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Edmunds’ Inside Line prova la Lamborghini Reventón

Al posto loro chiunque sarebbe stato orgoglioso. I redattori di Edmunds’ Inside Line sono stati i primi a poter effettuare una prova su strada completa della Lamborghini Reventón, un gioiello esistente in soli 20 esemplari in tutto il mondo, e a questo particolare hanno giustamente dato risalto nel loro articolo. Il test si è svolto


Al posto loro chiunque sarebbe stato orgoglioso. I redattori di Edmunds’ Inside Line sono stati i primi a poter effettuare una prova su strada completa della Lamborghini Reventón, un gioiello esistente in soli 20 esemplari in tutto il mondo, e a questo particolare hanno giustamente dato risalto nel loro articolo.

Il test si è svolto su una non meglio precisata pista italiana, in compagnia di una scorta di tecnici Lamborghini che non hanno mai staccato gli occhi dal loro bolide, rimanendo sempre vigili sull’operato dei giornalisti. Che del resto non hanno nascosto un certo nervosismo, comprensibile quando si ha a che fare con un oggetto così raro, quasi unico al mondo.

Partiamo con le impressioni da fermo. Già la Murcielago LP 640 -da cui proviene la base tecnica- è un’auto di quelle che creano il panico nel traffico al loro passaggio, ma la Reventón è ancora più appariscente. Merito dei sapienti giochi di spigoli secchi e duri che creano volumi intersecantisi, da cui nasce una linea muscolosa, tormentata, perfetta sintesi dell’essenza intima dell’auto. La vernice poi. La tonalità grafite è quanto di più cattivo si poteva scegliere, e l’effetto opaco conferitogli ribadisce l’ispirazione stealth di questo oggetto, a metà strada tra un F22A Raptor e una Murcielago.

Lamborghini Reventon

L’aerodinamica, con questa nuova carrozzeria non è però passata in secondo piano. La Reventón è ancora più efficace della sua progenitrice in galleria del vento, senza l’aiuto di alcuna appendice. Il paragone con uno scalpello che fende l’aria proposto da Edmunds è quanto mai calzante.

Parlando di sensazioni poi, il primo pensiero è che no, Audi non riuscirà mai, neanche volendo, a diluire lo spirito che da sempre permea le Lamborghini, perchè quest’auto è un sunto di prestazioni, brutalità ed efficacia. E avendo a che fare con un mezzo simile, capirete che è facile farsi prendere la mano. Nonostante le timorose raccomandazioni degli uomini Lamborghini, che hanno fatto un po’ da padri apprensivi per quegli scapestrati di Edmunds.

La giornata è iniziata male, sotto una pioggia battente. Un uomo Lamborghini ha portato i tester in giro per la pista -molto scivolosa- a bordo di una Nissan 350 Z, per illustrare il circuito, e alla terza curva l’auto è uscita di strada. La risata nervosa che è seguita voleva dire quello che tutti stavano pensando ma che nessuno ha avuto il coraggio di ammettere: “Grazie a Dio non è la Lamborghini”.

Qualche ora dopo, a pista quasi asciutta, ma ancora fredda è arrivato il momento. Il solito tester Lamborghini ha fatto qualche giro, mostrando cosa fare, quando e dove. Nonostante la cavalleria esagerata del motore, che per giunta è quasi dentro l’abitacolo, il sound non ha convinto appieno, nemmeno al regime di intervento del limitatore. “Se avete sentito l’ululato della 599 GTB Fiorano” dicono, “sapete di cosa stiamo parlando”.

Lamborghini Reventon

Arriva poi finalmente il momento della prova, con Mario Fazanetto (che aveva una faccia tesissima) al fianco. La prima cosa che colpisce è chiaramente il cruscotto, che sembra in tutto e per tutto il pannello strumenti di un jet, e ti fa chiedere davvero se non stai per decollare: la strumentazione è composta di tre schermi LCD che però hanno anche l’opzione di funzionamento analogico. La prova prende il via e le prime curve vengono affrontate con mille piccole correzioni sullo sterzo, millimetrico. All’uscita della curva 3, si spiega il rettilineo, e qui i 650 CV hanno dato un primo assaggio delle loro disarmanti capacità. Una spinta tremenda, che compensa la scarsa caratterizzazione del sound. Il motore è assecondato dalla trasmissione sequenziale Lamborghini, efficacissima, ma meno brutale del cambio F1 Ferrari che sferra veri e propri calci ad ogni cambio marcia.

La tenuta di strada è molto tenace in ingresso di curva ed il limite è davvero elevato, ma come per la Murcielago, si è ricercato un insieme meno esasperato di quello che richiede un cliente Ferrari. Attenzione: stiamo sempre parlando di un mostro che ha fatto registrare una velocità massima di 339,9 km/h, ma in termini di efficacia le auto di Maranello hanno qualcosina in più.

Fuori dalla pista, scopri che le strade di tutti i giorni non sono affatto il terreno della Reventón: larga da mettere in imbarazzo e rigida da far male alla schiena, “va bene solo per metter paura alla gente, passando per i paesini italiani”. Dopo ogni breve sortita, il primo istinto che verrà ai proprietari sarà quello di passare amorevolmente la cera sulla carrozzeria e riporre questo sogno in un garage a temperatura controllata, o meglio in una galleria d’arte. Eccola l’essenza vera di questa Reventón: non è un’arma da pista come una Zonda, e meno che mai una granturismo come una Scaglietti. E’ un’opera d’arte.

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