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BMW Group Startup Symposium: il mondo delle startups dell’automobile

Sapevate che anche le aziende automobilistiche investono nelle startups? Scopriamo insieme come si muove BMW.

C’è un mondo lontano anni luce in cui non si parla di cavalli, pistoni o tenuta di strada. E’ un microcosmo dove chi ha l’idea giusta, o pensa di averla, fa di tutto per trasformarla in realtà. Come si può immaginare non è facile, non è comodo, ma per qualcuno diventa una ragione di vita. La parola “startup” acquista allora un significato quasi eroico, tra partenza e traguardo finale. Negli ultimi anni, la tecnologia ha cambiato alcune certezze dell’industria automobilistica. L’ha costretta ad una sorta di introspezione, con risultati decisamente interessanti.

Lo conferma Peter Schwarzenbauer (Member of the Management Board BMW). La sua osservazione è lineare. Quante volte nel passato abbiamo visto un’idea “impossibile” diventare realtà? Questa è la spinta per cercare di fare sempre qualcosa di nuovo. Per l’industria automobilistica la chiave è passare da “AUTOmobile” a “autoMOBILITY“, una evoluzione in atto già oggi. Se le case automobilistiche come BMW sono brave a realizzare i propri prodotti, non sono così capaci in termini “velocità”: i cambiamenti portati dalla tecnologia sono più rapidi del ciclo di vita di una vettura. Servono circa sette anni dal progetto alla messa in strada, per un modello che durerà in media altri sette anni. Ma se pensiamo solo ai cellulari ed alle connessioni di sette anni fa, ci possiamo rendere conto della velocità di questi cambiamenti.

Le sfide si presentano allora nel presente così come nel futuro. Uber e Lyft hanno ad esempio un modello di business che si basa sulla piattaforma tecnologica, senza possedere o affittare fisicamente i beni. Stiamo assistendo al passaggio dal “driven by hardware” al “driven by software” dove il software che accompagna il guidatore diventa sempre più importante. Se pensiamo invece al fatto che il 96% del tempo le auto siano parcheggiate e quindi ferme: come poter sfruttare questo enorme potenziale? La sfida con i nuovi competitors si fa interessante, perchè non usano regole classiche dell’industria automobilistica quanto invece proprie regole e modalità. Da qui la domanda: le industrie tecnologiche riusciranno ad imparare a fare automobili prima di quando le industrie automobilistiche impareranno a sviluppare tecnologie in proprio?

La risposta di BMW sta negli “A-C-E-S“, ovvero quattro assi sui quali si fondano le basi per il futuro. A come Autonomous, dove la sfida è sempre più accesa. Oltre a seguire un certo percorso, i “robot” dovranno imparare ad adattarsi nel rilevare nel traffico comportamenti imprevedibili. Lo viviamo tutti i giorni, siamo per certi versi abituati, l’intelligenza artificiale ha bisogno di tempo per questa transizione. BMW ha dovuto imparare che non è possibile sviluppare da soli questo tipo di tecnologia. Per questo motivo hanno acquisito HERE, e lavorano con Intel e Mobileye, con la convinzione che più aziende partecipano, più il risultato sarà vantaggioso. Nel 2030 potrebbero esserci in circolazione solo auto intelligenti. Potremmo decretare finalmente la fine dei semafori, zero incidenti, nessun problema di parcheggio, con un aumento incredibile della qualità della vita.

C come Connected. Già oggi ci sono già 10 milioni di vetture BMW e MINI connesse, con servizi a loro dedicate: Mini Connected e BMW connected. Sono assistenti personali di mobilità per aiutare a giungere a destinazione in orario ed in tranquillità. E’ possibile utilizzare la navigazione dello smartphone per arrivare all’indirizzo di destinazione dopo aver parcheggiato oppure ricevere notifiche sull’orario migliore per partire.

E come Electrified. Nel 2017 BMW ha venduto circa 100.000 veicoli elettrificati. Sono previsti 25 modelli elettrificati per il 2025, di cui 12 completamente elettrici. E’ partito il progetto ChargeNow. 26.000 stazoni di ricarica elettrica in 21 Paesi in tutto il mondo.Digital Energy Solution è invece un progetto per mettere a frutto le conoscenze raccolte nel mondo della mobilità elettrica in contesti e con aziende non automotive. Con Viesmann, ad esempio, è stata sviluppata la possibilità di utilizzare le batterie non più idonee all’uso in automobile per immagazzinare energia prodotta da sistemi fotovoltaici.

S come Services/Shared. Conosciamo anche in Italia il servizio di car sharing DriveNow, attivo a Milano dal 2016. ReachNow, che possiamo considerare come la versione americana di DriveNow, sta sperimentando la possibilità per i privati di dare a disposizione la propria vettura al servizio di car sharing quando non viene utilizzata. Una sorta di AirBnB per le automobili. ParkNow permette invece di prenotare in tempo reale un posto auto e di pagare utilizzando il proprio smartphone.

