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Targhe straniere: multe e confische a Milano

Il Decreto Sicurezza, approvato di recente, dichiara guerra anche all’esterovestizione, limitando a 60 giorni il periodo massimo nel quale un’auto con targa estera può circolare in Italia. Pesanti sanzioni per chi non immatricola l’auto con targa italiana.

La guerra alle auto con targhe straniere – oggetto dell’ “esterovestizione” – è ufficialmente aperta. Le nuove norme in vigore da gennaio sono contenute nel Decreto Sicurezza e prevedono una sanzione di 712 euro (che può arrivare a 2.848 euro) e il fermo amministrativo del veicolo. La prima multa è stata elevata a Milano nei confronti di un’auto con targa romena, e se entro sei mesi il trasgressore non si mette in regola il veicolo verrà confiscato.

Ma cos’è l’esterovestizione? E cosa prevedono le nuove regole in tema di targhe straniere? Andiamo con ordine: per “esterovestizione” si intende la pratica di far risultare un’azienda come estera quando – in realtà – opera esclusivamente in Italia. Capita sovente di vedere localizzata fittiziamente all’estero la residenza di un soggetto che vive o opera in Italia, allo scopo di godere di un regime fiscale più vantaggioso.

L’esterovestizione nella normativa italiana

La normativa italiana fissa i criteri per stabilire la residenza fiscale delle persone giuridiche attraverso l’articolo 73 del TUIR, secondo cui, la residenza fiscale di una società è da ritenersi in Italia se sussiste almeno una di queste condizioni:

  • la sede legale della società indicata nell’atto costitutivo o nello statuto è in Italia;
  • la sede amministrativa, ovvero da dove si realizza l’effettiva direzione della società, è in Italia;
  • l’oggetto principale è localizzato in Italia;
  • a partire dal primo gennaio 2006 vige il comma 5 bis dell’articolo 73: salvo prova contraria, è residente nello Stato l’Ente controllato da soggetti residenti, o amministrati da un Consiglio di Amministrazione o equivalente i cui membri in prevalenza siano residenti nel territorio dello Stato.

Non è facile, per l’Amministrazione Finanziaria, provare l’effettiva localizzazione di una società. Adesso però l’onere della prova non è più a carico delle autorità ma della società sottoposta a verifica.

Le nuove norme sulle targhe straniere

Come dicavamo, le nuove norme sulle targhe straniere sono contenute nel Decreto Sicurezza. A tutti coloro che risiedono in Italia da più di 60 giorni non è permesso di circolare con un veicolo dotato di targa straniera. Ci sono però alcune deroghe: come ad esempio le vetture in leasing o in noleggio senza conducente (anche a lungo termine) tramite operatori che non hanno sedi in Italia.

Le nuove regole rendono molto più veloce l’esecuzione dei provvedimenti sanzionatori. Adesso basta essere “pizzicati” una sola volta per avviare l’iter, che prevede la multa e sei mesi di tempo per regolarizzare la posizione o per riportare la vettura nel paese di provenienza, mediante il foglio di circolazione provvisorio. In difetto, il veicolo viene confiscato definitivamente.

In precedenza, invece, al proprietario venivano mandati al massimo due avvisi di reimmatricolazione immediata – cioè la nazionalizzazione del veicolo – e, solo se fermato per la terza volta nel corso di sei mesi, anche una sanzione pecuniaria di un massimo di 335 euro.

Il “mal di pancia” della comunità romena

I nuovi vincoli sulla targhe straniere stanno provocando le proteste della autorità di Bucarest. Non tanto perché il primo multato è un cittadino romeno, quanto – piuttosto – perché quella immatricolata in Romania è la flotta più numerosa di auto circolanti in Italia con targa estera.

L’ambasciata romena a Roma ha chiesto alle autorità italiane di aprire un tavolo di lavoro congiunto presso i ministeri degli Interni e dei Trasporti per discutere della situazione.

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