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Jaguar XJ220 Pininfarina

Se il gaffeur Luca Giurato è il miglior bersaglio di Striscia, il Sultano del Brunei dovrà mandarci un biglietto di ringraziamento per tutta la visibilità che gli stiamo concedendo!Protagonista di una vecchia storia che si infulcra, ancora una volta, sulla figura dello spendaccione monarca arabo è la Pininfarina, accreditata senza dubbio come la più importante


Se il gaffeur Luca Giurato è il miglior bersaglio di Striscia, il Sultano del Brunei dovrà mandarci un biglietto di ringraziamento per tutta la visibilità che gli stiamo concedendo!
Protagonista di una vecchia storia che si infulcra, ancora una volta, sulla figura dello spendaccione monarca arabo è la Pininfarina, accreditata senza dubbio come la più importante azienda al mondo per la creazione di fuoriserie (non foss’altro per la mancanza di concorrenza: Scaglietti, Vignale, Frua, Ghia non ci sono più; l’unica che offre una valida alternativa, ad oggi, è la Carrozzeria Castagna).
All’inizio degli anni Novanta, presso gli stabilimenti di Grugliasco fa il suo ingresso una delle supercar del momento: motore V6 biturbo, 3.5 litri, 542 Cv, 320 km/h. La Jaguar XJ220, erede della XJ13 del ’66, s’appresta a riceve un nuovo design, consono con il carattere del sovrano, poco avvezzo a mescolarsi al volgo quantunque si parli di auto sportive per miliardari. Ne esce, dopo un attento studio aerodinamico, un esemplare unico per la collezione del Sultano, affiancato a una “quindicina” di esemplari standard. Brutto anatroccolo o sconvolgente capolavoro?

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