Home Approfondimenti Iniettori sporchi nei motori benzina, diesel, GPL e metano: sintomi e pulizia

Iniettori sporchi nei motori benzina, diesel, GPL e metano: sintomi e pulizia

Ad intervalli regolari, è opportuno tenere conto del “lavoro sporco” svolto ad ogni ciclo da questi piccoli ma fondamentali componenti: gli interventi di normale manutenzione sono economici e possono evitare grane (e spese) decisamente superiori.

Il circuito di alimentazione si conclude con gli iniettori: componenti fondamentali per il gruppo motopropulsore proprio perché è attraverso di essi che il carburante nebulizzato viene introdotto nella camera di combustione.

Esistono varie tipologie di iniettori, ognuna delle quali è correlata ad un sistema di alimentazione:

  • Iniettori meccanici;
  • Iniettori a pompa;
  • Iniettori elettronici;
  • Iniettori piezoelettrici.

A prescindere dal tipo, sono le funzioni che accomunano le diverse categorie di iniettori: il loro compito consiste – come si accennava più sopra – nel determinare l’esatta quantità di carburante da spruzzare nella camera, processo che nei motori più recenti avviene per mezzo della centralina elettronica di gestione. L’effettivo rendimento del motore deriva quindi da essi.

Gli effetti si manifestano in termini di:

  • Consumi;
  • Prestazioni;
  • Emissioni (qualità dei gas combusti).

Sono piccoli ma essenziali

Anche se vengono provvisti di filtri che imprigionano le impurità presenti nel carburante, è inevitabile che con il trascorrere del tempo, dei km percorsi, dei cicli di lavoro del motore (se viene utilizzato molto in città, a maggior ragione se la vettura è diesel) e anche della qualità dei carburanti stessi utilizzati, gli iniettori tendono a sporcarsi, ovvero ad accumulare le particelle che – soprattutto nei motori turbodiesel – a lungo andare vanno a sedimentarsi e ad intasare gli ugelli, e rendono via via più difficoltosi i processi di nebulizzazione “pulita” del carburante. Tali ostruzioni possono essere evitate, in prima battuta, avendo cura di utilizzare carburanti di qualità, fattore importante per la corretta conservazione degli iniettori.

Se gli iniettori sono da pulire

La routine di manutenzione prevede, in genere, interventi protettivi per gli iniettori: processi svolti dalle officine specializzate ad intervalli grosso modo regolari (ogni 20.000-25.000 km circa, più o meno alla scadenza di ogni tagliando). Si tratta, in misura più semplice, di operazioni che consistono nel versare, nel serbatoio carburante quasi vuoto, un additivo di protezione – specifico per il tipo di alimentazione del veicolo -, al quale si fa seguire un “pieno”. Con questo procedimento, si evita il formarsi di depositi ed incrostazioni sugli iniettori.

Alcune cause di malfunzionamento possano derivare da anomalie meccaniche oppure elettriche, e in questo caso non c’è nulla da fare se non affidarsi ad un autoriparatore specializzato in impianti di iniezione oppure all’assistenza ufficiale della Casa costruttrice. Il più delle volte, vale a dire durante la “normale” vita operativa del veicolo, è tuttavia possibile rilevare dei segnali che avvisano la necessità di un controllo (ed eventualmente di una pulizia), e che non sempre vengono evidenziati dall’accensione della spia del motore:

  • Si nota eccessiva fumosità dall’impianto di scarico;
  • L’avviamento del motore è più difficoltoso;
  • Il motore manifesta anomali fenomeni di arresto, o evidenzia un “minimo” irregolare;
  • La vettura consuma più del normale;
  • L’accelerazione non è “pronta”.

Tranne che nel caso in cui si sente odore di carburante – che richiede di cambiare la guarnizione dell’iniettore -, tutti gli altri sintomi possono essere risolti con un trattamento di pulizia, da effettuare con un additivo specifico (il pulitore per iniettori), fermo restando il rispetto del giusto “mix” fra additivo e carburante prescritto dal produttore.

