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Flavio Manzoni e il nuovo design Volkswagen

Nel numero di giugno di Automobilismo compare un’interessante articolo su Flavio Manzoni, intervistato presso il suo ufficio di Wolfsburg, dove si occupa dello stile dei marchi Volkswagen, Skoda, Bentley e Bugatti – mentre Wolfgang Egger ha un analogo incarico per il raggruppamento Seat, Audi e Lamborghini, sotto il coordinamento generale di Walter De’ Silva. Il

Nel numero di giugno di Automobilismo compare un’interessante articolo su Flavio Manzoni, intervistato presso il suo ufficio di Wolfsburg, dove si occupa dello stile dei marchi Volkswagen, Skoda, Bentley e Bugatti – mentre Wolfgang Egger ha un analogo incarico per il raggruppamento Seat, Audi e Lamborghini, sotto il coordinamento generale di Walter De’ Silva. Il ruolo di Manzoni è, più esattamente, quello di “Direttore creativo”, con il compito di definire le linee guida dei marchi e seguire gli sviluppi del design dei singoli modelli fino al “congelamento dello stile”, estremamente rigoroso per il gruppo tedesco – ovvero non sono ammesse modifiche in corso d’opera.

Dall’intervista, molto ricca di temi interessanti, emerge che effettivamente il nuovo gruppo di lavoro – al quale si aggiungeranno probabilmente altri due disegnatori italiani – sta ridefinendo in particolare il design delle vetture Volkswagen, volendo offrire un segno forte di discontinuità rispetto alla gestione precedente.

Secondo Manzoni, infatti, Skoda ha trovato una sua identità stilistica, con pochi elementi semplici e disposti razionalmente, con in più una certa “freschezza” di idee – il riferimento è soprattutto alla prossima Yeti. Volkswagen, invece, avrebbe perso un po’ la propria identità di marchio nelle sue recenti realizzazioni: Manzoni, insieme a De’ Silva, avrebbe già fissato dei “cardini”, delle linee guida di poche parole per cercare di rendere le vetture di nuovo “identificabili” come Volkswagen. Il punto di partenza è il design VW degli anni ’80 e ’90, e troverà pieno compimento già nella prossima Golf VI.

Ciò che sarò modificato è il decorativismo – a cominciare dalla calandra cromata, tra l’altro troppo simile come concetto al single frame Audi – e la “sportività”, che dal punto di vista stilistico non fa esattamente parte del DNA del marchio, o per lo meno non è prioritario, rispetto alle forme di impatto, solide e coerenti, legate alla “funzione”. Ci si concentrerà, come già è stato fatto con Audi, anche sulle proporzioni e sul “package”: ad esempio, gli sbalzi e la posizione delle ruote.

Viene dunque confermato l’intervento complessivo sul design di tutti i modelli Volkswagen di prossima uscita. Sulla futura Passat CC, la cui presentazione è attesa già per la fine del 2007, non c’era più molto da fare, essendo gli stampi già pronti: l’unico elemento che è stato possibile modificare parzialmente è il frontale. La futura Scirocco, invece, ha ricevuto modifiche più importanti: il frontale è stato ridisegnato, come pure parte della fiancata.

C’è poi la Golf VI, che recupererà alcuni elementi propri della prima serie: il frontale e l’impostazione generale basata su linee orizzontali (a differenza delle linee curve e “verticali” della Golf V) e, più in generale, il rigore formale senza “plateali” concessioni alle sportività, come la prima Golf GTI, resa dinamica da “pochissimi sobri dettagli estetici”. Pur essendo di fatto un restyling “pesante” della Golf attuale, di cui manterrà le proporzioni, la sesta generazione presenterà una svolta stilistica, con frontale e coda di nuova concezione.

Infine, Volkswagen intende coprire tutti i settori, anche quelli di nicchia: le dimensioni aumenteranno nelle vetture di segmento centrale, mentre rimarranno uguali sia nella nuova Phaeton che nelle vetture più piccole. E a proposito di queste ultime, Manzoni fa cenno alla concept A000 (la futura piccola VW), a 4 posti, semplice e funzionale, molto leggera e con vari allestimenti tra cui alcuni alla base della gamma dal prezzo aggressivo; la forma sarà espressione di un’architettura nuova e di una particolare disposizione degli elementi meccanici – non è affermato esplicitamente, ma si tratta quasi certamente del motore posteriore

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