

Già da alcuni anni il carpooling sta prendendo piede in Italia. Facciamo il punto su che cos’è e come funziona, come è la situazione normativa in Italia e quali sono i servizi per sfruttarlo.

Il carpooling (o car pooling) è uno degli aspetti della mobilità sostenibile e della sharing economy che sta prendendo sempre più piede nelle abitudini degli italiani per quanto riguarda gli spostamenti. Ma vediamo cos’è esattamente il carpooling e qual è il significato di questa abitudine: si tratta semplicemente della condivisione dell’automobile con altre persone che devono percorrere lo stesso tragitto; i benefici sono molteplici, come ad esempio il risparmio sul carburante, ma soprattutto un minore impatto ambientale e un miglioramento della congestione del traffico.

Spesso il carpooling viene confuso con il car sharing, ma la differenza è sostanziale. Il carpooling prevede che un guidatore metta a disposizione i posti liberi nella propria auto con altri passeggeri che devono percorrere la stessa tratta stradale, dividendo i costi di viaggio. Il car sharing, al contrario, prevede l’utilizzo di automobili messe a disposizione da un servizio e che ogni singolo guidatore può decidere quando prendere e quando lasciare, pagando alla società un noleggio a tempo.

In Italia la normativa non solo consente questa pratica, ma addirittura la incentiva. Il decreto ministeriale del 27/3/98 del Ministero dell’Ambiente sulla mobilità sostenibile nelle aree urbane invitava le società a occuparsi del piano di spostamento casa-lavoro dei propri dipendenti istituendo anche un responsabile di mobilità aziendale, inoltre esortava i comuni a organizzare servizi di uso collettivo delle autovetture. Il decreto poi ha portato alla legge del 24 novembre 2000, n. 340 “Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi”, con la quale sono stati creati i Piani Urbani per la Mobilità. Alla luce di queste direttive, dopo anni si è arrivati alle due forme di mobilità sostenibile spiegate prima, e al momento è stata depositata una proposta di legge in Camera dei Deputati specificatamente dedicata al carpooling.

Ad oggi il carpooling non viene applicato soltanto come misura di mobilità aziendale, ma anche molte università italiane invitano gli studenti a condividere l’automobile per raggiungere le sedi: l’Università di Salerno, l’Università di Roma La Sapienza, l’Università di Roma 3, l’Università di Siena e l’Università di Trento sono alcuni esempi, mentre l’Università degli Studi di Milano supporta il car sharing. Infine, anche le Autostrade per l’Italia hanno creato la propria piattaforma per incentivare il carpooling.

Negli ultimi anni sono nate molte piattaforme online di carpooling, e spesso se ne è parlato su Autoblog.it. La più famosa è l’italiana BlaBlaCar, ma c’è anche Zego, e UberPool, il carpooling di Uber. Questi sistemi non si occupano soltanto di mettere in contatto persone che devono compiere lo stesso tratto, ma attraverso un sistema di recensioni e opinioni è possibile scegliere il guidatore con una reputazione migliore, in modo da poter fare un viaggio con più tranquillità, senza l’incognita del “oddio, con chi dovrò viaggiare adesso?”.

Una curiosità: negli Stati Uniti il carpooling è diventato parte di una rubrica molto esilarante del “The Late Late Show with James Corden” sulla CBS, ovvero il Carpool Karaoke. Il conduttore James Corden si mette alla guida di un’automobile e poi passa a prendere uno o più personaggi famosi, spesso cantanti, e nel tragitto cantano svariate canzoni. I video hanno collezionato milioni e milioni di visualizzazioni e vale la pena dare una occhiata: non capita spesso, infatti, di poter dividere l’automobile e cantare insieme alla allora First Lady Michelle Obama, oppure con Gwen Stefani, George Clooney e Julia Roberts.

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