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Possiamo difenderci dagli attacchi dei veicoli?

Si allunga l’elenco di attacchi con veicoli perpetrati ai danni di civili innocenti. Cosa fare per prevenirli? Una breve riflessione.

Gli attacchi con veicoli continuano a seminare morte e paura. Città come Barcellona, Parigi, Londra, Berlino, Stoccolma e Nizza nel mirino di tir e camion ma anche di van, furgoncini e semplici autovetture. In comune un unico obiettivo: investire più gente possibile. Sei attacchi al cuore dell’Europa negli ultimi 13 mesi con oltre cento vittime e diverse centinaia di feriti. Simboli di movimento, di libertà e di progresso utilizzati deliberatamente come strumento di morte non solo dai seguaci dell’ISIS ma anche per altri scopi di terrore e di violenza: dall’attacco di Melbourne a quello di Helsinki fino ai più recenti negli Stati Uniti di Sandy e Charlottesville. Senza dimenticare le immagini del Venezuela di manifestanti investiti durante le proteste per la grave crisi politica del Paese. Cosa fare per prevenirli è la grande domanda che tutti si fanno e a cui proviamo a dare una risposta.

Meglio conosciuti nel mondo come vehicle-ramming attack, gli attentati con veicoli lanciati sulla folla sono una tecnica utilizzata dai palestinesi contro gli israeliani e dai separatisti Uighur contro le autorità cinesi. Ora è il modus operandi che va per la maggiore anche tra i sostenitori dello Stato Islamico culminata con una guida sulla pubblicazione del Daesh, intitolata Rumiyah, nel novembre 2016: come si legge su ITSTIME, nella usuale serie “Just terror” la rivista invitava a colpire festival, celebrazioni e parate (ma non solo) usando gli automezzi. Una guida dettagliata indicava dove acquistare, rubare o affittare i camion e quali obiettivi scegliere ma anche addirittura le “ideali caratteristiche dei veicoli” come il “telaio e paraurti leggermente sollevati” o che avesse una “buona accelerazione” fino al peso e alle dimensioni giuste.

La protezione delle città dagli attacchi

La protezione delle città è oggetto di un’attenta pianificazione secondo quanto afferma NewsWeek: basti pensare alla Borsa di New York, protetta da rampe anti-veicolo o alle barriere in Israele come i blocchi in calcestruzzo che impediscono l’arrivo di auto o camion in luoghi sensibili, come le fermate dei tram. Simili a quelle spuntate da mesi nelle principali piazze italiane, “misure di sicurezza passive” più o meno camuffate e piacevoli alla vista: i più evidenti sono i blocchi di cemento che bloccano l’accesso ai mezzi in modo permanente (come nel parlamento di Londra) o in caso di un evento pubblico. Oppure ci sono gli arredi urbani come i classici ed economici paletti insieme a vasi, fontane, sculture e opere d’arte, queste ultime particolarmente apprezzate perchè diminuiscono la percezione di rischio, uno degli obiettivi principali del terrorismo.

E’ poi allo studio, come riporta TPI, una progettazione urbanistica in cui le strade vengono ridisegnate in modo che auto e camion non possano raggiungere alcuni obiettivi e impedire di arrivare a certe velocità in alcune zone della città. In questo modo un veicolo non potrebbe mai percorrere oltre 500 metri sulle Ramblas a una velocità media di 80 km/h. Lasciando da parte le critiche arrivate alle autorità spagnole e catalane, il punto debole restano proprio gli spazi pubblici comuni dove gli attentatori trovano terreno fertile nelle misure di protezione, lacune che secondo i funzionari e gli esperti di sicurezza sono inevitabili. Anche perchè la modalità di attacco in questione non comprende un solo bersaglio ma molteplici e non strettamente collegati ai centri storici o ai luoghi più turistici: l’obiettivo, infatti, non è tanto colpire un luogo-simbolo dell’Occidente quanto uccidere il maggior numero possibile di persone e in funzione di questo il target può rapidamente cambiare da un momento all’altro.

Vehicle-ramming attack, misure difficili

Da qui la scelta di un modus operandi semplice e funzionale: il ramming di veicoli è economico, difficile da prevenire e di una “efficacia” devastante. Tutto può iniziare e finire prima che le autorità possano intervenire. Quindi, per contrastarla, bisognerebbe rendere la strategia nel suo complesso più costosa, maggiormente prevenibile e limitarne l’efficacia. Una strada impervia e difficilmente praticabile almeno fino a quando non viaggeremo tutti con veicoli a guida semi-autonoma, in cui tutti i nuovi mezzi avranno dei sensori che rilevano la presenza di corpi umani e probabilmente impediranno la marcia degli stessi se non a velocità davvero ridotta. Intervistato dal Gold Coast Bullettin, il professor Emil Bolongait, a capo della Carnegie Mellon University Australia, ritiene che le tecnologie di salvataggio a bordo delle auto saranno ampiamente disponibili nel prossimo decennio. Ciò porterà a una riduzione del numero di attacchi utilizzando i veicoli, che diventeranno più costosi e il prezzo potrebbe essere un primo elemento dissuasore.

Ma questo realisticamente potrebbe accadere solo tra diversi anni senza contare che migliaia di auto, camion o mezzi pesanti privi delle nuove tecnologie rimarranno sempre e comunque in circolazione vista l’età media del parco circolante in Europa, dove circa un terzo delle auto usate ha oltre 10 anni. E’ possibile fare un controllo su tutti i proprietari di ogni veicolo? Basterà verificare solo i mezzi noleggiati o controllare i veicoli che meglio si prestano alle follie omicide dei terroristi? Impedire il transito di camion e mezzi pesanti intorno alle zone più affollate può essere una misura applicabile? Va considerato che per avere a disposizione il mezzo giusto, gli attentatori hanno messo in atto strategie differenti: dalla rapida rapina di Berlino al classico furto fino al regolare noleggio in agenzia o all’utilizzo di veicoli registrati a familiari (o amici).

Attacchi con veicoli, i suggerimenti per evitarli

I proprietari di camion, gli operatori e le agenzie di noleggio negli Stati Uniti sono stati recentemente avvertiti dalle autorità di trasporto di rimanere “vigili” vista la crescente frequenza degli attacchi di terroristi e di proteggere i loro veicoli dai furti. C’è anche chi pubblica una lista di semplici suggerimenti per non rimanere vittime degli attacchi con veicoli: se evitare grandi folle, manifestazioni e marce di protesta sembrano scelte ovvie, per chi si trova in luoghi troppo affollati non bisognerebbe camminare dove i veicoli possono muoversi liberamente. Viene consigliato di rimanere verso l’esterno della folla e della strada stando vicini a edifici, pali di servizio, auto parcheggiate, vicoli e qualsiasi altro ostacolo che impedisca il percorso del veicolo e possa fungere da scudo protettivo. Ma secondo la stragrande maggioranza degli analisti, la migliore risorsa per la prevenzione di questi attacchi resta l’attività di intelligence per identificare prima i potenziali attentatori. La ricerca di un controllo totale del territorio resta una soluzione impraticabile e dispendiosa quanto irrazionale.

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