Home Porsche abbandona l’Endurance: è la fine dei prototipi ibridi?

Porsche abbandona l’Endurance: è la fine dei prototipi ibridi?

Ufficiale: la casa tedesca annuncia l’abbandono con un anno di anticipo rispetto ai programmi lasciando orfana la Toyota. Ed ora?

WEC Endurance – La notizia non giunge come un fulmine a ciel sereno, ma anzi, era temuta ed attesa. Ciò non significa che per il mondo del motorsport non sia un brutto colpo: Porsche lascia il mondiale WEC Endurance a fine stagione, un anno prima dei piani iniziali. Una notizia anticipata dal Frankfurter Allgemeine. E’ stata una decisione ponderata dei vertici, con lo stesso Fritz Enziger – responsabile del programma di Stoccarda in LMP1 – che aveva sottolineato il calo di interesse.

L’era moderna dello splendore del Mondiale Endurance in salsa ibrida, per come l’abbiamo conosciuta finora, sta lentamente spegnendo i propri riflettori, ed a voler far calare il sipario sono, come spesso accade nel motorsport, i protagonisti stessi, sopratutto se dettati da dinamiche degne di un costruttore. Nulla di sconvolgente sia chiaro, ma comunque triste da assistere.

Ad un anno – o poco meno – di distanza dal ritiro di casa Audi dal mondiale Endurance – praticamente casa sua – anche la sorellastra Porsche decide di abbandonare la barca, lasciando la sola Toyota in balìa di un mondiale che con un solo costruttore perderebbe il proprio status, il cui stato di salute aveva mostrato preoccupanti campanelli d’allarme ancor prima che la diaspora avvenisse. Non a caso, all’indomani del ritiro di Audi, l’organizzazione aveva cercato un sostituto, con le voci di Peugeot che si rincorrevano invano. Il Leone infatti voleva un tetto massimo dei costi. Quei costi che, in questa formula estremamente stimolante quanto cervellotica, erano schizzati in questa corsa dell’oro che aveva però entusiasmato il pubblico e gli appassionati, oltre ad avere comunque il più classico dei ritorni nella produzione di serie.

Un mondiale che aveva dunque raggiunto il suo apice lo scorso anno con i suoi tre costruttori impegnati al massimo per conquistare la corona iridata e più di ogni altra cosa l’alloro de La Sarthe. L’abbandono di Porsche comporterà praticamente la fine dell’era ibrida dei programmi LMP1, questi missili terra-terra, vero concentrato di tecnologia. Un peccato perchè, se da un lato Audi aveva mollato anche per le conseguenze legate al Dieselgate – comunicative ed economiche – che avrebbero reso poco appetibile quel capolavoro chiamato R18 ad un’opinione pubblica frastornata, la Porsche non ha essenzialmente motivo di mollare il WEC, non fosse altro per una mancanza di stimoli. Insomma, l’idillio è finito: meglio riversarsi sulla Formula E che però ancora non ha quello stesso appeal nel pubblico che invece sta contagiando le case (BMW e Audi, oltre a Porsche saranno della partita). E per chi pensa che sia “troppo poco”, in effetti c’è da considerare come nel 2021 la Formula Uno introdurrà nuove regole tecniche. Sul tavolo, interessato, la stessa Porsche è presente.

Indizi per un prossimo futuro? Probabile. Ora il futuro si fa difficile, e starà all’organizzatore cambiare la propria immagine ed imboccare una nuova strada in attesa delle nuove regole nel 2020. Che possa esserci una fine delle LMP1 ed una evoluzione del mondo LMP2? Fantasia per il momento. Certo è che bisognerà vedere cosa farà Toyota, seppur prevedibile viste le dichiarazioni dei nipponici a inizio anno. Ed allora, o si assisterà ad una meno appetibile scena mondiale con le LMP1 private, o bisognerà trovare nuove strade, al netto di una classe come la GT che invece non mostra segnali di cedimento.

