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Hyundai Motorsport, Andrea Adamo si dimette: l’intervista

Alla vigilia dell’addio “Di comune accordo” con la Divisione sportiva del marchio coreano, l’ingegnere piemontese che in quelle ore era ancora team principal aveva esaminato l’immediato futuro del Mondiale rally che si prepara al via della stagione 2022 secondo la nuova formula Rally1 ibrida.

Giunto all’improvviso, quando nessuno se lo sarebbe mai aspettato (vale a dire con la stagione WRC 2022 alle porte, e fra l’altro epocale in quanto rappresenterà il debutto delle vetture “Rally 1” ad alimentazione ibrida), l’annuncio della separazione “Con effetto immediato” fra Hyundai Motorsport e Andrea Adamo ha lasciato sbigottiti gli appassionati.

Il comunicato stampa

Di fatto, le strade fra il marchio coreano (attraverso la Divisione sportiva con sede ad Alzenau, in Baviera) ed il team manager di origine cuneese e laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, si sono divise di comune accordo e “Per motivi strettamente personali” che riguardano lo stesso Adamo, come indicato in una nota stampa ufficiale di Hyundai Motorsport (campione mondiale in carica nelle due precedenti stagioni e che ha terminato il WRC 2021 al secondo posto nella classifica Costruttori, dietro a Toyota Gazoo Racing).

Di seguito la dichiarazione dello stesso Andrea Adamo.

Dopo sei anni trascorsi in Hyundai Motorsport, abbiamo di comune accordo stabilito che io mi dimetta dal mio incarico di team principal. È arrivato, per me, il momento di riflettere sulla attuale fase della mia carriera professionale, un periodo inarrestabile e vincente, pieno di momenti ai massimi livelli, ricordi felici e titoli conquistati. Mi sento orgoglioso dei risultati che abbiamo conseguito, dalla realizzazione di una Divisione Customer Racing invidiabile ai quattro titoli consecutivi vinti nel WTCR e nel WRC. Auguro il meglio al team per il futuro.

Nel ruolo di “numero uno” ad interim di Hyundai Motorsport è stato nominato il presidente Scott Noh, che resterà in carica fino a quando non verrà ufficializzato l’”erede” di Andrea Adamo.

Verso l’era ibrida

A livello agonistico, gli impegni nel WRC 2022 di Hyundai Motorsport restano confermati: l’appuntamento è dunque fissato per il 20 gennaio prossimo, con il via del Rally Montecarlo. La stagione 2022 della massima serie rallystica mondiale sarà animata dalle vetture di classe Rally1, che per la prima volta potranno essere ad alimentazione ibrida, con un’unità elettrica da 134 CV supplementare all’attuale motore termico 1.6 quattro cilindri turbo. Il motore elettrico potrà essere utilizzato liberamente dai piloti per ottenere la massima potenza disponibile (modalità che in ogni caso verranno stabilite dalla Federazione Internazionale), e dovrà essere impiegato come alimentazione al veicolo durante le fasi di transito nei parchi assistenza e negli attraversamenti dei centri abitati in trasferimento fra una prova speciale e quella successiva.

Un interessante rally-test

E proprio Hyundai Motorsport aveva, alla fine di ottobre 2021, dato un primo interessante assaggio pubblico di… Mondiale 2022, attraverso un test dinamico che si era svolto, sulle strade delle Langhe e del Monferrato, sotto forma di rally vero e proprio. Un “tour de force” di quasi 1.500 km, di cui 420 km di prove speciali più una trentina di km da percorrere in modalità elettrica. Nel ruolo di “osservata speciale” c’era la nuovissima Hyundai i20N Rally1 sviluppata, appunto, secondo la nuova regolamentazione ibrida, e quindi profondamente diversa rispetto alla plurivittoriosa i20 Coupé Wrc che aveva debuttato nel 2017 ed ha portato alla Divisione sportiva di Alzenau due titoli Wrc consecutivi (2019 e 2020).

Il “rally test”, svolto sotto la supervisione di Andrea Adamo (peraltro sulle strade per lui “di casa”), aveva visto alternarsi, alla guida della nuova i20N Rally1 ibrida, i tre “volanti” ufficiali di Hyundai ShellMobis Wrt Thierry Neuville, Dani Sordo e Ott Tänak.

A tu per tu con il team principal, alla vigilia delle sue dimissioni

È da rilevare che, proprio nelle ore immediatamente precedenti le clamorose “dimissioni concordate”, avevamo partecipato ad una video-intervista “a tutto tondo” con Andrea Adamo: un lungo colloquio nel quale l’ex team principal di Hyundai Motorsport aveva affrontato, sui taccuini della stampa specializzata, l’immediato futuro del Mondiale rally che con il prossimo anno darà ufficialmente il via all’era elettrificata. Nel meeting, organizzato in videoconferenza, l’allora “grande capo” delle attività sportive di Hyundai aveva analizzato, alla luce dei recenti test piemontesi, l’immediato futuro della massima serie rallystica mondiale e l’epocale evoluzione regolamentare.

Di seguito le domande che erano state poste ad Andrea Adamo da Gaetano Cesarano (direttore di Autoblog.it) e le risposte date da quello che, in quelle ore, era ancora a capo della Divisione racing di Hyundai.

D. Le vetture (riferendosi a Hyundai i20N Rally 1 ad alimentazione ibrida) sono completamente nuove, forse solamente i cerchi sono rimasti gli stessi rispetto a qualche generazione precedente. Le sostanziali modifiche operate stanno, in qualche modo, contribuendo a riportare la passione del grande pubblico nei confronti della specialità? I recenti test svolti in Piemonte sembrano avere evidenziato una risposta forse più sentita da parte del pubblico, rispetto a come poteva avvenire in un passato ancora recente. Quindi, si direbbe che in qualche modo le innovazioni tecniche, e che si stanno portando avanti, siano ben accolte dai potenziali spettatori, che stanno ritrovando un nuovo modo di “vivere” i rally. Questo, per una Casa costruttrice (Hyundai, nello specifico) può essere un ulteriore stimolo per continuare e migliorare l’evoluzione nell’approccio alla specialità?

