Home #BioMetaNow: Panda BioMetano a Milano, nonostante l’Area C

#BioMetaNow: Panda BioMetano a Milano, nonostante l’Area C

Inizia la sperimentazione del bio metano con Panda Natural Power, a Milano, alla faccia dell’Area C.

E’ da poco partita una sperimentazione che vedrà protagonista una Panda Natural Power, e che sarà alimentata da biometano prodotto dal Gruppo CAP, gestore servizio idrico integrato nella Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Pavia, Varese, Como. L’obiettivo è di valutare gli effetti del biocarburante sul motore bicilindrico Fiat TwinAir da 0.9 cm3 e 80 cv, avendo la sperimentazione un arco temporale di diversi mesi ed un totale complessivo di circa 80.000 km.

La vettura utilizzerà il biometano prodotto dai reflui fognari trattati nell’impianto di Niguarda-Bresso. Il processo prevede la trasformazione dei depuratori in bio-raffinerie, e solo a Bresso si potrebbe produrre bio metano sufficiente per alimentare 416 veicoli per 20 mila chilometri all’anno secondo i calcoli di Gruppo CAP. Non male, se si considera il recupero di uno “scarto”.

Il biometano, ha stesse caratteristiche del metano ma viene infatti prodotto da fonti rinnovabili o a zero impatto. Si ottiene sia dalle acque di scarto, così come dagli scarti di biomasse di origine agricola, ma anche dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani della raccolta differenziata. Come scritto più volte da tutti, il metano è oggi il carburante più pulito disponibile, grazie alle minime emissioni nocive: dal particolato, ridotto praticamente a zero, agli ossidi di azoto e agli idrocarburi più reattivi che causano la formazione di altri inquinanti. E proprio i veicoli a metano possono contribuire a ridurre l’inquinamento in città.

Tutto bene? Ovviamente no. Perchè la schizofrenia italiana porta al paradosso di avere nella stessa città progetti innovativi per la riduzione delle emissioni e… una amministrazione comunale che castra il trasporto a metano. Come sia stato possibile imporre il dazio “Area C” ai mezzi a gas naturale e gpl, è tutt’oggi di difficile comprensione. Questioni di ecologia o più banalmente di “cassa”? Il cittadino, oltre a pagare, può rifarsi a quanto diceva Andreotti… “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.