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Rubrica Amarcord: Volvo Amazon Station Wagon, da poco cinquantenne

Recensione della Volvo Amazon Station Wagon.


Prosegue il viaggio spazio temporale della Rubrica Amarcord, alla riscoperta di modelli che non esistono più, neanche nel nome, ma che hanno rappresentato per molti di noi la prima automobile oppure, perchè no, quella di “mio papà”. Ci piacerebbe che la nostra rubrica non fosse semplicemente una lista di auto, ma una sorta di raccolta di memorie collettive. Se avete un’automobile che vi è rimasta nel cuore e volete raccontarci la vostra storia, mandate una mail a suggerimenti@autoblog.it allegando se possibile qualche vostra immagine d’epoca.

La protagonista odierna è la Volvo Amazon, vettura prodotta a partire dal 1956 presso lo stabilimento di Torslada (Svezia). Nello specifico vi parleremo dalla versione Station Wagon, disegnata da Jan Wilsgaard, che ha da poco compiuto i cinquant’anni. Costruita utilizzando molti elementi comuni alla berlina quest’auto ha dato grande importanza alla capacità di carico studiando e introducendo un innovativo portellone sdoppiato. Ad essa, inoltre, qualche anno più tardi s’ispirerà Peter Horbury durante la fasi di progettazione della Volvo V70.

Un comunicato stampa pubblicato il 15 febbraio 1962 recitava: “Una nuova Volvo familiare. Una SW esclusiva, progettata per soddisfare le esigenze dei clienti europei, arriva sul mercato. Sarà presentata per la prima volta al Salone dell’Auto di Stoccolma. Si tratta dell’attesissima Amazon familiare di Volvo.” E così fu. Due giorni dopo infatti la vettura venne svelta al pubblico alla kermesse svedese.

Volvo Amazon Station Wagon
Volvo Amazon Station Wagon
Volvo Amazon Station Wagon
Volvo Amazon Station Wagon

Il punto di forza

Il punto di forza della Volvo Amazon, prima familiare della Casa derivata direttamente da una berlina, oltre alla comodità è rappresentato dal vano di carico lungo 183 cm, largo 126 cm e con una portata di 490 Kg. Quest’ultima era inferiore di soli dieci chili rispetto a quelli della popolare Duett, che rimarrà affiancata alla produzione dell’Amazon per ben sette anni. Per ottenere il notevole risultato con il bagagliaio sono stati modificati, rispetto alla versione in commercio fino a quel momento, il telaio e la sospensione posteriore. Anche le prestazioni erano positive (per l’epoca e la tipologia di vettura), in quanto con un quattro cilindri a carburatore singolo da 75 CV e un peso di 1250 Kg la familiare superava i 140 Km/h.

L’innovativo portellone

Il portellone era diviso in due orizzontalmente: nella sezione inferiore, il portatarga era montato su cardini che gli consentivano di scendere verso il basso per rendere visibile la targa anche quando la parte “bassa” era aperta. In questa posizione, il portellone era sostenuto dalla parte superiore, piatta e rivestita in gomma. Le staffe del paraurti, servivano inoltre come appoggio per i piedi quando si voleva arrivare al portabagagli sul tetto, oppure per prendere qualcosa all’interno dell’auto lasciando la sezione inferiore del portellone chiusa.

Poche modifiche

Le modifiche tecniche attuate sulla Amazon non sono molte. Quelle di maggior rilievo riguardano la comparsa della lettera S per contraddistinguere le versioni a doppio carburatore e l’impiego dei freni a disco all’anteriore, montati a partire dal 1964. Quattro anni dopo, nel 1968, viene poi introdotto il primo piantone dello sterzo collassabile e i propuslori incrementano le proprie potenze fino a 115 cavalli. L’ultima innovazione arriva nel 1969, quando il motore B20 viene sostituito dal B180. Qualche mese più tardi uscirà dai listini la Volvo Amazon, prodotta in 73.000 unità costruite in sette anni, rimpiazzata dalla 145.

Volvo Amazon Station Wagon
Volvo Amazon Station Wagon
Volvo Amazon Station Wagon
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