Credo che, da quanto ho visto durante la nostra simulazione, l’avvicinamento del pubblico sia avvenuto perché noi stessi abbiamo cercato di riportare i rally più vicino alle persone. A mio avviso, è proprio questa la caratteristica che permette al rally di tornare al proprio DNA, che invece – secondo me – era forse ultimamente stato un po’ tradito allontanandolo dal grande pubblico. È stato bello vedere così tante persone accorse a questi test, perché mi fa pensare che quando ci si organizza in un certo modo, il pubblico ha voglia di venire a vedere. Credo che anche Monza, nel suo formato, ne abbia dato ulteriore dimostrazione: vedere così tanti iscritti, pur in una gara di Campionato del mondo, ed assistere a un simile afflusso di pubblico, è senz’altro positivo.

Riguardo al rapporto fra evoluzione dei regolamenti ed avvicinamento del pubblico, credo che la nuova tipologia di vetture non abbia niente a che fare con una maggiore risposta delle persone. Anzi: penso che da parte del pubblico ci sia confusione, non è stato fatto molto per aiutare le persone a capire veramente di che cosa si tratti. Ecco, forse Hyundai è forse stata, con i test piemontesi e la simulazione di rally in cui fra l’altro erano stati invitati i giornalisti ed i rappresentanti della stessa Federazione internazionale, l’unica ad avere contribuito a far capire alle persone (in primo luogo ai media, specializzati o meno) di cosa si tratta. Fino ad oggi abbiamo assistito a varie ‘leggende metropolitane’, che spaziavano dai rally ‘full electric’ fino a campanelli d’allarme del tipo ‘Aiuto, le vetture non faranno più rumore!’.

Quando non c’è informazione, ecco che qualsiasi utente può arrivare, attraverso i social, ad avere più potere mediatico rispetto a chi l’informazione la vive come professione. Per questo abbiamo sentito la necessità di dover dare delle indicazioni chiare sulle vetture che correranno dal 2022. Personalmente, spero che i rally si avvicinino sempre di più alle persone, il che non vuol dire avere la Luna, quanto poter contare su parchi assistenza in zone accessibili, organizzare dei trasferimenti – e quindi consentire l’attuazione della modalità elettrica – all’interno di paesi dove chiunque potrà assistere al passaggio delle auto, vederle da vicino, riavvicinarcisi. Tutte ‘voci’ che, e al netto del Covid che spesso viene usata come scusa per giustificare decisioni non propriamente felici, potranno aiutare il pubblico a tornare ad essere parte dell’evento.

D. C’è molta curiosità, e non solamente a livello mediatico ma anche fra gli appassionati, su come potranno essere, da parte dei piloti, le nuove modalità di gestione delle vetture Rally1 ibride che potranno funzionare parzialmente in elettrico. Molti degli stessi piloti che non hanno mai avuto modo di vivere questa nuova esperienza, potranno ricominciare da un “punto zero” proprio perché l’approccio alla vettura è nuovo, basti pensare appunto ai trasferimenti. Lei pensa che il pubblico abbia già compreso pienamente tutta l’evoluzione tecnica in atto nella nuova classe regina del Mondiale?

Ah, in tutta sincerità noi stessi, che abbiamo a che farne tutti i giorni, facciamo fatica a capirla… Se qualcuno del pubblico ci riesce, tanto di cappello (ride, n.d.r.). Ma andiamo con ordine. Nel Motorsport, la presenza di un Costruttore nasce come strumento di marketing, ovvero dare la possibilità al marchio di evidenziare quali sono i prodotti che ha in mano e le tecnologie ad essi correlate. Il tutto, attraverso un’immagine sportiva, anche se sappiamo benissimo che le soluzioni tecniche utilizzate nelle competizioni possono anche essere lontane da quelle che vengono adottate dalla normale produzione.

In ogni caso, è chiaro l’endorsement che si dà a livello di immagine. Quindi, il compito è di far sì che venga capito dal grande pubblico il perché un Costruttore spenda milioni di euro per prendere parte al campionato del mondo. Questo messaggio deve ‘passare’, cioè essere recepito dalle persone. Il nostro lavoro consiste anche nel far capire che cosa si utilizza nel Mondiale per poter vincere le gare e il Campionato stesso. Riguardo ai piloti, credo che l’uso intelligente della vettura, e ancor di più i driver che sanno gestirne al meglio le potenzialità, saranno premiati.

D. Lei, da grande “direttore d’orchestra”, tutte le volte che si sono verificati dei problemi ha sempre fatto “mea culpa” in prima persona. Quindi ha sempre accettato le critiche quando il team non sia riuscito a raggiungere i traguardi prefissati. Come immagina, per i prossimi mesi, l’importante passaggio di consegne tecnologico per le vetture, sapendo – come già affermato in passato – come sia spesso difficile il ricambio nella gestione delle auto da gara, e considerato che ancora adesso i problemi economici per le piccole Scuderie che non riescono a rivendere il modello precedente e passare alla nuova vettura limitano la partecipazione e quindi la presenza in alcune gare?

Non lo vedo bene. Lo studio di queste vetture era nato con presupposti di riduzione dei costi. Nell’immediato, ci troviamo con auto meno performanti e molto più care rispetto a quelle attuali, quindi non credo che in questo senso si sia raggiunto l’obiettivo prefissato.

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