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F1 GP del Messico: top e flop

Scopriamo i top ed i flop del GP del Messico che ha visto la Red Bull grande protagonista e la Mercedes in difficoltà

Con 19 punti di vantaggio Verstappen ha messo una seria ipoteca sul mondiale piloti dopo il GP del Messico, ma la F1 insegna che bisogna attendere ancora prima di cantare vittoria. Nel frattempo scopriamo i top e i flop della gara appena archiviata.

Red Bull top: anche Perez ostentava sicurezza nei team radio

Quando un pilota consistente ma non sempre irresistibile come Perez si diverte via radio mentre insegue un campione del calibro di Lewis Hamilton, vuol dire che la sua monoposto è talmente veloce ed equilibrata da non temere niente e nessuno. Ed in effetti la Red Bull vista in Messico è stata a dir poco imprendibile sul passo gara, magari non velocissima nel giro secco, ma di sicuro la migliore in assoluto in corsa. Dopo la vittoria di Verstappen ed il podio di Perez, che ha fatto impazzire di gioia i messicani, Horner ha già programmato la reunion delle Spice Girls, mentre Marko ha deciso che tutto è pronto per stappare quella bottiglia che aveva messo da parte per le grande occasioni. Ancora quattro gare e a Milton Keynes partiranno i festeggiamenti con fiumi di Vodka Red Bull e la canzone “Super Max” che verrà suonata senza interruzioni per una settimana lungo le vie della città.

Mercedes flop: solo Hamilton tiene in piedi la baracca

La Stella della Mercedes, fino a questa stagione la più luminosa della F1, si sta spegnendo, la monoposto non è più la migliore del lotto, e tra poco ci sarà un altro sceriffo in città, quel Max Verstappen pronto a rilevare il titolo di Hamilton. A meno che Lewis non faccia il miracolo, ma il campione in carica sta già facendo il massimo, il problema è che non è supportato come nelle stagioni precedenti. Bottas si addormenta in partenza come un automobilista qualsiasi intento a inviare messaggi dallo smartphone al semaforo, e la monoposto non ha il motore e l’efficienza aerodinamica per recuperare lo svantaggio cronometrico da Verstappen. Così Hamilton deve addirittura difendersi da Perez che lo tallona negli ultimi giri, e alla fine è costretto ad ammettere l’inferiorità tecnica attuale. Che siano segnali di resa? La F1 potrebbe interpretarli come tali e sarebbe un disastro per gli ultimi GP, ma i 19 punti di svantaggio da Verstappen sono tanti, non troppi, ma comunque abbastanza da impensierire persino il carattere granitico di Lewis. Adesso bisogna che Wolff corra ai ripari, ma il Brasile è dietro l’angolo e sarà difficile portare novità, mentre spingere troppo la power unit potrebbe essere rischioso. Forse è il caso di mettere Russell sulla monoposto di Bottas facendogli prima un bel discorsetto, così almeno per le ultime gare saranno due contro due contro le Red Bull, perché Bottas ormai si diverte in qualifica e poi in gara corre da spettatore: stare tutti quei giri dietro Ricciardo ha rappresentato la prova tangibile di quanto sia, giustamente, demotivato.

Gasly top: ormai è un top driver

Che lo voglia o no, anche Marko in cuor suo è consapevole di aver preso una cantonata con Gasly, il pilota francese ha dovuto rallentare per non rovinare la gara di Perez davanti al suo pubblico, poi ha fatto da lepre alle due Ferrari che, pur alternandosi, non sono riuscite a prenderlo, e, alla fine, ha chiuso al quarto posto, anche se meritava abbondantemente il podio. Il ragazzo si farà, cantava De Gregori, e così la pensava anche Marko, ma il ragazzo in realtà è già fatto, è pronto per la Red Bull, o almeno per una monoposto del suo calibro, e l’Alpha Tauri, anche se lui non lo dice, inizia a stargli stretta.

Ferrari flop: Leclerc voleva essere protagonista ma ha fatto la comparsa

La Ferrari pensava di ottenere molto di più in Messico, in particolare Leclerc, che, dopo le libere, ha dichiarato: “c’è il potenziale per fare bene”, salvo poi uscire ridimensionato dal GP. Persino Sainz era più veloce in gara, tanto che ha dovuto lasciarlo passare per dargli la chance di rincorrere Gasly, ma gli infruttuosi tentativi dello spagnolo, il quale nel finale ha restituito la quinta posizione a Leclerc, spiegano il momento difficile del Cavallino, meno competitivo dell’Alpha Tauri, team B della Red Bull. D’altra parte, non è un mistero che anche la Ferrari sia focalizzata sulla vettura per il 2022, quando sarà in vigore il nuovo regolamento tecnico, ma i tifosi sperano di vedere almeno un podio negli ultimi appuntamenti del 2021.

Alfa Romeo flop: Giovinazzi merita rispetto

L’Alfa Romeo è un nome troppo importante per l’Italia, e non è giusto che proprio un team con un Marchio del genere “danneggi” l’unico pilota del circus italiano. La chiamata ai box di Giovinazzi quando era settimo e stava andando forte è stata prematura, e lo ha volutamente rigettato in mezzo al traffico, dietro Bottas e Ricciardo che sarebbero stati due muri insormontabile per Antonio. Ma è possibile che nessuno al muretto box abbia fatto bene i calcoli, e come mai certe cose non accadono a Raikkonen? La risposta è che c’è una disparità di trattamento che si manifesta da diverso tempo, e anche il pilota vittima dell’atteggiamento del team ha manifestato la sua insofferenza a fine gara. Non è passato molto dal GP precedente, quando era stato zittito in mondo visione con un team radio spiacevole, poco elegante, a limite del cattivo gusto, sarebbe ora di voltare pagina.

Vettel top: settimo ma in crescita

Stavolta Vettel, pur con un’Aston Martin che, come direbbe Rovazzi, “può solo accompagnare” ci ha messo del suo, ha guidato bene, ed ha conquistato un buon settimo posto, finendo davanti a Raikkonen, ad Alonso, e a Norris. Non sono ancora le prestazioni che ci attendiamo da lui, ma interpretiamo come un segnale incoraggiante il risultato finale, soprattutto se paragonato al weekend disastroso di Stroll.

 

 

 

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