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Renault: auto elettriche in Israele

Confermando le voci che giravano già di Dicembre 2007, Il presidente Renault-Nissan Carlos Ghosn ha firmato un accordo di cooperazione con la azienda Project Better Place, di proprietà dell’ebreo Shai Agassi, per la costruzione e vendita di auto elettriche in Israele. Renault produrrà le vetture, e l’altra azienda organizzerà la rete di punto di rifornimento

Confermando le voci che giravano già di Dicembre 2007, Il presidente Renault-Nissan Carlos Ghosn ha firmato un accordo di cooperazione con la azienda Project Better Place, di proprietà dell’ebreo Shai Agassi, per la costruzione e vendita di auto elettriche in Israele. Renault produrrà le vetture, e l’altra azienda organizzerà la rete di punto di rifornimento d’energia. Il governo, molto sensibile ai problemi di inquinamento che causano grossi problemi di salute alla popolazione, ha appoggiato questo accordo, abbassando al 30% la tassazione per l’acquisto di vetture ecologiche, contro il 72% (!!!) regolarmente applicato.

I tempi per questa operazione non sono brevi, dal momento che le tecnologie necessarie richiedono ancora ulteriori sviluppi. Il lancio del modello avverrà circa nel 2011 e farà parte della regolare gamma Renault, derivando direttamente dalle future Megane o Kangoo. Le batterie saranno prodotte la Nissan e Nec e garantiranno una autonomia di 100km nelle condizioni climatiche non facili in Israele. Proprio gli accumulatori saranno la chiave commerciale dell’operazione: i clienti possiederanno l’auto ma noleggieranno le batterie, ricaricandole negli oltre 500.000 punti di rifornimento previsti, come fosse una Sim Card di un cellulare, con una spesa media prevista di 60 € al mese per ogni vettura.

Israele è infatto stato scelto per le dimensioni contenute del territorio, in rapporto al fatto che, con 1 milione di veicoli circolanti, il 90% degli utenti non supera i 70km di percorrenza. Se la strategia di Renault e Project Better Place fosse vincente, potrebbe espandersi a molti altri paesi, primo fra tutti la Francia dove sono già in corso trattative in questo senso.

Via | LeMonde.fr

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