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Nuova Mercedes Classe S: primo contatto

Nuova Mercedes Classe S: un salto nel futuro, sulle strade svizzere.

Nuova Mercedes Classe S – Qualche anno fa il lavoro del giornalista era più semplice. Parlando della nuova Classe S, avrei potuto dissertare sulla parola “restyling” per poi fare un bel riferimento, ad esempio, ai tre motori completamente nuovi. Un sei cilindri in linea 3 litri in versione benzina (da 367 e 435 CV) e diesel (da 286 e 340 CV), più un nuovo V8 biturbo a benzina 4 litri da 469 CV.

Oppure avrei potuto scrivere delle prestazioni pazzesche della Mercedes-AMG S 63 4MATIC+ che abbiamo provato su strada. Il motore 8 cilindri 4 litri da 612 CV fa viaggiare le sue due tonnellate alla bellezza di 250 km/h, verificati su una autobahn stranamente deserta; sarebbero 300, se non fossero autolimitati. 0-100 dichiarati a 3,5 secondi, dato assolutamente verosimile. Avrei potuto continuare con il comfort di viaggio, di livello incredibile sulla la poltronissima posteriore: il rischio di addormentarsi è sempre in agguato. Mentre sui sedili anteriori la funzionalità wellness dei programmi Energizing, combina musica specifica ai massaggi/training per una distensione o attivazione muscolare. Avrei potuto soffermarmi sul il nuovo volante con comandi touch, sui i due display ad alta definizione da 12,3″ oppure gli oltre 450 comandi del sistema Voicetronic.

Ciò che sulla Classe S è completamente nuovo, è il sistema che ci fa entrare nel mondo della guida autonoma. Partiamo da un nome “noto”, ovvero il sistema Distronic. Era già in grado di regolare automaticamente la distanza di sicurezza, avendo indicato la velocità di crociera. Oggi utilizza i dati cartografici per rallentare ed accompagnare autonomamente la sterzata in prossimità di curve, incroci e rotatorie. A questo si aggiunge il Magic Body Control con Road Surface Scan, che cambia l’assetto riconoscendo le irregolarità del fondo stradale, e l’inclinazione dinamica in curva, disponibile per la prima volta sulla Classe S Berlina.

La sensazione è decisamente insolita: mentre si viaggia l’automobile accelera e frena, in curva il volante si muove leggermente, come per inserirsi nella traiettoria corretta. Il movimento è delicato, e può essere interrotto o contrastato senza alcuno sforzo. A questo punto c’è da aprire una piccola parentesi. Viaggiando in modalità Distronic, si ha la sensazione che l’automobile possa guidare da sola, ovviamente non è così. La precedenza agli incroci o nelle rotatorie, oppure i semafori rossi, sono compito del conducente. Il pericolo è che ci possa essere “assuefazione” e quindi non essere “pronti” alla frenata.

Veniamo allora alla frenata automatica. Provata sulla pista di un piccolo aeroporto privato, alla guida della Classe S c’era un simpatico ingegnere tedesco. Il motivo, lo dico subito, è che nessuno di noi è abituato a gestire situazioni nella quale la vettura frena da sola. La tentazione, ovviamente corretta, di frenare è qualcosa difficile da impedire.

Le situazioni provate nelle simulazioni sono sostanzialmente 3: pedone che attraversa la strada, veicolo che transita in un incrocio, auto ferme come in un blocco autostradale. La Classe S viene lanciata a 100 km/h e prosegue il percorso se il pedone è a lato, mentre “inchioda” se lo trova in mezzo alla carreggiata. In realtà la sequenza è composta da un allarme sonoro, pre-frenata, pretensionamento cinture e frenata completa.

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Nel caso dell’incrocio, la vettura prosegue se l’altra automobile in movimento è abbastanza distanza alla nostra destra o se è già passata e quindi alla nostra sinistra. La frenata automatica ha una potenza tale da bloccare la Classe S senza alcun problema, ma se si decide di schivare l’ostacolo il volante ci aiuterà sterzando maggiormente per poi riportarci nella carreggiata corretta. La sequenza della frenata automatica si avverte maggiormente nella simulazione con le auto completamente ferme davanti a noi, e nello stesso tempo è quella a maggior grado di adrenalina, perchè lasciare che il sistema automatico gestisca tutto al posto nostro è psicologicamente difficile.

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In tutti i casi viene effettuata una pre-frenata tenendo conto che ci può essere qualcuno dietro a noi, cercando quindi di prevenire l’incidente a catena. Il sistema cerca di tenere una quindicina di centimetri tra l’ostacolo e la vettura, cosa che può comunque spaventare il pedone.

A questo punto non resta che parcheggiare. Abbiamo già visto sistemi di parcheggio automatico in passato, sulla Classe S c’è un evidente miglioramento. I radar sembrano più “pronti” e non è necessario tenere una distanza definita tra la nostra vettura e quelle già parcheggiate. Quando si inizia la manovra, sia in parcheggio parallelo sia in perpendicolare, il sistema gestisce movimento e frenata, e nel caso l’automobile non sia perfettamente al centro inizia una serie di piccole manovre di riposizionamento. Da notare che anche in questo caso i sistemi di frenata automatica sono sempre attivi.

C’è anche la possibilità di uscire dal parcheggio in maniera automatica, per evitare i classici piccoli “segni” sui paraurti. Soprattutto nel caso di parcheggio perpendicolare, il sistema si fa carico di controllare l’area circostante e di frenare in maniera decisa nel caso arrivi un’altra vettura. E’ una situazione tipica, state uscendo in retromarcia e sulla vostra destra è parcheggiato ad esempio un furgone. Ed è quella che mi ha più “spaventato” perchè nella simulazione non ho davvero visto l’altra automobile arrivare: la Classe S ha “inchiodato” al posto mio, evitando una collisione altrimenti certa.

[rating title=”Voto” value=”9″ value_title=”Primo Contatto” layout=”right”]La mia opinione personale è che tutti questi sistemi sono i benvenuti, nella speranza che il numero di incidenti possa diminuire. C’è un “però”, che è da mettere in preventivo. E’ possibile che in futuro ci possano essere in commercio automobili con diversi gradi di autonomia e funzionamenti leggermente diversi. Un po’ come si passa da una vettura con il cambio automatico ad una con il cambio manuale, ci può essere un momento di “confusione” nel guidatore.

Sarà quindi necessario sapere esattamente “cosa” si stia guidando: fino a che punto l’auto che guido frena in automatico? Il modello nuovo fa qualcosa che il modello precedente non prevedeva? Un aggiornamento software può cambiare il comportamento della vettura? Il rischio è di dover consultare il manuale di istruzioni ogni volta che si cambia automobile, oppure di non reagire correttamente alla situazione di pericolo. Detto questo, c’è sicuramente c’è tutto il tempo di creare standard individuabili facilmente, un po’ come le classi degli elettrodomestici.

La nuova Classe S mi ha costretto a parlare di argomenti che solo venti anni fa potevano essere fantascientifici. Il futuro è alle porte, o forse, è già arrivato.

Nuova Mercedes Classe S: dati tecnici

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