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Winding Road prova la Brabus Rocket: più razzo che auto

“Questa una volta era una Mercedes CLS. Ora si chiama Brabus Rocket, e il nome è tutt’altro che un’esagerazione”. Così inizia la prova di Winding Road, che ha avuto la fortuna di mettere le mani su un mezzo che fa sembrare le AMG delle tranquille e paciose auto per tutti i giorni. Del resto gli


“Questa una volta era una Mercedes CLS. Ora si chiama Brabus Rocket, e il nome è tutt’altro che un’esagerazione”. Così inizia la prova di Winding Road, che ha avuto la fortuna di mettere le mani su un mezzo che fa sembrare le AMG delle tranquille e paciose auto per tutti i giorni. Del resto gli eclettici milionari che ordinano un prodotto del genere (roba da 348.000 euro) vogliono assolutamente distinguersi il più possibile.

L’unicità dell’auto è ben esemplificata dal suo cuore, un motore che ha davvero pochi eguali: i tecnici del reparto R&D Brabus, hanno preso il 5.5 V12 biturbo 517 CV della S 600 e lo hanno stravolto da cima a fondo. Nuovi l’albero motore, gli alberi a camme, la testata ed i pistoni, più grandi di quelli di serie. La cilindrata è infatti salita da 5.5 a 6.2 litri e la potenza è cresciuta fino a toccare la cifra esagerata di 720 CV. Il tutto anche grazie alla riprogettazione completa dei collettori dell’aria, sia per quanto riguarda l’aspirazione che l’uscita dei flussi.

Tutto qui? Macchè. Anche i due turbo hanno ben poco in comune con quelli della sonnolenta S 600: è stato adottato un ulteriore intercooler che ottimizza l’erogazione della spinta, ed inoltre le due turbine hanno ricevuto vari interventi allo scopo di rendere più avvertibile l’intervento dei compressori. Infine, il nuovo impianto di scarico è in acciaio inossidabile.

Brabus Rocket Brabus Rocket Brabus Rocket

Il problema immediatamente successivo è stato settare tutti i parametri della centralina, e soprattutto, degli aiuti elettronici alla dinamica del veicolo alle nuove esigenze, lavoro che ha richiesto uno sforzo notevolissimo a Brabus. Tra gli interventi più importanti va segnalata la limitazione della coppia, ridotta artificialmente da 975 a 810 Nm a 2100 giri. E se vi pare poco…

Non tutti sanno che la Rocket, la berlina più veloce del mondo con i suoi 365,7 km/h è in realtà autolimitata a 350. Quella di Bodo Buschmann, presidente dell’atelier, però, non ha questa limitazione, e i fortunati colleghi di WindingRoad hanno avuto a disposizione proprio quell’esemplare. Dopo un breve tratto in cui i tester hanno dato modo al lubrificante di entrare in temperatura, apprezzando la sorprendente comodità della Rocket, è venuto giù l’inferno.

La lancetta supera i 300 km/h alla velocità del pensiero, come forse nessun’altra auto oggi. Diventare dei potenziali criminali in autobahn tra le altre macchine è una questione di momenti. Ed è li che ringrazi il cielo dei dischi autoventilanti in materiale composito, morsi dalle pinze a dodici pistoncini che inchiodano letteralmente la Rocket. Tutto è superlativo su quest’auto, tutto supera i comuni metri di giudizio. E la cosa più incredibile è la sensazione di assoluto controllo che si prova al volante.

Il merito è dei dispositivi di sicurezza che sorvegliano l’auto in ogni circostanza. Esempio. L’ESP ha una peculiarità: anche spingendo il tastino “ESP OFF” sulla console, il controllo della stabilità non viene disinserito veramente. Si può dire che “sonnecchi” fino al momento in cui -solo nelle situazioni veramente estreme in cui ti può condurre la Rocket- non si risveglia evitando imprevisti.

Telaio e sospensioni, allo stesso modo sono a livelli d’eccellenza. Gli ammortizzatori a gas compresso possono essere settati (davanti come dietro) su sei diversi gradi di rigidezza, a seconda di quanto comfort o reattività siano necessarie in questo o quel frangente.

Ma come va l’handling, come si comporta questa Rocket lontano dai rettifili? Il peso del V12 là davanti non è uno scherzo, e la tendenza a buttare il muso in fuori si fa sentire e come. Ma una volta disinserito l’ESP si può giocare con i 720 CV e produrre spettacolari sovrasterzi. Soprattutto i più “buongustai” apprezzeranno il sensibile lavoro che svolge il differenziale a slittamento limitato.

Significativo il verdetto finale di Winding Road: “The Rocket is business-class comfort combined with Formula1 speed”. Cos’altro aggiungere?

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