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La sfida di Volkswagen al mercato delle moto: Audi acquista Ducati

Sembra ormai tutto fatto per il passaggio della casa motociclistica italiana Ducati ai tedeschi della Audi

Sembra ormai questione di ore il passaggio della casa motociclistica Ducati ai tedeschi di Audi. Tutte le fonti, a partire da Motoblog, sono infatti concordi nel ritenere ormai concluse le trattative per l’acquisto dello storico marchio italiano per la cifra di 860 milioni di Euro. Il gruppo Volkswagen si porta così a casa un altro pezzo di Made in Italy anche se, a voler ben vedere, la Ducati era tornata in mani nostrane da meno di 10 anni.

Le trattative sono state lunghe e hanno visto scendere in campo molti possibili acquirenti, a partire da Lapo Elkann che aveva dichiarato: «Mi considero un grande patriota e mi dispiacerebbe molto se la Ducati venisse venduta all’estero e finisse in cattive mani. I manager hanno fatto una richiesta economica esosa. Cosa farei se abbassassero le pretese? In quel caso sì. Potrei pensare davvero di farmi avanti con un’offerta».

L’acquisto della casa costruttrice di motociclette da parte della Audi permetterà al gruppo VW di avviare una reale concorrenza con i rivali della BMW sul mercato delle due ruote, oltre a portare a 12 il numero di marchi posseduti dalla holding di Wolfsburg. «L’acquisizione di Ducati è dettata più dalla passione di Volkswagen per i nomi piuttosto che da logica finanziaria o industriale», ha affermato l’analista Arndt Ellinghorst di Credit Suisse citato da Reuters.

Il mercato sembra vedere di buon occhio il passaggio della Ducati in mani tedesche. L’ingresso di un colosso come Volkswagen potrebbe infatti rilanciare un settore in difficoltà. Da Asapress:

«In generale valutiamo positivamente l’eventuale acquisizione dell’ultimo costruttore indipendente del settore motociclistico europeo da parte di un investitore strategico come il gruppo Volkswagen»: così Stefan Pierer, amministratore di Ktm, all’edizione tedesca del Financial Times a proposito della ventilata offerta di Audi per Ducati. La presenza di un colosso come Vw potrebbe contribuire a rilanciare il settore delle moto che, ha spiegato Pierer, sta risentendo da tempo della crisi e che potrebbe beneficiare di economie di scala e di uno scambio tecnologico. «Il mercato si è dimezzato», ha sintetizzato il responsabile di Ktm.

Automotive News ha citato Christoph Stuermer, analista di IHS Automotive, dire che «la Ducati è una delle macchine più straordinarie che si possano comprare, ma è strategicamente insignificante per Volkswagen. I suoi profitti sono superiori a quelli di Bugatti e Lamborghini insieme, ma nell’ambito dell’automotive sono puramente accessori».

Le vicende di Ducati sono state lunghe e complesse e hanno portato spesso il marchio fuori dai confini nazionali. Come accennavamo all’inizio del post, era solo dal 2006 che l’azienda era tornata di proprietà di un gruppo italiano, Investindustrial Holdings. Dal 1996 era infatti passata agli americani del Texas Pacific Group che l’avevano rilevata dalla Cagiva rinominandola Ducati Motor Holding SpA. Attenzione dunque quando si parla di pezzi di Italia svenduti, di duro colpo al Made in Italy e così via: Ducati non era veramente italiana già da molto tempo.

Il nome di questa azienda non è sempre stato legato alle motociclette. Inizialmente infatti la Società Scientifica Radio Brevetti Ducati nacque per sviluppare tecnologie per le comunicazioni radio. Il reparto moto nacque solo nel 1946, a vent’anni dalla fondazione, con la produzione di un motore monocilindrico per biciclette: il Cucciolo. La scissione tra Ducati Meccanica e Ducati Elettrotecnica avvenne nel 1954. Nello stesso anno venne assunto il progettista Fabio Taglioni che per 30 anni ha contribuito a creare il mito della casa costruttrice. Dopo essere passata ad EFIM, Finmeccanica ed IRI, la società venne ceduta alla Cagiva nel 1985.