Certo è che si potrebbe giungere ad un’apertura alle Daytona Prototype, per i profani, sostanzialmente LMP2 con motorizzazioni di costruttori. Una fantasia solleticata dalla scelta del team Joest, ex compagine storica Audi, che si è imbarcata nella nuova avventura della IMSA, l’alter ego del WEC – in stile american way – Oltreoceano, accordandosi con Mazda Motorsport per far correre le RT24-P. Sognare è lecito, e rivedere una Mazda vincente, magari a Le Mans, non può che far rievocare la storica, meravigliosa 787B. Ma questi, per il momento, sono solo sogni di una notte di mezza estate. La realtà, per il momento, è amaramente differente.

Porsche entra in Formula E: il comunicato ufficiale

L’ufficialità di quanto scritto finora è arrivata nella mattinata del 28 Luglio. Una news comunicata dalla stessa azienda che traccia ancor di più la volontà di un nuovo percorso di sviluppo ad ampio spettro. Porsche abbandona la classe LMP1 del FIA World Endurance Championship alla fine del 2017, mantenendo l’impegno nelle gare GT, ma anche nell’IMSA ed in altre gare di durata, come scritto in un comunicato. Ciò conferma quanto detto finora: l’attenzione nello sviluppo si concentra sempre più sull’elettrico, abbandonando il mondo ibrido. Non si tratta di una questione di soldi ma di “riallineamento di strategia”.

Oltre al fatto che, per un costruttore, in una situazione di continuità regolamentare complicata con margini di sviluppo non elevatissimi, dopo aver vinto praticamente tutto, non vi è più motivo di rimanere. L’esempio di Audi, per tantissimi anni vincente a Le Mans non è calzante: in quel caso lo sviluppo ha avuto margini di incremento incredibili, portando alla vittoria un propulsore Diesel e sviluppando il TDi oltre all’ibrido. Ed inoltre, i vertici della casa dei quattro anelli erano profondamente innamorati del Motorsport.

Per Porsche si tratta di una situazione non dissimile rispetto a quanto visto da BMW e Toyota in Formula Uno nel passato, ma anche dalla stessa Mercedes in questi giorni in cui ha confermato l’ingresso in Formula E a discapito del DTM, sua storica categoria, evidentemente anacronistica in termini di sviluppo (non di spettacolo e di filiera per i piloti). Nella nota infatti si legge:

“Questo riallineamento di strategia è una conseguenza della direzione intrapresa dall’azienda con la Strategia 2025, che vedrà Porsche impegnata nello sviluppo di una combinazione di pure vetture GT e vetture sportive esclusivamente elettriche, come la prima vettura stradale alimentata a batteria: la Mission E. “Entrare in Formula E e ottenere il successo in questa categoria sono le logiche conseguenze della nostra Mission E. Il crescente livello di libertà negli sviluppi tecnologici interni all’azienda rende la Formula E un campionato allettante”, afferma Michael Steiner, Membro del Consiglio di Amministrazione e responsabile Ricerca e Sviluppo di Porsche AG. “Porsche sta lavorando con concetti di propulsione alternativi e innovativi. Per noi, la Formula E rappresenta l’ambiente competitivo più avanzato nel quale portare avanti lo sviluppo di vetture ad elevate prestazioni in settori quali la compatibilità ambientale, l’efficienza e la sostenibilità”. Porsche ha già compiuto quest’anno i primi passi nello sviluppo della propria vettura di Formula E.

Allo stesso tempo, Porsche sta rafforzando il proprio impegno nella classe GT. “La varietà dei costruttori e il livello di qualità delle gare del WEC e dell’IMSA ci hanno indotto a rafforzare il nostro impegno e a concentrare le nostre energie nell’impiego della 911 RSR”, continua Steiner. “Vogliamo essere i numeri uno. E per riuscirci, dobbiamo investire di conseguenza”.

Fritz Enzinger, vice Presidente LMP1 e figura chiave nel ritorno di Porsche alle massime competizioni nel 2014, afferma: “Formare il team Le Mans da zero è stata una grande sfida. Nel corso degli anni abbiamo composto una squadra incredibilmente professionale e di successo. Questa sarà la nostra base per proseguire. Sono certo che in Formula E continueremo a mantenere il nostro livello più alto. Siamo molto fiduciosi e non vediamo l’ora di iniziare”.

Porsche manterrà completamente intatto il team LMP1 vincente, compresi i piloti ufficiali. Oltre alle iniziative in altre serie di gare e all’intensa preparazione per la Formula E, Porsche sta esaminando altri campi di applicazione e di sviluppo.