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Quando la concept prefigura… l’auto sbagliata

Senza voler essere troppo pesanti o pensare di impartire lezioni di storia dell’auto, abbiamo deciso di aprire una piccola rubrica in cui parlare di uno strano fenomeno che colpisce alcune concept car. Presentate in una veste e con un marchio ben preciso, accade a volte che questi prototipi riappaiano dopo pochi anni con un altro


Senza voler essere troppo pesanti o pensare di impartire lezioni di storia dell’auto, abbiamo deciso di aprire una piccola rubrica in cui parlare di uno strano fenomeno che colpisce alcune concept car. Presentate in una veste e con un marchio ben preciso, accade a volte che questi prototipi riappaiano dopo pochi anni con un altro nome e un altro produttore. Si tratta a volte di pacchetti progettuali ceduti ad altri, di riedizioni della stessa idea da parte del designer, di semplici somiglianze dovute a mode e tendenze stilistiche o, nei casi più gravi, di veri fenomeni di scorrettezza commerciale.


Partendo da una vicenda relativamente recente, vogliamo cominciare parlando della Lincoln Sentinel, concept del gruppo Ford datata 1996 cha ha in parte ispirato la Lancia Thesis.


Realizzata per riscoprire e reinterpretare la tradizione delle berline Lincoln per mezzo dell’innovativo stile “New Edge”, la spigolosa opera di Claude Lobo ha in qualche modo creato un precedente che è stato seguito dal Centro Stile Lancia diretto da Mike Robinson. Il trattamento dei volumi, l’imponenza del frontale e il taglio delle luci posteriori hanno sicuramente un’idea comune di partenza. Non a caso anche la Thesis del ’98 è stata pensata per far rivivere la classe e l’eleganza delle Lancia del passato, seppur con apprezzamenti non proprio unanimi.


Caso diverso è quello della forte somiglianza fra il prototipo Fiat 500 Lucciola della Italdesign e la prima Daewoo Matiz; in questo caso si tratta di una normale evoluzione di progetto, scartato da Fiat e accolto a braccia aperte dai coreani della Daewoo.


Presentata nel ’93 come vettura ibrida diesel/elettrica, la Lucciola di Fabrizio Giugiaro è divenuta nel ’97 la Daewoo “d’Arts” e poi la Matiz di serie a partire dal ’98. Facile notare come il frontale sia rimasto praticamente invariato, così come la forma dei montanti anteriori e posteriori.



In entrambi i casi, insomma, un’idea stilistica presentata su di una macchina ha poi trovato applicazione pratica su tutt’altro prodotto, cosa non insolita nel mondo del design automobilistico.

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