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Il Museo Mazda Frey di Augsburg

Al Museo Mazda di Augsburg appena aperto ad Augsburg, la regina è la Cosmo.

Augsburg, o Augusta in Italiano, è una città di 270.000 abitanti ad un’ottantina di kilometri di distanza dalla più nota Monaco di Baviera. E’ qui che abbiamo assistito all’inaugurazione del Mazda Classic Automobil Museum Frey, una collezione che è di fatto il museo Mazda più grande del mondo, più ampia anche rispetto al Museo Mazda di Hiroshima, presso la sede dell’azienda.

Fu un vero e proprio colpo di fulmine in tempi non sospetti, quello del sig. Walter Frey con la marca giapponese. Risale infatti ai primi anni ’70 la collaborazione con Mazda, che lo portò ad essere uno dei primi concessionari tedeschi. Un amore che dura tutt’oggi e che ha contagiato l’intera famiglia, compresi i figli Marcus e Joachim che insieme al papà guidano il triumvirato del museo. Persone un po’ timide di fronte al pubblico dell’inaugurazione, alle quali piace raccontare il proprio rapporto con le vetture esposte senza cadere nello snobismo da collezionista, esponendo piuttosto foto di vita reale, compresi guasti e scenette famigliari dal gusto tragicomico.

Sono sempre loro a raccontare com’è nato il museo, a partire dalla collezione di 120 mezzi che verranno esposti a rotazione, in modo da avere una esposizione sempre diversa, mai statica. Vetture acquistate nel tempo, alcune delle quali restaurate completamente, altre invece “semplicemente” conservate alla perfezione. Dice il sig. Frey che quando nell’ambiente degli appassionati Mazda si sparse la voce della sua crescente collezione, iniziarono ad arrivargli segnalazioni di modelli da acquistare o “ritirare” un po’ da tuto il mondo, Giappone compreso. Ne sono la prova vetture con la guida a destra, alcune con la targa originale giapponese.

Una location particolare da 1,500 mq quella del museo, ovvero una ex officina tramviaria poi poligono di tiro della polizia, restaurata con cura e dedizione. Travi in legno ed i mattoni a vista per un ambiente decisamente non “asettico”, se vogliamo poco tedesco, che non dimentica il passato: annegata nel pavimento, sotto ad una speciale teca trasparente, una parte dei binari che accoglievano i mezzi tramviari.

Al Museo Mazda Frey è piacevole rivivere momenti di storia dell’automobilismo, come il rapporto tra Mazda e l’ing. Felix Wankel: c’è la sua RX-7 con tanto di certificato di proprietà, che non ha mai guidato perchè non aveva la patente. Oppure scoprire modelli che difficilmente è possibile vedere dal vivo, come le piccolissime R360 e Carol del 1962, piuttosto che le grandi berline Xedos o i tre ruote come il Bongo. Certo, le vetture con motore rotativo attirano l’attenzione, così come la RX-5 o, se preferite, Miata. La reginetta rimane comunque la Cosmo del 1968, un gioiellino al quale manca solo la possibilità di far rombare la propria “voce”.

Mazda ha sempre avuto un rapporto particolare con la Germania fin dai primi anni ’60, ai tempi dell’accordo con NSU per lo sviluppo di una vettura a motore rotativo, che portò alla nascita appunto alla Cosmo. Sarà un caso, o forse no, che il museo nasca proprio in Germania, neanche troppo distante da Neckarsulm, sede della ex NSU.

Il Museo dispone di un sito ricco di informazioni nel quale viene indicato il prezzo del biglietto: 5 euro, con sconti del 50% per minori e seniores. Vale la pena visitarlo? Se siete in zona, sicuramente si.