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Vendite auto Italia: falsa partenza a gennaio 2019

I dati di gennaio 2019 sulle vendite di auto in Italia registrano un calo deciso. Prosegue il crollo del diesel. Marche, eccellente mese per la Lancia, scendono forte le altre italiane. Boom di Volkswagen T-Roc

Com’era finito ricomincia: l’anno non si apre positivamente per il mercato auto. Le vendite di auto in Italia a gennaio 2019 hanno fatto registrare un pesante -7,6% rispetto a gennaio 2018, contrassegnato da una leggera crescita fortemente influenzata da auto-immatricolazioni (destinate a diventare Km 0) e promozioni consistenti. Nel primo mese di quest’anno nel nostro paese sono state immatricolate 164.864 autovetture, secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti ed elaborati da Unrae. Non è certo un bel segnale. Soprattutto considerando che dal 1° marzo tutte le auto nuove le cui emissioni di CO2 siano superiori a 160 g/Km dovranno pagare la tassa sulle emissioni, altrimenti nota come ecotassa. Piove sul bagnato.

 

Vendite auto Italia gennaio 2019: il genocidio del diesel

Il primo elemento da evidenziare osservando i dati di gennaio 2019 è l’ulteriore aggravamento nelle vendite di auto diesel, a causa della sistematica campagna politica che vuole uccidere questa alimentazione, e ci sta riuscendo benissimo: un massacrante -31,4% che provoca il sorpasso della benzina nella quota di mercato, 45,1% contro 41,1%. A gennaio 2018 invece il gasolio aveva il 55,3% contro il 32,5%. Complimenti a tutti, un capolavoro.

Unrae sottolinea due dati interessanti: la difficoltà nello smaltire nel nostro Paese le auto con questa alimentazione sta diventando così elevata per cui ormai l’esportazione sta diventando lo sbocco principale; la Bulgaria è diventata la nazione principale di destinazione dei nostri diesel, il 30% del totale. L’altra cifra che deve far riflettere è il rigonfiamento dello stock di auto-immatricolazioni, cioè veicoli che rivenditori e anche costruttori intestano a se stessi. Oggi il 69,6% è composto da auto a gasolio. E’ c’è un solo motivo per cui la gente sta smettendo di comprare questi veicoli: il fondatissimo timore che a breve venga loro proibito di circolare. Già le città principali hanno messo in atto allucinanti divieti per i prossimi anni, anche sui veicoli Euro 6. Il delitto perfetto. Di conseguenza ci si sposta sempre di più verso la benzina, +27,8%, e tanti saluti alla preoccupazione per la CO2. Che infatti è aumentata del 7% a gennaio. Applausi scroscianti.

Le auto ibride stanno crescendo in modo sostenuto, +19%. Tuttavia una fetta sempre crescente di modelli è composta da “mild hybrid”, veicoli la cui componente elettrica è minima e viene impiegata solo come assistenza al motore a benzina durante le accelerazioni iniziali; sono essenzialmente degli start/stop evoluti. Sistemi intelligenti e razionali che aiutano, ma il loro impatto sul contenimento delle emissioni è irrisorio rispetto alle ibride “vere”, cioè le auto-ricaricabili e le plug-in.

Il gas vive vicende alterne. Le auto a GPL sono cresciute dell’8,2%. Ma quelle a metano sono crollate in modo catastrofico: -46,1%. La loro quota di mercato ora ammonta ad un misero 1% (dall’1,8% di un anno fa). Un suicidio, considerando che l’Italia è il maggior mercato europeo per questa alimentazione, che resta la più pulita tra quelle a combustione. Il GPL sale al 7,3% di quota dal 6,3%; le ibride passano da 3,9 a 5%. Potremmo strombazzare il fatto che le auto elettriche hanno raddoppiato la quota di mercato: dallo 0,1 allo 0,2%, cioè il 100% in più. Formalmente è vero. Però la crescita nelle immatricolazioni è stata del 9,3%: solo 282 veicoli su oltre 165mila. L’impatto continua quindi ad essere del tutto irrilevante. Questo per far capire che i numeri andrebbero letti e analizzati correttamente, non piegati ad esigenze propagandistiche.

 

Mercato auto Italia: canali, segmenti e carrozzerie

Il canale dei privati è cresciuto del 3,7%, grazie alle promozioni sempre più spinte. Invece calano bruscamente le vendite a società (-29,7%) e i noleggi (-17,8%), sia a breve che a lungo termine (entrambi -20%). In parte ciò è dovuto all’attesa dello scatto del bonus sulle auto fino a 70 g/Km di CO2, dal 1° marzo parallelamente alla tassa sulle emissioni.

E’ cresciuto esclusivamente il settore delle piccole, cioè le citycar, sostenute a colpi di promozioni: +5,8%. Calano tutti gli altri segmenti: utilitarie -3,4%, medie -14,6%, medie superiori -19,4%, superiori -8,2%. Crollo verticale per le auto di lusso, -41,9%. Aziende che tirano i remi in barca e immatricolazioni estere sono al top delle cause. Per quanto riguarda le carrozzerie, crescono i crossover, cioè i SUV con caratteristiche più cittadine, +6%. Calano invece discretamente i fuoristrada, categoria in cui sono inclusi anche i SUV 4×4: -10,4%. Le berline limitano i danni, -6,7%. Crollo devastante per le monovolume piccole (-60,1%) e compatte (-49,3%), divorate dai crossover. Crescono invece leggermente le monovolume grandi, +4,3%, le quali hanno ancora un loro esiguo perché. Brusca caduta invece per le multispazio, -11,7%. Pesante crollo per le station wagon, -34,1%, le principali vittime del fattore moda legato ai SUV. In pieno inverno le sportive vanno male: coupé -37,4% e cabrio/spider -25,9%.

 

Vendite auto Italia gennaio 2019: marche e modelli

Qui sotto potete leggere l’andamento delle vendite per marca. In evidenza pesanti cali per Fiat e Alfa Romeo, così come per Nissan e Audi. Cali sostenuti anche per Jeep, Renault, Ford, Skoda e Hyundai. Ottimo mese invece per Lancia, Dacia, Volkswagen, Opel, Smart e Kia. Vendite elevate, tra i marchi di minor volume, per Volvo, Jaguar e Mitsubishi. Alleghiamo anche le classifiche delle 10 auto più vendute per ogni segmento. Volkswagen T-Roc è la star dei crossover, mentre la Fiat Panda riprende lo smalto che aveva perduto lo scorso anno, così come la Lancia Ypsilon.

 

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