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Golfperformancetour: Golf GTI e GTD in pista, video, confronto e telemetria

Golfperformancetour fa ancora tappa all’autodromo di Modena. Questa volta abbiamo voluto approfondire le performance della Volkswagen Golf GTI e GTD. Un Hot Lap con video e telemetria, un’analisi del comportamento in pista e un confronto tra le prestazioni della GTD e della GTI.

Golfperformancetour, il viaggio prosegue. Ma questo volta solo in senso figurato. Siamo ancora all’autodromo di Modena per portarvi direttamente dentro l’abitacolo delle VW Golf GTI e GTD. Scopriamo insieme come si comportano in circuito, quali sono le differenze tra le due auto e come si conducono al limite nel cosiddetto Time Attack. Il cronometro ha già stabilito 1’24″2 per la GTI e 1’26″0 per la GTD; questi sono i tempi sul giro all’autodromo di Modena. Ma letti così sono solo freddi numeri che non dicono nulla sulla dinamica delle auto e sulla prestazione in generale. È per questo che vogliamo spiegarvi come li abbiamo ottenuti, analizzando e confrontando la dinamica delle due Golf a sensazione, e anche con i dati alla mano della telemetria.

Come si guida la Golf GTD all’autodromo di Modena

Giro di riscaldamento effettuato, siamo pronti per il Time attack! Ci lanciamo sul rettilineo principale; terza-quarta sul dritto, si scollina e si frena poco prima dei 50 metri. Terza marcia dentro,cerchiamo la corda a destra lasciando scorrere la GTD verso l’esterno, sfruttando tutto il nastro d’asfalto. Ancora un richiamo a destra e via dentro alla esse in discesa in terza marcia. Cambio di direzione cercando di trasferire il carico all’anteriore nel transitorio, breve allungo e ingresso ritardato per entrare nella zona “alta”, quella del curvone parabolico. Ancora terza marcia si sale allargando verso l’esterno. Leggera frenata per adeguare la velocità e puntare il muso della GTD e ancora dentro alla esse in discesa.

Lo sterzo diretto e i paddle al volante consentono di guidare anche in pista senza mai staccare le mani dal volante. Con il DSG, si trascura il cambio ed è più facile concentrarsi sui punti di frenata, le velocità di ingresso in curva e le traiettorie. La GTD ha un buon handling e un gran feeling. Nei cambi di direzione è agile e veloce grazie anche alle Pirelli P Zero Rosso che si sono comportate davvero egregiamente. La direzionalità in ingresso è buona, mentre a centro curva bisogna adeguare la velocità di percorrenza per non perdere la linea ideale in un crescendo di sottosterzo. Moderata la velocità, il passo successivo è quello di gestire il gas.

Con una coppia così importante, la prima fase di apertura dell’acceleratore deve essere morbida per non innescare eccessivi pattinamenti. Subito dopo, quando si inizia ad aprire lo sterzo si può affondare progressivamente l’acceleratore fino al massimo. Nel breve rettilineo opposto ai box si passa in quarta marcia, per poi riscalare prontamente in terza e affrontare l’ultima parte del circuito. Anche qui il punto di corda deve essere leggermente ritardato. Da una curva all’altra, arriviamo all’ultima secca a destra, un punto cruciale perché se si esce male da qui si perderà velocità per tutto il rettilineo del traguardo. Con la GTD si affronta in terza intorno ai 3.000 giri/min, il regime più redditizio in curva con cui abbiamo impostato la maggior parte delle curve del tortuoso tracciato di Modena. Ripassiamo sul rettilineo e il cronometro segna 1’26”00.

Il Time Attack live dall’abitacolo della Golf GTI

Scaldati pneumatici e motore, è arrivato anche il turno della GTI. Anche con il TSI usciamo dalla curva che immette sul rettilineo in terza marcia poco prima dei 4.000 giri/min. Si allunga fino ai 6.200 circa e si passa alla quarta che si tiene fino alla staccata subito dopo lo scollinamento, poco dopo il cartello dei 100 m. Sulla GTI le velocità sono più alte, e la frenata deve essere anticipata e più lunga. Si scala in terza e si entra nella parte più guidata. In questo caso la potenza alle ruote è maggiore che sulla GTD e ciò richiede una maggior precisione con il gas per limitare l’intervento dell’elettronica.

La GTI ha un assetto più rigido e meno incline al rollio. Con la GTI abbiamo quindi optato per uno stile di guida più “spigoloso”, con ingressi cattivi, grandi frenate fino a centro curva, meno velocità di percorrenza a favore di un’accelerazione più intensa possibile grazie all’apertura immediata dello sterzo in uscita di curva. Il circuito di Modena è tecnico e non fa molti sconti alle trazioni anteriori. Nelle curve a raggio ridotto perciò il sottosterzo è il nostro nemico; una battaglia combattuta in onore della guida pulita per non affaticare troppo gli pneumatici anteriori.

