Scatola nera obbligatoria: rischio privacy e conflitti legislativi
La scatola nera obbligatoria sulle auto di nuova omologazione potrebbe portare problemi di privacy ma soprattutto pesanti conflitti con i dispositivi simili istallati dalle assicurazioni.
Fra circa 4 mesi, ovvero il 6 luglio 2022, scatterà l’obbligo europeo che impone la presenza della cosiddetta “scatola nera” sulle automobili per poterne ottenere l’omologazione, mentre nel 2024 sarà obbligatoria per l’immatricolazione. Secondo le autorità europee, lo scopo della Black box sarà quello di aumentare la sicurezza stradale, ma per molte persone questa novità potrebbe avere lo scopo di “spiare” i movimenti degli automobilisti, con buona pace per la privacy.
Controllo dati della vettura
La scatola nera potrà rilevare velocità, accelerazioni, frenate, il funzionamento dei sistemi ADAS e la già citata posizione dei veicoli nel caso in cui questi ultimi sono coinvolti in un incidente. In realtà, la black box non è una novità assoluta, infatti molte auto la montano come sistema di antifurto satellitare oppure per ottenere tariffe agevolate dalle compagnie di assicurazioni.
Controversie legali in vista
Con la scatola nera obbligatorie potrebbero però nascere delle controversie legali che già si sono presentate con i dispositivi proposti dalle assicurazioni. Ad esempio, nel 2017 la legge Concorrenza (124/2017) ha tentato di regolare gli aspetti tecnici, legali e relativi alla scontistica per la RCA della scatola nera.
L’anno successivo si sono anche aperte le consultazioni pubbliche per i decreti attuativi ministeriali che avrebbero dovuto determinare tutte le caratteristiche tecniche di questi sistemi elettronici. Purtroppo, come spesso accade, non si è arrivata ad una soluzione definitiva e nel frattempo le compagnie di assicurazioni hanno continuato a proporre questi dispositivi raggiungendo ben il 20% delle polizze RCA con black box.
Accesso dati solo alle Fdo
La nuova scatola nera obbligatoria dovrà invece rispettare alcune rigide norme, in particolare per quanto riguarda l’uso dei dati sensibili. L’accesso a questi ultimi sarà infatti riservato esclusivamente alle Forze dell’ordine e i dati disponibili saranno esclusivamente quelli relativi ai secondi precedenti e successivi a un eventuale incidente. Di conseguenza, le compagnie potranno utilizzare solo quei determinati dati che verranno riportati nei verbali della Polizia, mentre tutte le altre informazioni relative all’uso del veicolo saranno inaccessibili. Ricordiamo infatti che oggi alcune polizze sfruttano tariffe a consumo (ovvero meno guidi e meno paghi) oppure la cosiddetta “pay how you drive” (tariffa legata alla prudenza o alla esposizione di rischi).
Necessità di un intervento legislativo
Dal punto di vista legale, l’articolo 145-bis del Codice delle Assicurazioni garantisce ai dati registrati dalla scatola nera delle compagnie un valore di “piena prova”, di conseguenza se le informazioni fornite dalla nuova scatola nera obbligatoria fossero differenti, in un eventuale processo civile potrebbero nascere pesanti conflitti. Di conseguenza, è chiaro che per sbrogliare questa situazione e non lasciare nulla al caso sia necessario un rapido ed efficace intervento legislativo, altrimenti potremmo trovarci invischiati in seri problemi burocratici e soprattutto legali.