Italdesign: il futuro incerto di un'icona del design automobilistico

Italdesign, eccellenza italiana del design auto, messa in vendita da Audi. Sindacati in allarme per il futuro dell'azienda e dei lavoratori.

Di Fabrizio Caratani
Pubblicato il 11 mag 2025
Italdesign: il futuro incerto di un'icona del design automobilistico

Italdesign, storico baluardo del design automobilistico italiano, è pronto a cambiare proprietà. Fondato nel 1968 da Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani, questo gioiello del settore potrebbe presto passare nelle mani di nuovi acquirenti, con multinazionali cinesi tra i principali interessati. Il gruppo Volkswagen, tramite la controllata Audi, ha infatti deciso di cedere la celebre azienda torinese, mettendo in gioco un fatturato di 145 milioni di euro e un’eredità creativa senza eguali.

La trattativa è in fase avanzata, con una due diligence in corso, e l’ombra di uno “spezzatino industriale” preoccupa sindacati e lavoratori. Le commesse attuali, legate in gran parte al gruppo Volkswagen, rischiano di non trovare continuità con i nuovi proprietari, minacciando così il futuro di un pilastro dell’industria piemontese.

Italdesign ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’automobile, firmando capolavori come la prima serie della Golf, la DeLorean di “Ritorno al Futuro”, l’Alfetta e la Lancia Delta. Con la chiusura di Bertone, la cessione di Pininfarina a Mahindra e il fallimento del rilancio di De Tomaso, rappresenta l’ultimo simbolo operativo della celebre “Design Valley” di Torino.

La decisione di vendere arriva in un momento di profonda crisi auto, con il settore in piena transizione verso l’elettrico. Volkswagen, che ha già investito oltre 15 miliardi di euro nella mobilità sostenibile e annunciato migliaia di esuberi, cerca di ridurre i costi concentrandosi su asset considerati strategici. Paradossalmente, Italdesign viene messa sul mercato nonostante i risultati economici brillanti: 145 milioni di euro di ricavi e 20 milioni di utile nel 2023.

Questa decisione ha sollevato un’ondata di preoccupazione e indignazione tra i sindacati. Fiom e Fim, in particolare, hanno espresso ferma opposizione alla vendita. “Ancora una volta, nei momenti di crisi, i gruppi tedeschi sacrificano aziende fuori dai propri confini”, ha dichiarato Gianni Mannori di Fiom Cgil Torino. Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil, ha sottolineato l’importanza di preservare questa eccellenza italiana, definendola un simbolo del patrimonio industriale nazionale.

Un’assemblea con i lavoratori è stata convocata presso la sede di Moncalieri, in vista di un incontro decisivo previsto per il 19 maggio. A questo tavolo parteciperanno anche IG Metall e l’Unione Industriali di Torino, in un tentativo congiunto di trovare soluzioni che possano salvaguardare il futuro dell’azienda e del territorio.

La vendita di Italdesign rappresenta una ferita aperta per il panorama industriale italiano. In un contesto già segnato dalla crisi auto, la cessione di questa icona del design automobilistico rischia di privare il Paese di uno dei suoi ultimi baluardi creativi. Le preoccupazioni riguardano non solo la perdita di posti di lavoro, ma anche il rischio di vedere l’eredità di Giugiaro e Mantovani dissolversi lontano dall’Italia.

Con il settore in evoluzione e la transizione verso l’elettrico che richiede enormi investimenti, il futuro di Italdesign appare incerto. Tuttavia, l’attenzione e la mobilitazione dei sindacati e dei lavoratori dimostrano quanto questa eccellenza sia considerata cruciale per il tessuto industriale di Torino e dell’intero Paese.

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