Allarme prezzi carburanti, consumatori in rivolta
Il decreto accise provoca aumenti del gasolio e riduzioni minime della benzina. Consumatori e associazioni in rivolta
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Il recente decreto accise sui carburanti ha generato una vera e propria ondata di polemiche tra gli automobilisti italiani, trasformando un’operazione che avrebbe dovuto essere neutrale in un duro colpo per il portafoglio. Gli effetti? Un aumento gasolio considerevole e risparmi quasi inesistenti sulla benzina.
La misura non funziona
La misura, emanata congiuntamente dai Ministeri dell’Ambiente e dell’Economia, prevedeva una revisione delle accise: una riduzione di 1,5 centesimi al litro per la benzina (portandola a 713,40 euro per mille litri) e un incremento della stessa entità per il gasolio (salito a 632,40 euro per mille litri). Tuttavia, nella realtà dei distributori, i numeri raccontano un’altra storia.
Le associazioni dei consumatori, tra cui l’Unione Nazionale Consumatori, non hanno tardato a reagire. Il presidente Massimiliano Dona ha denunciato una situazione allarmante: mentre il gasolio ha effettivamente registrato un aumento di 1,5 centesimi al litro, la benzina ha visto cali irrisori, con diminuzioni addirittura di soli 0,1 centesimi in autostrada. Tradotto in termini pratici, un pieno di benzina consente un risparmio di appena 5 centesimi, mentre chi utilizza gasolio si trova a spendere 75 centesimi in più.
Differenze regionali
La situazione si complica ulteriormente analizzando le differenze regionali. In media, il calo del prezzo della benzina si attesta a soli 0,4 centesimi al litro, mentre l’incremento per il gasolio raggiunge 1,3 centesimi. Un divario che ha spinto il Codacons a preparare esposti a ben 104 Procure della Repubblica, ipotizzando reati di truffa aggravata e aggiotaggio. Il malcontento si estende anche alla percezione di una mancanza di trasparenza nelle politiche fiscali sui prezzi carburanti.
Secondo i dati raccolti dal Codacons, l’impatto del provvedimento è evidente: oggi un pieno di gasolio costa in media 0,915 euro in più rispetto al periodo precedente al decreto. Una cifra che, in un contesto economico già difficile per molte famiglie italiane, non può passare inosservata.
Le politiche fiscali aprono un dibattito
La vicenda ha aperto un dibattito acceso sull’efficacia delle politiche fiscali in materia di carburanti e sulla necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze dell’erario e la tutela del potere d’acquisto dei cittadini. Per molti, questa misura avrebbe dovuto rappresentare una semplice “partita di giro”, senza penalizzare nessuna categoria di automobilisti. Invece, ha generato una vera e propria mobilitazione delle proteste consumatori, con richieste di maggiore chiarezza e interventi più equi da parte delle istituzioni.
In un periodo in cui l’economia familiare è già messa a dura prova, il peso aggiuntivo dei rincari sui carburanti non fa che acuire le difficoltà. Questo episodio solleva interrogativi non solo sull’efficacia delle misure adottate, ma anche sulla capacità del governo di gestire in modo trasparente e responsabile una questione così cruciale per milioni di cittadini.
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