Home Motorsport Formula 1 GP Ungheria F1 2017: una Mercedes in crisi di nervi?

GP Ungheria F1 2017: una Mercedes in crisi di nervi?

Una tattica che ha scontentato tutti: Hamilton che ha perso anche 3 punti, Bottas per avergli dato lo status di secondo senza requisiti, Wolff per esser stato preso in contropiede.

Formula 1 – Una stagione così al limite non la si vedeva – francamente – da parecchio tempo. Probabilmente era dalla sfida Vettel- Alonso del 2012, o ancor di più, da quei duelli tormentati tra Schumacher e Hakkinen che la Formula Uno non correva sul filo del rasoio in pista, nello sviluppo, ma anche nelle mosse politiche. E’ un mondiale che si gioca nei dettagli, e sui nervi saldi. Nervi che in Ungheria, sono saltati anche al (quasi) sempre compassato Toto Wolff, uomo di sport elegante ed educato, che durante la gara ha sentito evidentemente di aver perso il timone della barca Mercedes quando è stato messo in atto il gioco di squadra a favore di Lewis Hamilton nei confronti di Bottas.

Una situazione kafkiana la cui soluzione finale, ha portato coerentemente a delle posizioni ristabilite in favore di Bottas, facendo perdere punti ad Hamilton in classifica, in un vortice di contraddizioni che ha generato solo che caos nel box di Stoccarda. Ma andiamo con ordine….

Giro 45 su 70: Sebastian Vettel è in testa alla corsa coperto da Raikkonen. Da inizio gara il tedesco ha problemi di handling a causa di uno sterzo che tende a sinistra pesantemente. Guidare cosi è complicato, ma in Ferrari decidono di non lasciar andare Kimi in vetta, ma anzi di fargli fare da scudo. Tattica rischiosa, così Mercedes pensa bene di poter approfittare. Bottas è terzo, Hamilton quarto: ordine di scuderia disposto dal muretto box. L’inglese deve andare davanti e provare a superare il duo Ferrari. Hamilton, dopo giri di silenzio a causa di un problema alla radio, sente di averne di più, e spinge per fare questo cambio di posizioni.

L’ordine arriva dal muretto: Bottas accetta ma evidentemente in malo modo. Già perchè il finlandese con questa manovra si assicura il posto anche per il 2018 (cosa peraltro già confermata dal numero di punti) ma sottoscrive cosi il suo status di secondo (come Raikkonen). Un peccato perchè Valtteri, ad oggi è in lizza per il mondiale, è stato migliore di Hamilton in qualifica e non fosse stato per la rottura di Barcellona si trovava davanti all’inglese in classifica numeri alla mano.

Dunque il finlandese rallenta platealmente alla prima curva e lascia passare Hamilton. Wolff, evidentemente preso di sorpresa dalla decisione del muretto, si altera visibilmente. E’ stato preso in contropiede dai propri uomini. Non parla via radio – qualcuno potrebbe sentirlo – ma si stacca dai box, va al muretto e parla all’orecchio dei suoi uomini. Questo gioco non gli piace. La frittata però è servita, ed ora Hamilton è in ballo e deve ballare. La regola sembra chiara: cinque giri per provare ad attaccare Raikkonen ed un Vettel in difficoltà, altrimenti si torna dietro a Bottas.

Il finnico però, a questo punto, preso anche da evidente scoramento, perde ben tre secondi in un giro. Come non bastasse, dietro c’è Verstappen che vorrebbe recuperare. Passano i giri, Hamilton non riesce nell’intento. Già, ma ora? Cosa accade? Ecco che la soluzione finale diviene ancor farzesca. Ultime curve ed Hamilton rallenta, facendosi recuperare ben 7 secondi dal compagno di squadra che proprio all’ultima curva lo affianca e lo passa. I due rischiano che Verstappen faccia il colpo grosso. Non accade, con Bottas di nuovo terzo e Hamilton quarto. La tattica Mercedes è bellamente fallita, naufragata nella giornata in cui invece, la tattica – rischiosa – di casa Ferrari ha portato in pieno i suoi frutti per una evidente chiarezza di ruoli. Chiarezza che evidentemente manca alla Stella.

Wolff non a caso, sotto la bandiera a scacchi è una furia: si toglie le cuffie e le sbatte. E’ evidentemente arrabbiato con il proprio team, reo di aver approntato una tattica sbagliata, la cui soluzione finale ha scontentato tutti. Già, perchè a pensarci bene, ne escono tutti sconfitti:

Lewis Hamilton ha perso tre punti ulteriori per una tattica del genere. Non ci fosse stato gioco di squadra avrebbe potuto provare ad attaccare Bottas e superarlo, non dovendo poi restituire posizione, podio e punti. Il tono della voce ed il suo sguardo trasudavano seccatura enorme a fine gara, al netto di dichiarazioni ufficiali “politiche” ma comunque nervose. “Perchè dovrei ringraziare Bottas? Perchè mi ha lasciato passare per provare a vincere? L’ho già ringraziato abbastanza ridandogli la posizione”. Più chiaro di cosi…

Valtteri Bottas è stato così relegato per la seconda volta a seconda guida nonostante la classifica e le dichiarazioni ufficiali lo mantengano sempre come pilota libero. Un colpo all’autostima del finlandese completamente inutile vista la lunghezza del campionato

Toto Wolff ha perso oggi la retta via della barca Mercedes: i suoi tattici hanno creato questo patatrac dato dall’evidente emotività dei problemi Ferrari, dando potere ad Hamilton. La strigliata durante la corsa e la rabbia a fine gara chiaramente cozzano con le dicharazioni ufficiali – “queste cose dimostrano il nostro spirito di squadra, e per questo vinciamo da tre campionati. Se il Mondiale si decidesse per tre punti? Naturalmente, per me sarebbe come spararmi nelle gambe, ma il nostro spirito e i nostri valori sono molto importanti. Siamo la prima squadra ad aver giocato in questo modo ed è importante perché così facendo abbiamo vinto tre campionati e se vinciamo più gare con questo spirito, per me è ok”.

Già, ma se davvero il mondiale si decidesse per tre punti, la colpa purtroppo ricadrebbe nel bravo, onesto ed educato team manager austriaco che, immaginiamo, in nome dello sport, avrebbe preferito che una tattica del genere non venisse proprio tirata fuori dal muretto box di Stoccarda.

Sarà una lunga estate per le frecce d’argento.

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