Anfia: senza Diesel impossibile rispettare il limite emissioni del 2021

La questione emissioni inquinanti rientra nel vivo del dibattito. Ad aggiungere ulteriore materia di discussione, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica che in una nota specifica che senza l’aiuto dei motori a gasolio, sarà impossibile rispettare il limite di emissioni previsto per il 2021.

La posizione di Anfia é chiara: “per raggiungere il target del 2021 di 95 g/km di CO2 nell’Unione Europea, occorre che la media delle emissioni si riduca ancora di 23,5 g/km, un’impresa impossibile senza il contributo delle auto nuove Diesel, che producono meno CO2 delle auto a benzina, o senza un aumento esponenziale di auto elettriche, impensabile con l’attuale rete infrastrutturale di ricarica. E senza un sostegno economico prolungato alla domanda, visto il mix del mercato”.

Il 2018 é stato un anno estremamente complicato per il Diesel: in Europa le vendite sono calate del 18%, con un quota di mercato passata dal 44% al 36%. I paese che hanno registrato le maggiori contrazioni sono stati Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna, Belgio e Svezia, con un totale di 1,06 milioni di auto in meno, ovvero, l’85% del totale delle perdite. Ad aumentare, ovviamente, sono state le auto a benzina, +12%, che adesso valgono da sole il 56% del mercato.

“Anche per il 2018 si determinerà – continua Anfia – come per l’anno precedente, un aumento delle emissioni medie di CO2 delle nuove auto vendute, dovuto al fatto che le auto a benzina (in crescita) producono più emissioni di CO2 delle auto diesel (in calo costante) e che l’incremento delle auto ad alimentazione alternativa, pur in forte crescita, non è sufficiente ad abbassare il livello medio delle emissioni delle nuove auto immatricolate. Proprio sul fronte ambientale, dunque, l’agenda anti-diesel ha rallentato i progressi sui cambiamenti climatici”.

Il tema delle emissioni inquinanti sarà probabilmente la grande questione intorno alla quale le case automobilistiche svilupperanno le proprie strategie di crescita e sviluppo per i prossimi anni. Il monito lanciato dall’associazione italiana, tuttavia, sembra dare nuova incertezza all’argomento, soprattutto considerando che se entro due anni le aziende non rispetteranno i limiti stabiliti, si troveranno a dover pagare 95€  per ogni grammo di CO2 emesso in più.

Se questo scenario dovesse concretizzarsi, l’intera industria automobilistica europea si troverebbe costretta a pagare sanzioni per un valore di circa 34 miliardi di euro, con conseguente contrazione dei profitti. Uno scenario desolante, ma inevitabile se non verranno presto adottato nuove contromisure, e, magari, per salvare il settore auto europeo, servirà proprio l’aiuto del Diesel.