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Alfa Romeo, Alfa 90: ammiraglia incompresa del Biscione

L’Alfa 90 fu presentata nel 1984 come ammiraglia per riaffermare il Biscione nel segmento E e battere la concorrenza estera formata soprattutto da BMW. Un’erede dell’Alfetta dalla grande eleganza e dalla firma di Bertone

L’Alfa 90, un’ammiraglia in vero stile Alfa Romeo che scelse per lei questo nome come segno propiziatorio. L’Alfa 90, infatti, doveva essere la vettura del Biscione per l’ultimo decennio del secolo scorso, un periodo che purtroppo non vide, perché da Arese decisero di staccare la spina a questa berlina ben prima di farle sfiorare gli anni ’90, infatti nel 1987 venne sostituita con la 164. Tuttavia, le doti tecniche e stilistiche di questa vettura non possono essere dimenticare e non la si può etichettare come un’auto non degna della storia di Alfa Romeo, anzi tutt’altro.

La genesi

Sostituire una vettura come l’Alfetta non era una soluzione molto facile, perché seppur con molti anni sulle spalle, continuava ad avere nel 1982 una schiera nutrita di appassionati, in più le sue soluzioni tecniche e le sue doti su strada la rendevano ancora appetibile. I vertici di Alfa Romeo però cominciarono a pensare a una sostituta, così nel 1984 venne presentata l’Alfa 90. Si trattava di una vettura di segmento E che aveva come obiettivo quello di rinvigorire la presenza del Biscione in un settore dove BMW faceva da padrona, anche nel mercato italiano. L’Alfa però aveva voglia di dare al pubblico una berlina di prestigio, dalle grandi doti sportive e dalla tenuta di strada ottimale.

Purtroppo il progetto Alfa 90 aveva poco tempo a disposizione (solo 30 mesi), per questo motivo venne utilizzato il pianale dell’Alfetta, ma con una serie di novità determinanti. Innanzitutto la disponibilità del servosterzo e di una tiranteria del comando del cambio per ridurre l’escursione della cloche e aumentare la precisione degli innesti, evitando così il rischio di “grattate”, specialmente nella guida sportiva sotto pressione. Tante altre modifiche vennero fatte al telaio per aumentare l’efficienza della vettura anche quando sotto al cofano si trovava il 2.5 V6 dalla straordinaria potenza.

Design by Bertone

L’Alfa Romeo si affida a Bertone per dare personalità e stile all’Alfa 90, quindi partendo dalla base dell’Alfetta ne mantiene invariate le dimensioni esterne conservandone la silhouette a tre volumi, ma capovolgendo tutta l’impostazione di design delle berline del Biscione degli anni ’70, puntando più su contenuti di eleganza e curando maggiormente i dettagli e le finiture. Il frontale è la parte che ha convinto di meno gli appassionati, perché è stata ridotta la componente di aggressività, pur tuttavia restando tipicamente Alfa con il suo scudo ridotto posto al centro della griglia. Curiosa la scelta del portatarga al posteriore, che la rende meno banale e più ricercata, con la sua posizione sfalsata. Tra i particolari di rilievo spicca lo spoiler anteriore, che si abbassa automaticamente a partire dagli 80 km/h. All’interno invece si respira un’aria lussuosa, con una bella plancia massiccia, tipico dello stile Bertone dell’epoca, che si esprime al meglio sulla versione top di gamma, la 2.5 Quadrifoglio Oro, la quale vanta la strumentazione “optoelettronica” a elementi fluorescenti. Un altro elemento di culto e molto affascinante è la valigetta ventiquattrore (optional), che si può riporre in un apposito vano della plancia.

Motori

L’Alfa 90 porta in dote una bella gamma di motori, quindi al già citato 2.5 Quadrifoglio Oro, che vanta un V6 a iniezione elettronica da 156 CV, la gamma comprende anche la la 2.0 i – con il classico 4 cilindri bialbero Alfa – provvisto di iniezione elettronica e variatore di fase, che eroga 128 CV, e il 2.4 Turbodiesel – con un nuovo VM dotato di intercooler – che sviluppa 110 CV. Le tre versioni garantiscono davvero un elevato tasso di divertimento e prestazioni, la 2.5 V6 era capace pure di superare i 200 km/h. Il temperamento sportivo di Alfa è garantito.

Arriva la 164

Nel 1987, con l’Alfa Romeo ceduta al Gruppo Fiat, si decide di dire addio all’Alfa 90 di Bertone per lasciar spazio a un’altra grande ammiraglia del Biscione, la 164. Il bilancio di mercato non è così positivo, perché a partire dal 1984 sono stati prodotti solo 56.428 esemplari, soffrendo in gran parte anche la concorrenza interna formata dall’Alfa 75, ritenuta più sportiva e dal prezzo più accessibile. Nel complesso però l’Alfa 90, seppur sia stato un modello di transizione nella storia del Biscione, è una vettura che merita di essere ricordata e apprezzata da tutti coloro che hanno l’Alfa Romeo nel cuore.