Taglio degli standard di efficienza dei veicoli, per Trump sono "ridicoli"

La Casa Bianca propone di ridurre gli standard di efficienza a 34,5 mpg entro il 2031. Industria soddisfatta, ambientalisti avvertono aumento delle emissioni e rischi per la transizione EV

Taglio degli standard di efficienza dei veicoli, per Trump sono "ridicoli"
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Giorgio Colari
Pubblicato il 4 dic 2025

La posizione dell’industria automobilistica americana rispetto ai nuovi standard federali trova una sintesi perfetta nelle parole del CEO di Ford, John Farley: «Allineare gli standard di efficienza alla realtà del mercato». Questa dichiarazione racchiude il nocciolo della questione che l’amministrazione Donald Trump ha affrontato con la decisione di ridimensionare i requisiti federali di consumo per i veicoli leggeri. La nuova norma fissa un obiettivo di efficienza veicoli medio a 34,5 miglia per gallone entro il 2031, registrando un calo significativo rispetto ai 50,4 mpg stabiliti dalla precedente amministrazione. Questa scelta ha immediatamente diviso il dibattito pubblico, creando fronti opposti fra sostenitori e critici della misura.

Allineamento delle regole

La Casa Bianca sostiene fermamente che l’allentamento delle regole riflette le preferenze reali del mercato automobilistico statunitense e promette benefici concreti per i cittadini. Il primo vantaggio annunciato è la riduzione dei prezzi medi di acquisto, attualmente superiori ai 50.000 dollari, grazie a una semplificazione dei processi di fabbricazione. Inoltre, secondo le stime ufficiali, i consumatori potranno usufruire di un risparmio complessivo di 109 miliardi di dollari nel lungo periodo. L’idea centrale della nuova politica è che vincoli normativi meno stringenti consentiranno ai produttori di abbattere drasticamente i costi di fabbricazione, offrendo contemporaneamente ai clienti una maggiore libertà nella scelta tra motori a combustione tradizionali e veicoli elettrici.

Le case automobilistiche hanno accolto positivamente questa decisione, interpretandola come un segnale di riconciliazione fra il quadro normativo e la domanda effettiva del mercato. Stellantis ha risposto particolarmente bene all’annuncio, ritenendo che la giornata rappresenti una riconciliazione fra normativi e domanda reale. L’azienda ha accompagnato questa valutazione con l’annuncio di un corposo investimento USA di 13 miliardi di dollari, da distribuire nei prossimi quattro anni per rafforzare la propria presenza produttiva nel territorio statunitense.

La proposta ha generato forti critiche

Tuttavia, la proposta ha generato forti critiche dai settori ambientalista e climatico. I detrattori sottolineano che l’abbassamento degli standard di efficienza comporterà conseguenze negative sostanziali: un incremento delle emissioni di gas serra, un peggioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane e un aumento dei costi operativi per i proprietari di veicoli a causa del maggior consumo di carburante. Esperti indipendenti affermano inoltre che una simile retromarcia rallenterà significativamente l’adozione di auto elettriche e comprometterà gli impegni climatici nazionali già sottoscritti.

La decisione rappresenta un cambio di rotta netto rispetto alla strategia dell’amministrazione precedente, che aveva posto standard più rigidi come leva strategica per accelerare la transizione verso veicoli a zero emissioni. Il settore automobilistico si ritrova ora di fronte a un dilemma complesso: mentre i produttori tradizionali celebrano la prevedibilità normativa e i costi contenuti, le aziende fortemente orientate all’innovazione elettrica e i fornitori di tecnologie emergenti guardano con preoccupazione il possibile rallentamento dello slancio verso l’elettrificazione.

Cosa resta ai consumatori finali

Per i consumatori finali, il calcolo rimane controverso: un acquisto a prezzo inferiore al momento della vendita potrebbe trasformarsi in maggiori spese di carburante nel corso della vita utile del veicolo. Organizzazioni ambientaliste e amministrazioni locali chiedono valutazioni attente sugli effetti sanitari e climatici della decisione.

La norma è attualmente in una fase preliminare del procedimento federale di rule-making: seguiranno la pubblicazione ufficiale, un periodo aperto ai commenti pubblici, probabili revisioni e l’adozione definitiva. Sono inoltre attesi ricorsi legali e scontri istituzionali, considerata la polarizzazione politica che circonda le politiche climatiche nazionali. Prima dell’assestamento definitivo degli standard federali, il dibattito pubblico fra stakeholder, istituzioni e società civile sarà certamente acceso e prolungato.

 

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