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GP del Belgio: Greenpeace protesta anche sul podio [Video]

Greenpeace attacca Shell ma colpisce tutta la Formula 1. Anche sul podio appaiono due striscioni durante la premiazione in segno di protesta, ecco il video.

Al termine del GP del Belgio di Formula 1 Greenpeace ha colpito ancora. Dopo le prime proteste durante la partenza del Gran Premio, i dimostranti hanno esposto due bandiere sul podio durante la premiazione con Sebastian Vettel, Fernando Alonso e Lewis Hamilton presenti. I dimostranti del gruppo ecologista si erano infatti introdotti di nascosto all’interno del circuito di Spa Francorchamps nei giorni prima della gara, posizionando due congegni radiocomandati studiati per innalzare delle bandiere contro il marchio petrolifero Shell, sponsor dell’evento.

Gli attivisti hanno infatti esposto prima della gara uno striscione con la scritta “Olio Artico? Assolutamente no Shell!”, fatto poi togliere dalle forze dell’ordine presenti al Gran Premio, per poi continuare anche durante la cerimonia di premiazione con i due congegni controllati da lontano che hanno dispiegato gli stendardi di protesta. Nel video rilasciato da Greenpeace si legge anche un’ultima provocazione a Shell: gli attivisti hanno infatti riportato i costi dei due congegni, 50 euro per le bandiere ed 88 per le antenne e gli apparati radiocomandati, definendo però senza prezzo l’aver imbarazzato Shell durante il suo principale evento di sponsorizzazione dell’anno.

L’accaduto fa però pensare all’effettiva sicurezza delle gare di Formula 1: se al posto di Greenpeace ci fosse stato un gruppo terroristico, ora non staremmo parlando della protesta contro le trivellazioni petrolifere nell’Artico. Sembra dunque estremamente allarmante la facilità con cui Greenpeace è riuscita ad introdursi all’interno di uno dei circuiti più famosi al Mondo protestando con diversi striscioni contro Shell.

Al GP del Belgio Greenpeace attacca la Formula 1

Al GP del Belgio di F1 gli attivisti di Greenpeace sono stati protagonisti di una manifestazione che ha attaccato Shell, main sponsor del Gran Premio di Spa Francorchamps.


Greenpeace colpisce ancora il Mondo dell’Automobilismo. Questa volta è toccato alla Formula 1 con gli attivisti che hanno attaccato il colosso petrolifero Shell, main sponsor del GP del Belgio di F1, prima della partenza del Gran Premio del Belgio, del quale potete leggere tutte le classifiche, la cronaca e vedere le migliori immagini nel nostro articolo dedicato.

Cinque attivisti di Greenpeace sono infatti saliti sul tetto della tribuna davanti al rettilineo d’arrivo del circuito di Spa Francorchamps, rispolverando le doti di scalatori mostrate allo scorso Salone di Parigi dove venne attaccata Volkswagen durante la sua conferenza stampa, oltre ad aver attaccato Mercedes, Audi e BMW in passato per via delle emissioni delle loro automobili. I quattro ecologisti hanno srotolato un grande striscione con la scritta “Petrolio dell’Artico? No a Shell”, facendo riferimento ai piani di Shell per future perforazioni del sottosuolo della Russia Artica alla ricerca di nuovi giacimenti di petrolio.

Greenpeace si lamenta del fatto che Shell voglia trivellare le zone dell’Artico alla ricerca di nuovi giacimenti di petrolio: resta però da chiedersi quali mezzi di trasporto abbiano utilizzato gli attivisti per raggiungere Spa, visto che i combustibili fossili, a quanto pare, sono ripudiati dal movimento ambientalista. In concomitanza con il dispiegamento dello striscione in Belgio, Greenpeace ha diramato il seguente comunicato che spiega le motivazioni del gesto ed intitolato “E’ tempo di separare lo sponsor dallo sport”:

Così come nel movimento per salvare l’Artico, tra i fan della Formula 1 si trovano ogni genere di persone. Lo so perchè io stesso sono stato un grande fan di questo sport, da giovane. Ma come può qualcuno che per tutta la vita ha lottato contro l’ingiustizia sociale ed è un convinto ambientalista avere una passione segreta per le corse automobilistiche? Mi piace pensare che nel nostro movimento amiamo la diversità e siamo pronti ad accogliere punti di vista differenti. In realtà, scommetto che ci sono molte persone che hanno a cuore l’ambiente negli spalti del Gran Premio di oggi, così come ci sono molti fan della Formula 1 tra i Greenpeacers!

Mi sono appassionato alle gare di Formula 1 da giovane: dividevo un appartamento con un’amica alla quale le gare piacevano così tanto da alzarsi alle due del mattino per seguire una corsa. Non ci è voluto molto per trasmettermi la sua passione. Ho un profondo rispetto per la tecnologia, lo spirito di competizione e l’innovazione che sono il cuore del Gran Premio di Formula 1.

Ma quello che proprio non merita il mio rispetto è quello che lo sponsor principale di questo evento – Shell – sta facendo nell’Artico.

Greenpeace GP Belgio F1

Shell guida una terribile corsa alla conquista di combustibili fossili in ogni parte del mondo: fracking in Sud Africa, perdite di petrolio nel Delta del Niger, devastazione nei territori indigeni del Canada per le tar sands (sabbie bituminose) e – non ultimo – altissimi rischi per raggiungere il petrolio nei mari artici. Shell ha dato prova più volte di essere disposta a tutto per conquistare l’ultima goccia di petrolio sul Pianeta.

Ma mentre la compagnia si sta lanciando a folle velocità in curva con freni difettosi, tutti noi stiamo prendendo parte ad una corsa diversa: quella per proteggere l’Artico da una fuoriuscita di petrolio che devasterebbe il suo fragile ecosistema e avrebbe effetti catastrofici.

Gli scienziati ci dicono che la situazione dell’Artico è sempre più fuori controllo: il riscaldamento globale scioglie i ghiacci artici e permette alle compagnie come Shell di cercare petrolio in luoghi prima inaccessibili, petrolio che poi aumenta il riscaldamento globale. Si tratta del peggiore dei circoli viziosi alimentato da follia e avidità, e dobbiamo fermarlo.

Ogni forma di vita sulla Terra ha bisogno della calotta polare per mantere stabile il clima. Senza i ghiacci polari avremmo un mondo molto diverso da quello che conosciamo e amiamo. Per questo nell’ultimo anno quasi quattro milioni di persone da ogni parte del mondo si sono unite al movimento per salvare l’Artico e per fermare Shell e le altre compagnie petrolifere.

Questo non è il genere di affari che fa guadagnare un posto sul podio. Insieme possiamo fare in modo che la verità sui piani di Shell per l’Artico arrivi a quante più persone possibili.

Unisciti a noi per dire a Shell che l’Artico non è il suo circuito di prova e che si possono amare la Formula 1 e gli orsi polari. Insieme possiamo Salvare l’Artico e proteggere i Pianeta da catastrofici cambiamenti climatici.

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