Con l’inizio del mese di Novembre l’ESP, acronimo di Electronic Stability Program (Controllo Elettronico di Stabilità), diventa obbligatorio su tutte le autovetture e su tutti i veicoli commerciali leggeri (fino a 3,5 tonnellate di massa totale) di nuova immatricolazione. Il merito è di una normativa europea che impone ai costruttori di installare di serie il prezioso dispositivo: quest’ultimo, come sapete, interviene autonomamente su freni e motore per prevenire e correggere pericolose sbandate, come i classici fenomeni di sottosterzo e sovrasterzo, che possono sopraggiungere su strada con fondo a bassa aderenza o se si esagera con l’acceleratore.
Gli esperti del settore ritengono che l’ESP sia il più importante dispositivo di sicurezza, dopo le cinture di ritenzione, presente sulle moderne automobili: introdotto su Mercedes Classe S nel 1995, questo sistema elettronico, prodotto in oltre 100 milioni di unità, avrebbe permesso fino ad oggi di evitare 190.000 incidenti e di salvare circa 6.000 vite umane. Va da sé che la sua importanza ai fini della sicurezza di marcia sia maggiore anche a quella degli airbag. Secondo le stime della tedesca Bosch (primo produttore mondiale del sistema), nel 2014 l’84% dei veicoli di nuova immatricolazione venduti nel Vecchio Continente potranno contare su questo dispositivo di sicurezza, contro il 59% della media mondiale; anche se una regolamentazione analoga a quella europea entrerà in vigore nei prossimi anni in Giappone, Corea, Russia e Turchia.
Nel corso degli anni l’ESP è diventato più efficiente nel funzionamento e meno costoso da produrre. Passi avanti importanti sono stati fatti anche sotto il profilo delle funzionalità aggiuntive, della compattezza e della leggerezza della centralina dedicata: basti pensare che la prima versione del dispositivo pesava 4,3 kg mentre l’attuale, la nona generazione, pesa appena 1,6 kg.