Con la GTI, il cambio si usa ancora meno che sulla GTD. La terza marcia, infatti, garantisce il giusto range a centro curva per quasi tutte le curve, con il motore tra i 3.000 e i 4.000 giri/min, e un ottimo allungo in uscita con il TSI che tira deciso verso i 6.000 giri/min. La coppia ai bassi del TSI, infatti, è eccellente e non serve tenere il motore ad alto numero di giri. Meglio sfruttare l’erogazione piatta ai medi e l’allungo solo quando si ha lo sterzo praticamente dritto e si dispone di maggior trazione. Anche nel rettilineo opposto ai box si utilizza il terzo rapporto senza la necessità di inserire la quarta. Un bel pestone sui freni per rallentare e trasferire il carico all’anteriore e aiutare il muso a girare e ancora dentro alla curva “6” a destra, sfruttando tutto l’asfalto per presentarsi a ruote dritte alla frenata successiva.

Il grande tornante a sinistra è invece da aggredire con un ingresso ritardato, il piede leggero sul gas per tutta la percorrenza, un breve affondo nel transitorio e di nuovo a modulare i 220 CV per la penultima curva a destra. Da qui si sfruttano tutti i cavalli a disposizione. Segue una breve frenata secca, per poi lanciare la GTI nella curva a destra che immette sul rettilineo. Qui, l’abbiamo detto, è importante portare velocità in percorrenza, ma anche pensare alla velocità di uscita perché subito dopo ci aspetta il rettilineo principale sui cui è fondamentale sviluppare la massima velocità. La GTI taglia il traguardo siglando il tempo di 1’24”2, un secondo e otto decimi meglio della GTD.

VW Golf GTI vs GTD: prestazioni a confronto



Dopo un bel giro “tirato” in pista, non ci rimane che analizzare le performance ottenute. Il sistema è sempre lo stesso, rilevamento GPS con però l’acquisizione della Data Racing che ha al suo interno anche accelerometro a tre assi e altri diavolerie. Prima della telemetria è bene parlare delle condizioni atmosferiche che abbiamo trovato a Modena. Un freddo intenso ma con un bel sole, asfalto asciutto e circa 9 gradi nell’aria. Un valore che ha permesso di esprimersi al meglio sia alle GTI e GTD che ai loro pneumatici, differenti per marca e modello, ma non per misura; la classica 225/40 R18 di serie. Doveroso è anche fornire qualche riferimento in pista, come quello della nostra prova comparativa tra le compatte sportive. Un test svolto a luglio con 35 gradi nell’aria, in cui la vincitrice una Ford Fiesta ST 1.6 turbo da 190 cavalli rilevati al banco aveva trionfato fermando il cronometro sul valore di 1 minuto 27 secondi e 95 centesimi.

Fattori di correzione a parte, si capisce che le due Golf, più pesanti, con un passo più lungo e con un’elettronica sempre vigile hanno ottenuto dei risultati decisamente interessanti. La GTD con gli stessi cavalli, gira due secondi più forte, mentre la GTI riesce ad essere più veloce di circa 4 secondi! I due secondi scarsi che dividono le due Golf a Modena rendono solo in parte la reale differenza, per vari motivi. L’autodromo di Modena tarpa un po’ le ali alla GTI penalizzata dal ritmo serrato delle curve che non le permette di sfogare tutti i suoi 200 CV in piena libertà. Ma c’è anche da dire che la GTD si difende alla grande.

Attraverso i nostri dati abbiamo rilevato che la GTD ha spesso una velocità di percorrenza superiore alla GTI, ma solo come abbiamo detto per le “scarpe” inadeguate. Parliamo di qualche km/h in meno, non certo di grandi differenze. In uscita di curva la GTI recupera con una migliore trazione e una spinta decisamente più forte. Nel complesso accelera meglio in media del 9% sulle 11 curve del tracciato rispetto alla GTD, mentre il rollio in curva della GTI è inferiore rispetto alla GTD in media del 7%. Per quanto riguarda le velocità in curva quindi piccole differenze, mentre ovviamente per le velocità nei tratti rettilinei la GTI fa valere il surplus di cavalli. In fondo al rettilineo principale stacca quasi 170 km/h contro i 155 della GTD, mentre nel rettilineo opposto ai box il gap è inferiore; 130 per la GTI contro i 122 Km/h della GTD. Nel complesso Golf GTD e GTI anche in pista si sono dimostrate più che all’altezza della situazione. Non sono nate per la pista, ma anche tra i cordoli vendono cara la pelle. Fermo restando che, su strada, rappresentano il miglior compromesso possibile tra comfort prestazioni e piacere di guida.

La gallery delle Golf GTI e GTD in pista

Golfperformancetour VW Golf GTI GTD pista 2

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