Se prima accennavano al fatto che l’industria automobilistica è cambiata, vediamo cosa ha messo in opera BMW per avvicinarsi e stimolare il mondo della tecnologia e delle startups.

URBAN-X

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Esiste un rapporto amore-odio per le metropoli. Tutti ne conosciamo pregi e difetti, e nonostante questo il numero degli abitanti cresce in tutto il mondo. Se Mini è da sempre “unconventional” e pensata per gli spostamenti in città URBAN-X è per gli urban innovators. URBAN-X è un acceleratore di startups che reinventano la vita cittadina. Si tratta di progetti che toccano i temi del trasporto, servizi immobiliari, governo e servizi locali. Ogni sei mesi vengono investiti fino a 100.000 dollari per azienda, fino ad un massimo di 10. Ognuna di esse viene aiutata nelle fasi di progettazione, produzione, ingegneria, marketing, costruzione e branding della community. Urban Us collega quindi le aziende con founders, investitori, aziende e funzionari. Uno spazio dedicato a Green Point, New York, con una comunità costruita per i designer ed aperta tutti.

I progetti finanziati spaziano da sensori per la guida autonoma all’intelligenza artificiale per i bisogni della città, piuttosto che un citofono connesso allo smarphone oppure un sistema di recupero di acqua, energia e nutrienti presenti nel cibo che buttiamo.

BMW Startup Garage

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La filosofia di BMW Startup Garage è diversa rispetto ad URBAN-X. BMW Startup Garage non è un “accelerator” o investitore, quanto invece il primo cliente delle startups oppure, se preferite, un “early adopter“. Un modo, quindi, per metterle efficacemente sul mercato.

Le startups vengono valutate per la propria strategia di base, o roadmap. Sulla base di questo vengono selezionate le top startups, con le quali verrà sviluppato il primo
progetto pilota, pagato. Da qui, per Bmw, si tratta di avere una relazione a lungo termine con un fornitore con il quale si è lavorato fin dall’inizio. Per le startups non c’è neanche il vincolo di avere BMW come unico cliente. Il programma si sviluppa in 4 mesi, con il Garage che si impegna affinchè la startup faccia quanto promesso dando gli strumenti necessari.

Bmw i Ventures

bmw-iventures.pngBmw i Ventures è la società venture capital di BMW, con focus sulla mobilità, intelligenza artificiale e guida autonoma, digital life e servizi di energia. Gli investimenti vanno da 500.000 a 20 milioni di dollari per singolo progetto, sia in forma embrionale sia in forma avanzata, coprendo sia il basso sia l’alto rischio. E’ interesse di Bmw i Ventures far crescere le aziende sulle quali investono, trarre profitto, avere accesso al board per prendere decisioni strategiche. Si definiscono una sorta di radar che capta quali sono le migliori startup sulle quali investire. Presente da 7 anni, le persone che lavorano grazie ai progetti finanziati sono circa 2000.

Tre progetti al BMW Group Startup Symposium

bmw-startup-symposiu.jpgTre sono state le startup finaliste del BMW Startup Challenge, tra le quali una sola la vincitrice: LeydenJar Technologies. E’ una startup olandese che ha presentato una batteria composta con anodi di silicio capace di accumulare il 50% dell’energia in più rispetto ai prodotti oggi in commercio; avrà la possibilità di confrontarsi direttamente BMW. Interessanti anche le proposte di Wellsun, con pannelli solari completamente trasparenti. Le piccole “piastrelle” in simil vetro offrono possibilità di utilizzo decisamente maggiori rispetto ai tradizionali pannelli neri, con una efficienza maggiore del 30%. Skytree purifica l’aria all’interno delle vetture eliminando la CO2. Un’idea che può avere importanza in aree congestionate dal traffico ed inquinate, come ad esempio le metropoli cinesi di Pechino e Shanghai.

CapitalFest 2017

capital_fest.jpgSempre ad Amsterdam, CapitalFest è stata la manifestazione nella quale era possibile incontrare le startup più interessanti del momento. The Ocean Cleanup, un progetto per pulire l’oceano dalla plastica. La ricerca sul genoma umano di Zymergen promossa da Softbank, che promette tra l’altro di far scendere i costi delle analisi. Gli aerei umanitari “monouso” di Windhorse Aerospace, in grado di portare ovunque provviste e composti, essi stessi, di prodotti commestibili. Hardt Hyperloop, il treno proiettile finanziato da Elon Musk. Unbabel, intelligenza artificiale al servizio delle traduzioni. Ma soprattutto Bancor, un protocollo ed un nuovo standard per una la prossima generazione di criptovalute chiamate Token Intelligenti. Unica presenza italiana incontrata Shoppi, del siciliano Salvatore Vacante: ci sta lavorando da tre anni, a lui il nostro augurio di trovare l’angel che sta cercando.