Home Fiat: anche il futuro di Alfa Romeo è all’estero?

Fiat: anche il futuro di Alfa Romeo è all’estero?

Sergio Marchionne lancia l’ultimatum: le future Alfa Romeo, e Maserati, potrebbero essere prodotte all’estero.


Nonostante i molti dubbi e le voci di possibili cessioni, ancora una volta arriva da Fiat la rassicurazione che rilancio di Alfa Romeo continuerà sicuramente. Sarebbe già questa una notizia, alla quale però si affianca un nuovo punto di domanda. La produzione avverà in Italia o all’estero? Le nuove Fiat, Alfa Romeo, Maserati e Jeep, potrebbero infatti non essere costruite in Italia come preventivato se il Lingotto non riceverà presto dallo stato italiano “regole chiare ed affidabili” per quanto riguarda gli investimenti e la regolamentazione del lavoro, caso Fiom incluso. Ma andiamo con ordine.

Tutto è iniziato lo scorso martedì a Torino dove Sergio Marchionne durante una conferenza stampa ha affermato che “il rilancio di Alfa Romeo continuerà sicuramente”, ma che “lo Stato italiano deve decidere se ciò avverrà direttamente in Italia oppure no, in quanto Fiat e Chrysler hanno varie alternative”. Fiat richiede infatti una chiara regolamentazione del lavoro prima di investire altre somme sulla Penisola, a maggior ragione dopo la riqualificazione, costata 700 milioni di euro insieme al gruppo PSA Peugeot Citroen, di Sevel Sud, impianto dedicato alla creazione di nuovi veicoli commerciali.

Fiat chiede così al Presidente del Consiglio Enrico Letta di riformare una volta per tutte la regolamentazione del lavoro, visto che l’attuale risale al 1970, con regole chiare e semplici che permettano alle aziende di stipulare contratti flessibili, solidi e sicuri, sia per l’azienda stessa, sia per i dipendenti. Sergio Marchionne ha infatti dichiarato: “Non intendo investire altri capitali a rischio in questo Paese finché non sapremo su quali basi potremo portare avanti le nostre relazioni lavorative”. Gli investimenti preventivati di 2 miliardi di euro per lo sviluppo di otto nuove Alfa Romeo e di sei nuove Maserati resteranno così congelati finché la situazione non sarà chiara e Fiat non deciderà se mantenere la produzione in Italia, oppure se spostarla in fabbriche estere.

Tra queste vetture ci sarebbero anche la nuova Alfa Romeo Giulia, una media che, nei piani originali, sarebbe dovuta entrare in produzione nel 2015 nell’impianto di Cassino per essere esportata in tutto il Mondo. Propio la nuova Alfa Giulia sarebbe stato uno dei punti cardine del rilancio del Biscione, con vendite stimate al di sopra dei 100 mila esemplari all’anno e l’introduzione di varianti berlina e familiare su mercati cruciali come quello americano e cinese.

Stesso destino incerto anche per il luogo di produzione della Maserati Levante, il futuro Suv del tridente che Fiat prevedeva di costruire a Mirafiori, ma che potrebbe essere assemblato a Detroit, sulle stesse linee produttive della Jeep Grand Cherokee. Parlando di Jeep, anche il nuovo Suv di segmento B, atteso pe il 2014 e per il quale Fiat investirà un miliardo di euro, potrebbe non essere prodotto a Melfi, ma direttamente in Serbia insieme alle Fiat 500L. Su questa vettura si baserà anche la futura Fiat 500X, con il Lingotto che ha una previsione di vendita annua pari a 150 mila unità per la Jeep e 130 mila per la Fiat 500X.

L’obbiettivo iniziale era infatti quello di risollevare Maserati ed Alfa Romeo, portandole agli stessi livelli delle blasonate Premium tedesche e permettendogli di combattere ad armi pari nei segmenti delle auto di lusso. Così le uniche certezze riguardano gli attuali modelli in produzione, con l’Alfa 4C e la Maserati Ghibli che continueranno ad essere prodotte in Italia, così come la nuova Alfa Spider, sviluppata come due posti a trazione posteriore insieme a Mazda, che costruirà la nuova sportiva italiana insieme alla futura Mazda MX-5.

Marchionne ha così dato l’ultimatum: se le cose rimarranno così, la produzione potrebbe spostarsi in fabbriche che proporrebbero costi più vantaggiosi, permettendo così al Lingotto di proporsi sul mercato con auto in linea con il mercato ed a prezzi concorrenziali.