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Incidenti stradali 2020: in Italia sono diminuiti, ma è per effetto del lockdown

ACI ed Istat rivelano che le restrizioni alla libera circolazione hanno, nei primi 9 mesi del 2020, consentito di ridurre il numero dei sinistri e delle vittime, tuttavia la sicurezza resta una questione da perfezionare.

In Italia, nei primi nove mesi del 2020 gli incidenti stradali si sono ridotti in maniera drastica. Di conseguenza, è diminuito in modo significativo il numero di lesioni, feriti e vittime. È, in estrema sintesi, la fotografia della situazione nazionale, relativa ai sinistri, scattata da un rapporto ACI-Istat che ha preso in esame le rilevazioni riferite al periodo 1 gennaio-30 settembre 2020.

Ecco le cifre

C’è da essere “soddisfatti”? In senso assoluto sì, in quanto le cifre rivelano quanto segue:

  • numero di incidenti stradali dal 1 gennaio al 30 settembre 2020 con lesioni a persone: 90.821 (pari ad un -29,5% rispetto ai primi nove mesi del 2019)
  • totale dei feriti provocati da incidenti stradali: 123.061 (-32,0%)
  • totale delle vittime entro il trentesimo giorno dall’avvenuto incidente: 1.788 (-26,3%).

La diminuzione risulta ancora più accentuata se si sposta l’obiettivo sui primi sei mesi del 2020:

  • vittime: -34%
  • incidenti e feriti: quasi il 40% in meno.

Riguardo alla categoria di arterie stradali nei quali si è verificata la diminuzione delle vittime, si rileva un calo che interessa tutti gli ambiti stradali: la stima, per i primi nove mesi del 2020, è di circa il 50% in meno sulle autostrade, e fra il 40% ed il 44% in meno sulle strade urbane ed extraurbane.

Le vittime sono diminuite, ma è più “grazie” al lockdown

A raffreddare gli animi interviene tuttavia una considerazione: il sensibile calo degli incidenti stradali registrato in Italia da ACI-Istat nei primi nove mesi di quest’anno, e la notevole diminuzione delle conseguenze fisiche sulle persone, sono in massima parte un effetto del lockdown per contenere i contagi da Coronavirus, che per due mesi e mezzo ha ridotto in maniera drastica le possibilità di spostamento per milioni di persone.

Lo dimostra il fatto che, con la ripresa della libera circolazione, l’analisi dei dati per il trimestre 1 luglio-30 settembre 2020 indica che l’incidentalità è tornata ad aumentare, seppure i cali registrati siano più contenuti in rapporto allo stesso trimestre del 2019.

Risulta dunque chiaro che il minore numero di veicoli e di persone in circolazione (che ha statisticamente contribuito ad abbassare di circa il 23% le percorrenze medie sulle strade extraurbane principali) abbia inciso in maniera preponderante sulla diminuzione degli incidenti: anzi, a ciò va aggiunto anche il calo delle nuove immatricolazioni di autovetture, che dal 1 gennaio al 30 settembre ha fatto segnare un -33% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Com’è andata in Europa

La questione connessa all’elevato tasso di incidentalità sulle strade italiane rimane ben presente, sebbene proprio da noi, in base ai dati diffusi da ETSCEuropean Transport Safety Council riferiti ai decessi registrati ad aprile 2020 in 24 Paesi dell’Unione Europea, si sia verificata la diminuzione più sensibile dei morti rispetto ad altri Paesi europei. Su un calo medio della mortalità del 36% – valore senza precedenti, se si tiene conto che i decessi causati da incidenti stradali nei 28 Paesi UE sono diminuiti del 24% nel decennio 2010-2019 -, l’Italia ha fatto registrare la diminuzione più elevata; seguono, nell’ordine, Belgio, Spagna, Francia e Grecia, tutti con un decremento percentuale maggiore del 55%.

Ci si avvicina ai target UE, ma non basta

Per rimanere in ambito europeo, occorre anche qui interpretare le rilevazioni ACI-Istat: si tratta di dati statistici che informano come non si possa parlare di un oggettivo miglioramento della sicurezza stradale, né di una condotta più “morigerata” da parte degli automobilisti; quanto di una conseguenza delle restrizioni dettate dalla necessità di combattere l’espansione dei contagi. In effetti, se si prendono gli obiettivi europei 2010-2020 sulla sicurezza stradale come punto di riferimento, i dati emersi dai primi nove mesi dell’anno non esprimono valori del tutto positivi. In Italia, ad esempio, con il -43,1% ci si è avvicinati al -50% di target prefissato, tuttavia il notevole calo della mortalità è dipeso più dal confinamento delle persone e dai blocchi alla circolazione.

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