Gli additivi di pulizia esistenti sul mercato sono molti: tutti richiedono un “impegno economico” piuttosto limitato (nell’ordine di 10-20 euro circa). È tuttavia consigliabile, prima di sceglierne uno, chiedere sempre consiglio ad un autoriparatore specializzato.

Pulizia degli iniettori nei motori a benzina

Per la semplice (per quanto indispensabile) protezione dell’impianto di alimentazione – quindi per evitare che con l’impiego della vettura gli iniettori si sporchino -, la normale procedura richiede l’utilizzo di un additivo protettivo, che va versato ad ogni intervallo di tagliando nel serbatoio del carburante quasi vuoto e poi completamente emulsionato con un “pieno” di benzina.

Se si vuole andare sul sicuro, tuttavia c’è da mettere in preventivo una spesa maggiore (si va da una cinquantina di euro, e si può arrivare a ben oltre il centinaio di euro: molto dipende dalla facilità di esecuzione dell’intervento), si può richiedere lo smontaggio degli iniettori e la loro pulizia “al banco”: intervento che va fatto svolgere da uno specialista in impianti di iniezione.

Pulire gli iniettori nei motori diesel

La questione è analoga a quella esaminata qui sopra nel caso dei motori a benzina, con in più il fatto che per la propria composizione il gasolio è più soggetto a “sporcare” gli iniettori.

Se si sceglie l’utilizzo di un additivo di protezione, è prima di tutto essenziale controllare sulla confezione che il prodotto sia specifico per motori turbodiesel.

I prezzi sono, in linea di massima, gli stessi: da una decina ad una ventina di euro. Analogo discorso per le modalità di impiego. Può essere buona norma provvedere, in alternativa, ad un “pieno” con gasolio “pulito” avendo cura di rispettare le scadenze del caso, magari dopo avere chiesto consiglio ad un autoriparatore specializzato in impianti di iniezione.

Pulizia degli iniettori nei motori a GPL

I gas di petrolio liquefatti possiedono, in senso assoluto, un vantaggio rispetto ai combustibili liquidi ed al gasolio in particolare: il GPL è più “pulito” e “leggero”. Da cui ne deriva una minore tendenza a sporcare gli iniettori, quindi gli intervalli di pulizia sono più lunghi. D’altro canto, proprio perché le necessità di interventi protettivi sono minori, anche la disponibilità di prodotti dedicati alla pulizia degli iniettori per motori a GPL è relativamente inferiore. Il prezzo è in linea di massima equivalente: una quindicina di euro.

Il procedimento di utilizzo di un additivo pulitore iniettori nell’alimentazione di motori a GPL è essenzialmente lo stesso dei motori a benzina ed a gasolio. Cambia la frequenza di azione e la “manovra” di esecuzione: il prodotto va impiegato, almeno ogni 30.000 km ed a motore spento, avvitando il beccuccio del flacone o della bomboletta al bocchettone del serbatoio, facendo attenzione che la bomboletta venga tenuta parallela al veicolo, senza cioè inclinarla.

Pulire gli iniettori nei motori a metano

Partendo dal fatto che ogni circa 50.000 km bisogna sostituire il filtro del metano, va altresì tenuto conto che gli interventi sugli iniettori dei motori a gas naturale sono più delicati. Inoltre, come detto per la protezione degli iniettori nei motori a GPL, gli additivi di qualità esistenti sul mercato sono meno numerosi rispetto a quelli per benzina e turbodiesel.

L’operazione va effettuata, a motore spento, “chiudendo” prima di tutto le bombole; dopodiché, si svita il tubo a bassa pressione, si inserisce il prodotto nel tubicino servendosi di un piccolo imbuto o di una siringa da 100-150 ml (a seconda delle istruzioni dell’azienda produttrice, che sono sempre da rispettare con la massima attenzione), si avvita nuovamente il condotto e si riavvia il veicolo, commutandolo subito dopo nell’alimentazione a metano in modo da favorire la combustione dell’additivo.

Stante la notevole delicatezza di questo intervento, in caso del minimo dubbio vale il consiglio di non “improvvisare”, ma di affidarsi senz’altro ad un’officina specializzata.

Ultime notizie su Approfondimenti

Tutto su Approfondimenti →