Airbag Takata, l'emergenza si allarga: 100.000 veicoli a rischio
Problemi di sicurezza con gli airbag Takata: quasi 100.000 veicoli coinvolti in Svizzera, gestione dei richiami lenta e misure insufficienti
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La crisi legata agli airbag Takata continua a rappresentare un grave problema di sicurezza automobilistica in Svizzera, con quasi 100.000 veicoli ancora a rischio. “Siamo di fronte a un problema di sicurezza che non può più essere ignorato. I tempi di attesa per la sostituzione sono inaccettabili e mettono a repentaglio la vita delle persone”, ha dichiarato Philippe Burri, responsabile del servizio automobilistico del Cantone di Neuchâtel, evidenziando le carenze nella gestione del richiamo veicoli coinvolti.
Cosa dicono le autorità
Secondo i dati dell’Ufficio Federale delle Strade (OFROU), circa 100.000 veicoli in circolazione in Svizzera sono equipaggiati con gli airbag Takata difettosi. Tra questi, ben 71.000 appartengono al marchio BMW, mentre altri costruttori coinvolti includono Volkswagen, Citroën e Toyota. Complessivamente, il richiamo interessa una ventina di case automobilistiche, evidenziando la portata globale di questa emergenza.
Il problema tecnico risiede nei gonfiatori degli airbag, la cui struttura chimica tende a degradarsi nel tempo, soprattutto in condizioni di elevata umidità e temperature variabili. Questo degrado può causare un’esplosione incontrollata al momento dell’attivazione dell’airbag, trasformando un dispositivo di sicurezza in una potenziale minaccia per la vita. Sebbene in Svizzera non si siano ancora verificati incidenti mortali, a livello globale il bilancio è drammatico, con numerose vittime registrate negli Stati Uniti e in Giappone.
Stop all’utilizzo
La gestione della crisi appare particolarmente problematica. In Francia, ad esempio, è stata adottata la politica dello “Stop drive”, che vieta l’utilizzo immediato dei veicoli dotati di airbag difettosi. In Svizzera, invece, non sono state introdotte misure altrettanto drastiche. Maja Ouertani, portavoce dell’OFROU, ha proposto la deregistrazione dei veicoli a rischio, ma questa soluzione non è stata ancora implementata. Ciò ha sollevato preoccupazioni tra gli automobilisti e gli esperti del settore, che richiedono interventi più incisivi per garantire la sicurezza automobilistica.
Un ulteriore punto critico riguarda i tempi di sostituzione degli airbag Takata. Molti proprietari di veicoli lamentano attese eccessive, che possono protrarsi per mesi. Questo ritardo ha già portato a iniziative legali in diversi paesi europei. In Italia, ad esempio, è stata avviata una class action contro Citroën, che ha raccolto l’adesione di oltre 170.000 automobilisti. Questi casi evidenziano l’urgenza di una risposta coordinata a livello europeo per affrontare situazioni di questa portata.
Azienda fallita
Il caso Takata, che ha portato al fallimento dell’azienda giapponese nel 2017, rappresenta un monito per l’intero settore automobilistico. La necessità di un approccio più efficace e coordinato a livello internazionale è evidente, non solo per gestire i richiami veicoli, ma anche per garantire una maggiore protezione dei consumatori. Senza interventi adeguati, il rischio di incidenti mortali e il conseguente danno alla fiducia degli automobilisti nei confronti delle case automobilistiche potrebbero aumentare esponenzialmente.
In conclusione, la crisi degli airbag Takata non è solo un problema tecnico, ma anche una questione di responsabilità e trasparenza. La sicurezza dei conducenti deve essere una priorità assoluta, e i governi, insieme alle case automobilistiche, devono lavorare per garantire soluzioni rapide ed efficaci. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile evitare che situazioni simili si ripetano in futuro, tutelando così la sicurezza automobilistica e la fiducia dei consumatori.
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