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Fiat Campagnola: la fuoristrada italiana per antonomasia

Nota anche come modello AR51, la prima generazione della fuoristrada Fiat Campagnola nacque per l’utilizzo militare e fu prodotta anche per l’uso civile fino al 1973


Nell’estate del 1951, presso lo stabilimento Lingotto di Torino, iniziò la produzione della Fiat Campagnola, presentata ufficialmente alla Fiera del Levante di Bari nel successivo mese di settembre. Il costruttore torinese progettò questa fuoristrada per aggiudicarsi il bando del Ministero della Difesa, pubblicato nel mese di novembre del 1950. La Fiat Campagnola vinse l’appalto che prevedeva l’acquisto di 6.000 ‘camionette’ da parte dello Stato, grazie al costo inferiore rispetto alla concorrente Alfa Romeo 1900M ‘Matta’. Inizialmente, Fiat aveva previsto di produrre la statunitense “Jeep” di Willys su licenza, presso la consociata Simca in Francia. Tuttavia, fu preferito il progetto 1101 di Dante Giacosa, in quanto condivideva gran parte della meccanica con i modelli 1100, 1400 e 1900. La denominazione iniziale, invece, era Alpina, ma poi fu preferito il titolo dell’omonima canzone di Carlo Buti.

Le caratteristiche principali della Fiat Campagnola – nota nell’ambiente militare anche con la sigla AR51 (acronimo di Autoveicolo da Ricognizione del 1951) – erano la carrozzeria ‘torpedo’ con il parabrezza ribaltabile in avanti, i due sedili anteriori, le due panche longitudinali posteriori per quattro posti, la portata di 500 kg, il telone di copertura e i giunti omocinetici. Esteticamente, la declinazione ‘automobilistica’ della Fiat Campagnola, in vendita al prezzo base di 1.600.000 Lire, era riconoscibile per lo sportello posteriore incernierato in basso, la copertura più alta con i finestrini laterali in celluloide e le panche posteriori imbottite, nonché dotate di schienale. Per quanto riguarda le dimensioni, era lunga 364 cm, larga 148 cm e alta 195 cm, mentre il passo misurava 225 cm. La Fiat Campagnola era equipaggiata con il motore a benzina 1900 a quattro cilindri ad ‘aste e bilancieri’ da 53 CV di potenza e 100 km/h di velocità massima, abbinato al cambio manuale a quattro marce con riduttore. Il resto della meccanica prevedeva la trazione integrale inseribile solo con le marce ridotte, il bloccaggio automatico del differenziale posteriore e il telaio a longheroni con traverse in lamiera scatolata.

Inoltre, la Fiat Campagnola era dotata di sospensioni anteriori indipendenti con molle elicoidali, barra stabilizzatrice trasversale e ammortizzatori idraulici a bagno d’olio, mentre il retrotreno era composto dalle sospensioni posteriori ad assale rigido con molle a balestra e ammortizzatori telescopici. Nel 1953, la gamma fu allargata alla declinazione con il propulsore 1900 Diesel da 40 CV di potenza e 85 km/h di velocità massima, proposta al prezzo base di 1,8 milioni di Lire. Parallelamente, fu leggermente aggiornata l’estetica e fu installato il comando indipendente per la trazione integrale inseribile.

Nel 1955 debuttò la seconda serie della Fiat Campagnola, nota anche come Campagnola A o AR55. Il rinnovamento estetico comprendeva il paraurti anteriore ridisegnato, la fanaleria modificata, l’impianto di riscaldamento incluso nella dotazione di serie e il bloccaggio manuale del differenziale posteriore. Tuttavia, la maggiore novità fu rappresentata dall’aggiornamento delle motorizzazioni, con il propulsore a benzina 1900 da 63 CV di potenza e 116 km/h di velocità massima ed il motore 1900 Diesel da 43 CV. La Fiat Campagnola fu aggiornata nuovamente nel 1959, quando adottò la fanaleria modificata per l’adeguamento al Codice della Strada. La relativa versione militare, inoltre, adottò la sigla AR59 e l’impianto elettrico potenziato. Nel 1960 fu introdotta la Campagnola B con il motore 1900 Diesel da 47 CV di potenza e 95 km/h di velocità massima, poi sostituita – nel 1968 – dalla Campagnola C che prevedeva il sistema d’iniezione a pompa rotativa Bosch e l’impianto elettrico con l’alternatore al posto della dinamo. L’uscita di scena della Fiat Campagnola risale al 1973, quando terminò la produzione dopo 39.076 esemplari, di cui 7.783 nella declinazione con la motorizzazione diesel.