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Coronavirus: con lo stop Volkswagen perde 2 miliardi di euro a settimana

La Casa tedesca prolunga lo stop degli impianti in Germania fino al 19 aprile

Volkswagen ha annunciato che prolungherà la sospensione della produzione di auto nei sui stabilimenti tedeschi fino al 19 aprile. Il che significa 5 giorni di stop in più rispetto a quanto era stato annunciato inizialmente, lo scorso 17 marzo, alla chiusura di tutte le fabbriche europee con l’obiettivo di contenere l’espansione del COVID-19.

E così gli stabilimenti di assemblaggio delle auto a Dresden, Emden, Osnabrück, Wolfsburg, Zwickau, oltre a quelle dei veicoli industriali e di componenti di Hannover Brunswick, Kassel, Salzgitter e Chemnitz, fermeranno le attività fino, per lo meno, al turno notturno della notte tra il 19 e il 20 aprile.

Ripartire il prima possibile

L’obiettivo, stando a quanto dichiarato da Volkswagen, è “riprendere la produzione il prima possibile con un pacchetto integrale di misure di protezione della salute dei lavoratori. Il programma prevede una riapertura a tappe con un protocollo più stretto di igiene e distanziamento tra gli impiegati delle catene di montaggio”.

In qualsiasi caso Herbert Diess, CEO del Gruppo Volkswagen, ha spiegato ai microfoni della televisione tedesca ZDF che il Gruppo “ha bisogno di ripensare la produzione. Nei nostri impianti tedeschi ancora non abbiamo la disciplina che abbiamo in Cina. Solo se riusciremo ad avere la situazione sotto controllo potremo cogliere l’opportunità di uscire dalla crisi senza perdita di posti di lavoro”.

Bruciati 2 miliardi di euro a settimana

Secondo l’agenzia Reuters, la pandemia si potrebbe tradurre in un’enorme perdita di lavoro per il gigante tedesco, visto che lo stop produttivo, sia in Europa che in America, gli starebbe già costando 2 miliardi di euro a settimana.

In questo senso il massimo responsabile di Volkswagen assicura che il marchio tedesco potrebbe sopportare la chiusura delle sue fabbriche per settimane o forse mesi, ma non indefinitamente. Visto, ovviamente, i costi che questo significa.

In ogni caso il direttore finanziario di Volkswagen, Frank Witter, ha dichiarato, in un’intervista al periodico tedesco Boersen-Zeitung, che “Volkswagen non avrà bisogno di un appoggio finanziario del Governo tedesco, eccetto gli aiuti per i dipendenti. Nella divisione auto abbiamo un solido flusso di cassa e una liquidità decente”.

Allo stesso modo Diess si sarebbe mostrato sicuro riguardo i piani della marca per la Volkswagen ID.3, la prima auto della nuova era elettrica tedesca, le cui prime consegne sarebbero previste per l’estate.

In Cina riprendono le attività

Intanto in Cina già hanno ripreso la produzione marche come BMW, Daimler, FCA, Ford, Honda, Noissan, SAIC, Tesla, Toyota e Volvo, oltre alla stessa Volkswagen. Nel gigante asiatico le attività si starebbero riavviando lentamente dopo che il settore auto ha visto una caduta del 50% a seguito della crisi sanitaria.

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